Sinner-Arnaldi, l’Italia già pregusta il derby. Ma prima il test: due avversari mai battuti

Gli azzurri potrebbero scontrarsi ai quarti di Miami. Jannik trova O’Connell, che lo ha sconfitto due anni fa. Matteo contro il ceco Machac

di GABRIELE TASSI -
26 marzo 2024
Sinner-Arnaldi, l’Italia già pregusta il derby. Ma prima il test: due avversari mai battuti

Sinner-Arnaldi, l’Italia già pregusta il derby. Ma prima il test: due avversari mai battuti

"Non si arriva agli ottavi di questo torneo per caso". E non si dimentica nemmeno quanto brucia il fuoco: è lo stesso Sinner a raccontare il suo avversario di oggi, Christopher O’Connell. Il rosso di Sesto Pusteria ben si ricorda l’aussie terribile che due anni fa gli rifilò un 7-6, 6-4 ad Atlanta. Quell’unico precedente e una rotta da invertire oggi alle 16 proprio come dovrà fare Arnaldi, pure lui impegnato con Machac, avversario che lo ha sconfitto nell’unico incontro diretto. Lo scenario? E’ quello di un quarto di finale tutto azzurro, un super Derby Jannik-Matteo.

Quanto a O’Connel, prossimo ai trent’anni, numero 66 del mondo, nel 2018 era finito a pulire barche in Australia per staccare da una carriera tennistica funestata dagli infortuni.Tra il sole e la pioggia di Miami si è fatto strada facendo fuori prima il ceco Vit Kopriva (n.116 Atp), poi Frances Tiafoe (n.22 Atp), prima di superare l’altro statunitense Martin Damm (n.204 Atp). E ora Jannik lo aspetta dopo il difficile match contro Griekspoor, dove il numero 3 al mondo ha anche ceduto un set. Per l’azzurro si avvicina "un match difficile – commenta – È un giocatore pericoloso, serve bene e sa muoversi molto bene su questi campi. Come sempre dovrò fare attenzione al mio tennis e alla mia intensità di gioco". Intensità che domenica contro l’olandese ha tardato po’ ad arrivare ed è stata innestata dopo la pausa per pioggia. Ennesima prova di forza mentale per Jannik: l’altoatesino con la vittoria sofferta ha toccato quota tremila nella Race. Lì dove l’aria è più pura e volano i giganti del Masters. Sì, perché le Atp finals sono già praticamente in tasca con un bottino così: i tremila punti negli anni sono sempre stati il confine della qualificazione. Quanto al match di oggi, nonostante il precedente è difficile che l’australiano possa impensierirlo, soprattutto, dopo il calo di tensione avvertito contro Griekspoor, l’azzurro non vorrà farsi cogliere di sorpresa.

Pure ad Arnaldi tocca ribaltare il precedente contro Machac. "Con lui ho un solo incontro disputato, ma non è un match che prendo come esempio perché avevo perso facilmente 6-1, 6-0 anche per colpa di un virus che mi aveva colpito a Dubai – ricostruisce il sanremese –. Lui in questo momento è uno di quelli che gioca meglio. Mi assomiglia. Solido e spinge molto. Dovrò fare attenzione". Matteo non ha ancora finito di stupire, dopo aver battuto domenica in un incontro non facile il talento canadese Shapovalov. Machac è ben armato di forza di volontà: lo dimostra il match maratona strappato a Murray – che ha salutato Miami probabilmente per l’ultima volta (ha annunciato il possibile ritiro a fine stagione) – nel terreno prediletto dello scozzese, la lotta. Ma la grinta di Arnaldi la conosciamo tutta.

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