La grande impresa di jannik. Sinner come pietrangeli e berrettini e’ il terzo italiano in semifinale ora djokovic per arrivare in fondo
L’azzurro rispetta i pronostici e batte il sorprendente Safiullin soffrendo soltanto nel secondo set. Nole si libera di Rublev in quattro set e ha tutto da perdere contro l’altoatesino sull’erba inglese.
di Paolo Franci
Chissà se nella storia Jannik Siner ci è entrato con il suo borsone griffato, quello che tante (inutili) polemiche ha sollevato. Di sicuro, c’è entrato alla grande e con tutti gli onori perchè - si sappia - soltanto due italiani erano riusciti a prendersi una semifinale sull’erba del vicino più verde del mondo, quella di Wimbledon: Pietrangeli e Berrettini. E lo ha fatto piegando il russo Safiullin in 4 set: 6-4 3-6 6-2 6-2.
Poi, ci sono altri otto tennisti in tricolore che sono riusciti a farlo nello Slam: Marco Cecchinato, Uberto De Morpurgo, Giorgio De Stefani, Beppe Merlo, Adriano Panatta, Nicola Pietrangeli e Orlando Sirola. Per Jannik, è noto, è la prima volta della carriera in una semifinale Slam. L’aveva sfiorata quattro volte senza mai riuscire ad acchiapparla. Ieri c’è riuscito pur con uno di quei momenti lunghi un set nei quali s’è pensato di tutto. E di tutto devono aver provato i suoi coach Vagnozzi e Cahill, quando Sinner ha deciso di complicarsela piegandosi al talento intermittente del russo Roman Safiullin. Sì perchè Jannik ha perso il secondo set 6-3 quando il 6-4 nel primo aveva marcato una differenza che tra il numero 8 del seeding e il neo entrato nei Top 50 (era 92 del ranking prima di Wimbledon) è chiara. Non nel talento, evidentemente, perchè il fratello di racchetta di Daniil Medvedev ai tempi in cui giocava il tennis degli sbarbati nel mondo degli juniores, non solo le suonava al Frecciarussa ex numero uno del mondo, ma era numero 2 del ranking dei giovani con tanto di trionfo proprio lì, su quell’erba dei miracoli, dove è rinato e per la prima volta in carriera nei quarti dopo tanto tennis di un dio minore, tra Challenger e qualche infortunio di troppo.
E lì, il timore che il russo potesse di nuovo impugnare il proprio talento come il martello di Thor, ha fatto correre ai sinneriani un lungo brivido sulla schiena. Hai visto mai che la nuova stella russa, come l’ha definita Medvedev, non abbia deciso didiventare il 3° esordiente dell’era Open in semifinale dopo McEnroe e Nalbandian? E invece.
E invece è successo che Sinner s’è di nuovo arrampicato su se stesso, sul match, sull’avversario, pur con una palla break salvata a inizio 4° set e approfittando del limite dichiarato del russo: saper stare con la testa in partita dall’inizio alla fine. E allora, eccolo lì il doppio 6-2 che ha incoronato Jannik, quasi incredulo allo scoccar del match point, chiuso con un errore del russo. Braccia al cielo, sorriso a mille denti, goditela Jannik contro Nole Djokovic (che ha battuto Rune 3-1: 4-6, 6-1, 7-4, 6-3) che noi ce la godremo con te.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su