L’anno d’oro di Jasmine Paolini: “La fiducia è la mia forza. Sinner? Un’ispirazione”

La 28enne toscana si racconta: i tornei di Madrid e Roma, il best rankng e l'anno della consacrazione. “Il tennis femminile? Serve un lavoro culturale per farlo crescere”

di GABRIELE TASSI
23 aprile 2024
Jasmine Paolini, 28 anni, numero 13 Wta

Jasmine Paolini, 28 anni, numero 13 Wta

Roma, 23 aprile 2024 – Jasmine, un’annata in accelerazione con “tanta fiducia” nel serbatoio. Più sicurezza e confidenza con il campo hanno portato quest’anno la 28enne Paolini alla prima vittoria in un Master 1000 e al suo best ranking di numero 13. Prende parte anche lei di diritto a quell’esplosione del tennis in Italia anticipata da Berrettini e poi esaltata da Sinner. 

Cosa l’ha aiutata a migliorare così tanto?

"Prima di tutto il lavoro con il mio coach Furlan: crescere tennisticamente mi ha portato a vincere più partite. La chiave fondamentale è scendere in campo e credere più in sé stessi, partita dopo partita: la fiducia ha davvero fatto la differenza".

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Sono arrivati risultati incredibili sul veloce (quarto turno agli Australian Open e vittoria a Dubai), ora sulla terra cosa si aspetta?

"Prima di quest’anno è sempre stata la ‘mia’ superficie, il terreno su cu sono nata. In questa stagione ho iniziato su quella indoor e molto particolare di Stoccarda, poi a quella veloce di adesso a Madrid. Poi ci sarà Roma, per certi versi molto vicino come condizioni al Roland Garros. Spero di adattarmi molto in fretta: cercherò di lavorare più sul topspin e sul gioco di gambe”.

Ora Madrid e poi Roma, è emozionata?

"C’è grande attesa: sarà bello, emozionante, diverso, perché sarò testa di serie per la prima volta grazie al mio ranking. Sono curiosa di sapere come andrà, anche perché le tribune del Foro italico sono sempre piene di persone”.

Secondo lei il tennis femminile vive ancora un po’ all’ombra di quello maschile?

"La Wta sta facendo tanto e i tornei combined aiutano. Il nostro sport resta uno fra i più paritari, ma credo che il problema sia soprattutto culturale: ha fatto più rumore una Davis vinta che le 4 Fed Cup conquistate da Errani, Vinci & Co. Ma se serve che vincano i maschi per far conoscere il tennis ai più ben venga”.

Chi è il tennista che più l’ha ispirata?

“Sono cresciuta guardando le partite di Federer, è sempre stato il mio idolo. Ma devo confessare che oggi, con il mio allenatore, guardiamo molto a come gioca e come si muove Sinner”. 

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