La legge di Sinner è quella del numero uno
L’azzurro domina Medvedev e va in semifinale da primo del girone. Oggi l’ultima chance (alle 18) per Bolelli e Vavassori con Arevalo e Pavic
Si guardavano sottecchi sin dagli allenamenti. L’agente azzurro e la spia russa: nel pomeriggio è iniziata al partita a scacchi durata fino alla sera. Sinner e Medvedev si sono dati il cambio su un campo secondario per poi trovarsi la sera nel centrale sotto i riflettori. Lì niente strategie: Sinner vince col sorriso (6-3, 6-4) l’ennesima sfida da romanzo arrivata al quindicesimo capitolo: ma il titolo è sempre quello, ‘nessuno vuole perdere’. Chiude da primo del girone. Anche se Jannik la qualificazione già l’aveva centrata nel pomeriggio – il favore gliel’ha fatto Fritz, spegnendo le speranze di De Minaur in tre set –. Ora attende il vincitore del duello-verità fra Zverev e Alcaraz (oggi alle 14), prima di tornare in campo domani.
Va in vacanza invece l’Orso caduto nel baratro e poi rinato. In questa pazze Atp Finals è passato pure attraverso una piccola rivoluzione della racchetta: ora corde tese come un violino per guadagnare sicurezza nei colpi. A volte basta anche questo per sbloccare la mente di un tennista, e così Daniil è risorto contro De Minaur dopo la batosta contro Fritz, condita da quella sconcertante frase "non provo più piacere in campo". Contro Jannik però sa che sarà diverso. Brucia così tanto quella ‘rimonta’ azzurra negli scontri diretti e come in un anno sia cambiato tutto per quanto riguarda i loro testa a testa (ora 8-7 per l’altoatesino, senza contare il successo di Riad). E allora il moscovita imposta una gara d’attacco come per la finale degli Australian Open, con ancora lì quell’elefante nella stanza: uno Slam perso quando era avanti 2-0. Sa che non può sbagliare nulla: un set perso significa qualificarsi o meno alle semifinali: dall’altra parte però c’è il numero 1 del mondo che parte decisamente meglio alla battuta rispetto a quanto fatto con Fritz. Daniil riscopre un tennis piatto, quasi senza rotazioni (ecco qui le corde più tirate), a Jannik ci vuole un po’ per prendere le misure, mentre sul 3-2 si fa sfuggire una coppia di palle break in un doppio rimpianto. Poi nuovo giro, stessa scena: l’azzurro risponde in modo impeccabile e trova il break alla prima delle due occasioni disponibili grazie a un recupero di rovescio 4 metri fuori dal campo. Medvedev, sorpreso, affossa tutto in rete. E in mezz’ora, dopo un dominio lungo un set (salvo una percentuale di prime palle attorno al 50%), è tutto finito: Sinner chiuderà il girone da numero 1. Così lo 007 azzurro prende il volo a un ritmo impressionante: mangia un’altra pedina importante nella partita a scacchi con Daniil. Trova il break appena al terzo game mentre l’ormai sempre presente Lorenzo Sonego (ieri anche l’ex Juve Ciro Ferrara) alzano le braccia, e un certo Stefan Edberg sogghigna. E’ il preludio di un passaggio a vuoto dell’altoatesino rifiata sul proprio turno di battuta e finisce sotto 15-40, il russo tira fuori colpi e orgoglio riprendendosi il maltolto. Si gioca da una parte e dall’altra un tennis di granito. Così l’altoatesino si rifà muro di gomma e riagguanta un altro break a furia di bordate da fondo, sempre comandando lo scambio di forza. Guidando la partita, chiudere il match tenendo il servizio è un gioco da ragazzi, anzi, un gioco da numero 1. Il premio? Un incontro da tifoso con il mister rossonero Fonseca.
Oggi tocca a Bolelli e Vavassori invece staccare il biglietto per la semifinale. Decisiva la sfida alle 18 con Arevalo e Pavic: vale n posto nella storia.
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