Jannik, il ritorno a casa. "A Torino tutto cominciò. Bisogna partire bene»

Sinner farà il suo debutto nelle Finals domenica alle 20,30 contro De Minaur. Nel girone anche Fritz e Medvedev, nell’altro Alcaraz, Ruud, Zverev e Rublev.

di GIULIANA LORENZO
8 novembre 2024
"A Torino tutto cominciò. Bisogna partire bene"

Jannik Sinner è a Torino, domenica sera debutterà contro De Minaur nelle Finals

Passeggiando per le vie di Torino si respira già il clima delle Nitto ATP Finals, in programma dal 10 al 17 novembre. Il più atteso, nemmeno a dirlo, è il numero uno al mondo Jannik Sinner. L’azzurro, con i gironi sorteggiati ieri, è nel gruppo Ilie Nastase con Daniil Medvedev, Taylor Fritz e Alex De Minaur. Il debutto è previsto proprio domenica sera, dalle 20.30 contro l’australiano, mentre nel pomeriggio giocheranno il russo e l’americano. Nell’altro raggruppamento, chiamato John Newcombe, ci sono il neo numero 2 del ranking Alexander Zverev, Carlos Alcaraz, Casper Ruud e Andrey Rublev. Sarà lo spagnolo a inaugurare la sessione pomeridiana contro il norvegese e poi in serata toccherà al tedesco contro il russo.

Sinner, intanto, ha vissuto con serenità anche le ore prima del sorteggio, a confessarlo lui stesso durante un talk organizzato da Nike, suo sponsor, in cui si è divertito a rispondere ai bambini delle scuole tennis del capoluogo piemontese. "Con questo format è molto importante la prima partita, perché ti può dare tanta fiducia, ma se perdi possono arrivare dubbi e si creano più pressioni perché per qualificarti devi vincere le altre due. Quest’anno ho fatto tante partite, ho fatto esperienza".

Esperienza maturata grazie alle Finals di un anno fa, con la prima vittoria su Djokovic e la finale, poi persa, sempre contro il serbo. Da quel momento è iniziata la vera e propria scalata alla vetta del ranking e sono arrivate diverse soddisfazioni. "Tutto è partito dall’anno scorso e da questo torneo – dice il numero uno al Mondo –. Ho sentito affetto e calore, mi sono sentito a casa. Questa è una città molto importante perché ho giocato qui per la prima volta in Coppa Davis ed è stata una sensazione unica. Dopo Torino, ho fatto tanti progressi, ho vinto tanti tornei importanti e questa volta sarà ancora più importante visto quanto fatto nel 2024, da me e dal mio team. Lo dico sempre, le persone intorno a me sono le più importanti, mi conoscono fin da piccolo".

A proposito di quando era un bambino, come quelli che si trova davanti che lo ammirano, dice: "Ho giocato anche a calcio, i miei li vedevo la sera, poi ho fatto sci e il tennis era il terzo sport, mi allenavo due volte a settimana, era solo divertimento. Quando sei giovane non devi pensare a nulla, c’è la scuola, ma si possono fare tante scelte, da piccolo hai meno pensieri e io ho sfruttato quel tempo per stare con gli amici. Nel tennis sei solo".

Eppure, tutte le pressioni che ne derivano sono un privilegio, come recita una frase agli US Open. "Non tutti gli sportivi hanno quel tipo di pressione, alcuni non potranno mai sentire quello che percepisco io, mi sento onorato di avere questo ruolo. Ci sono giorni in cui dormi un po’ meno e al mattino ti senti più stanco e nervoso e la pressione aumenta e la usi in modo favorevole. È un gioco, un equilibrio".

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