Primo azzurro a battere un n°1. Barazzutti è sicuro: "Sapevano tutti che prometteva bene. Ora può puntare al top»

In una partita ripresa per i capelli fu il primo italiano a tirare giù dal trono il numero uno del mondo. Nel 1974 Corrado Barazzutti con quel 3-6,7-6,6-1 a Ilie Nastase inaugurò la tradizione degli azzurri vincenti: nove con Nardi nella storia a mandare a casa il numero uno del mondo.

Barazzutti, cosa si prova?

"Vabbè poi quell’anno lo hanno battuto tutti Nastase...(ride, ndr)".

Vale comunque.

"E’ passato tanto tempo, mentre giocavo di sicuro non ci stavo pensando perché in quei momenti si cerca di restare più concentrati possibile. Poi sì, quando ci si libera dall’ansia e dalla concentrazione ci si rende conto di tutto".

Fatto Nole ora Nardi dove può arrivare?

"Ho sempre saputo che aveva dei numeri, e tutti a suo tempo avrebbero scommesso su una sua impresa. Ha un grandissimo talento e può puntare in alto".

Cosa scatta quando capita un exploit così?

"Certe vittorie possono diventare una conferma per un giocatore. I successi possono darti la certezza di dire ’sono bravo e posso puntare in alto".

Le fila del movimento tennistico si ingrossano: ci faccia il nome di un’altra promessa.

"Federico Cinà (il figlio dell’ex coach di Roberta Vinci, Francesco, ndr) è un giovane molto promettente".

E Nardi da ex capitano lo convocherebbe in Davis?

"Lo terrei in grande considerazione".

Lei allena l’amico di Nardi, Musetti, cosa gli serve per uscire da questo periodo di stallo?

"Deve solo continuare a lavorare. Bisognerà trovare sicurezza e fiducia oltre a belle vittorie che riportino fiducia. Il suo valore non si discute".