Nadal, abdica il re di Parigi: ma non è la resa

19 maggio 2023

Come sarà Parigi senza il suo re? La sua terra rossa apparirà più desolata, priva di un guerriero inarrivabile capace di raccogliere 14 trionfi al Roland Garros. Lo choc arriva nel pomeriggio di ieri dalla sua Manacor: Rafael Nadal rinuncia allo Slam francese. Il maledetto ileopsoas, quel muscolo che fa male solo a pronunciarlo e che lo tormenta da gennaio, proprio non recupera e lo costringe al forfait. Una decisione che era purtroppo già nell’aria, visto che Rafa non era più sceso in campo dopo gli Australian Open, e sulla terra battuta aveva già rinunciato a Montecarlo, Madrid, Barcellona e Roma (dove ieri è arrivato in semifinale Medvedev).

Non è tutto: il mancino vincitore di 22 Slam come Djokovic guarda l’orizzonte e nel 2024 intravede il suo possibile ritiro. A quasi 37 anni, con un figlio piccolo e tonnellate di gloria già messe sotto chiave, non è certo un delitto decidere di dire basta. Magari Rafa potrà dedicarsi a tempo pieno alla sua accademia tennistica a Maiorca e stupirci ancora a golf, sport che lo ha già visto esprimere un notevole talento.

Ma non è poi finita. Anche con il corpo che scricchiola, Nadal non se la sente di salutare tutti senza aver versato sul campo tutto il sudore possibile.

"E’ un processo di onestà verso me stesso, tutto ha un inizio e tutto ha una fine – dice –. Non penso però di meritare di finire così. Mi piacerebbe chiudere in un’altra maniera la mia carriera. Per arrivare a questo obiettivo ho preso la decisione di fermarmi per un po’. Serve uno sforzo in più, questa è la mia filosofia".

Ecco che, allora, l’agonista riprende il sopravvento sull’aspirante pensionato e compare una chance per farsi rivedere al top. Non c’entrano i guadagni, lui in soli premi di tornei ha portato a casa in venti anni di professionismo 134 milioni di dollari. "Potrei tornare prima della fine dell’anno per la Davis – rilancia Rafa – . Non posso prevedere il futuro, seguirò le emozioni e quello in cui credo".

Gli appassionati, anche i fan del suo rivale antitetico Federer, segretamente ora tifano perché lui ci ripensi. Come Roger, Rafa ha onorato il tennis, lo ha proiettato verso vette sconosciute. E il suo impareggiabile spirito competitivo, allergico a mezzucci e scuse, ha conquistato anche chi teneva per l’altro fuoriclasse.

Paolo Grilli

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