Jasmine arriva a un passo dal trono. "Oggi sono triste, ma sorrido ancora. Da bambina sognavo di essere qui»

Jasmine Paolini, pur dopo la sconfitta a Wimbledon, sorride e ringrazia famiglia e pubblico per il sostegno. Una campionessa da applaudire.

di GABRIELE TASSI -
14 luglio 2024
"Oggi sono triste, ma sorrido ancora. Da bambina sognavo di essere qui"

"Oggi sono triste, ma sorrido ancora. Da bambina sognavo di essere qui"

"Oggi sono un po’ triste, ma sorrido lo stesso perché è comunque un bel giorno". Si è fatta grande quella bimba che guardava Wimbledon alla tivù e "tifava Federer", non smette di essere sé stessa nemmeno dopo aver perso la sua seconda finale Slam di fila mentre il pubblico la saluta l’ultima volta – per quest’anno – in uno scroscio di applausi.

Un sogno il titolo di Wimbledon, accarezzato e sfuggito per un soffio, un passaggio a vuoto nel terzo set contro una giocatrice dal consistente bagaglio tecnico e con alle spalle la sicurezza di aver già conquistato un trofeo Major (il Roland Garros 2021). Sugli spalti mamma Jacqueline e papà Ugo sorridono comunque perché sanno che la loro "figliola" ha fatto qualcosa di grande. "Vedere questo stadio pieno è un sogno diventato realtà – dice Jas –. Gli ultimi due mesi per me sono stati folli". Sì: gli exploit in doppio con Sara Errani a partire da Roma e poi le due finali di fila negli Slam, eguagliando una certa Serena Williams.

L’anno d’oro di una ragazza attaccata ai valori: "Grazie alla mia famiglia e al mio team – prosegue l’azzurra –, senza di loro non sarei qui. E poi c’è il pubblico, in queste settimane ho ricevuto così tanto sostegno", chiude, mentre ad applaudirla c’è anche Tom Cruise.

E ce lo siamo detti un po’ tutti dopo il match point che ha chiuso 6-2, 2-6, 6-4 il match a favore dell’avversaria, allieva della campionessa di Wimbledon 1998 Jana Novotna (scomparsa sette anni fa).

La partita è sembrata quasi la fotocopia della semifinale vinta contro la croata Donna Vekic. E’ l’emozione a condizionare il gioco di Jas, che ne primo parziale scende in campo con un filo di insicurezza. Benzina nel motore dell’aggressiva avversaria: Krejcikova prende subito il sopravvento, aggredendola al servizio e stampando prime e dritti potenti, con un saldo di vincenti, a fine match, che supererà la trentina. Jas come pochi giorni prima sembra in balia del gioco potente per la ceca, salvo per un sussulto finale sul proprio servizio.

Paolini s’infila negli spogliatoi, e dopo un breve colloquio con lo specchio torna in campo cambiata. Tiene il servizio e poi strappa subito la battuta all’avversaria, diventata improvvisamente meno solida e precisa mentre si rende conto di avere davanti un’azzurra più determinata che mai. Paolini insiste e afferra il set a due mani, infilando più volte l’avversaria sulla diagonale di rovescio con un importante dritto a uscire. Scrollata di dosso la tensione è come se si fosse tolta un forte peso dalle sue spalle di lottatrice. In campo si vede la vera Jasmine, mentre Krejcikova, sotto nel punteggio, comincia a sbandare con Paolini che si riprende il maltolto.

Il terzo set sembra ancora gara di testa per l’azzurra, che però ha un passaggio a vuoto sul 3 pari, quando un sanguinoso doppio fallo consegna il break all’avversaria. Sembra un punto di non ritorno – e in effetti lo è –, ma la 28enne di Bagni di Lucca non molla mai fino alla fine, come è nella sua indole. Prima di capitolare sul 6-4 annulla due match point e riesce a mandare in crisi l’avversaria nel game più lungo della partita. Lotta, stringe i denti e poi perde, tra le emozioni di un’occasione persa resta una campionessa da applausi.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su