L’ex fisioterapista di Sinner: "Fa male essere fuori dal team. La gogna social è devastante"
Parla Naldi, licenziato dopo il pasticcio-doping: in bocca al lupo Jannik, grande campione. "Ho dato il 100% e di più, ma il tribunale del web colpisce più forte della vera giustizia"
Bologna, 25 agosto 2024 – Giacomo Naldi, il fisioterapista e osteopata bolognese finito al centro delle cronache mondiali per il caso di positività al doping con inclusa assoluzione di Jannik Sinner, rompe il silenzio. E lo fa, con un post, non per parlare della vicenda dello spray al Clostebol di cui parla tutto il mondo, non per addossare colpe o imbastire autodifese. Ma per raccontare, da uomo e da professionista stimato in anni di carriera (dalla Virtus basket fino ai vertici del tennis mondiale), cosa significhi quanto accaduto negli ultimi giorni.
Le parole
La rabbia e l’orgoglio. La rabbia per il tribunale social, il tribunale media, quella giustizia a volte "più efficace" di quella "vera sancita dai tribunali"; una giustizia digitale e catodica "troppo spesso superficiale e raramente basata sui fatti concreti, che in questo caso, peraltro, sono pubblici". E l’orgoglio, l’orgoglio per un viaggio "bellissimo e indimenticabile" fatto di "gioia e dolore" che ha permesso di raggiungere "traguardi storici, che ci hanno portato nella storia del tennis italiano" con un uomo come Jannik che è un "grande campione, in bocca al lupo per una grande carriera".
Il cuore
Non c’è risentimento, nelle parole di Giacomo Naldi. Ma la certezza che "è proprio vero che esistono due binari della giustizia". Naldi "da spettatore" si è sempre chiesto "quale fosse l’obiettivo di spettacolarizzare le vicende giudiziarie, se non quello di giudicare, creare o distruggere le persone e la loro reputazione. Oggi che ne sono protagonista ne ho la conferma". Sui social è finito nel mirino dei leoni da tastiera, degli haters arrivati a minacciarlo e insultarlo ritenendolo unico colpevole della vicenda. Un trattamento che devasterebbe chiunque.
Il viaggio
Ma le critiche non cancellano "tutte le persone che in questi giorni non hanno giudicato superficialmente". E che Naldi ringrazia. Così come ringrazia i componenti del team, "Darren, Vagno, Umbe, Cipo". Con le persone "di questo gruppo, ho creato un legame forte, ma soprattutto ho potuto raggiungere traguardi storici, che ci hanno portato nella storia del tennis italiano. Sono orgoglioso di aver fatto parte di questo grande team, consapevole di aver dato il massimo, di essere stato professionale al 100% ma anche di aver dato di più, perché quando ci metti il cuore è certo che dai di più. Fa male pensare di non esserne più parte, dura non essere nel box con voi e tifare per Jannik, ma dovrò abituarmici in fretta".
Le carte
Da giorni Qn-Carlino sta pubblicando verbali ed estratti dell’iter giudiziario sportivo del caso Sinner. Naldi, soprattutto sui social, è apparso come il principale colpevole, in virtù dei massaggi che avrebbero trasmesso la sostanza proibita. I fatti e le carte dicono che lo spray era stato acquistato a Bologna da Umberto Ferrara, preparatore atletico e da lui detenuto in un beauty nel bagno en suite di una delle stanze della villa dove alloggiava il team nei giorni di Indian Wells. Naldi, dopo il taglio a un dito con uno scalpello per calli, ha tenuto un bendaggio per due giorni poi, una volta rimosso, f u "Ferrara a a raccomandare lo spray per le sue qualità cicatrizzanti e antisettiche", come si legge al punto 38 della sentenza. La bomboletta spray "era stata tolta dalla sua confezione" (punto 39) e Naldi non aveva pertanto contezza che contenesse la sostanza proibita il ‘famoso’ Clostebol. In tutti i team ad altissimo livello i ruoli sono ben definiti e mentre Naldi era il fisioterapista, Ferrara, anche in virtù della sua laurea in farmacologia, era il delegato a verificare che "il prodotto non contenesse la sostanza proibita" (91 e 92).
Allo stesso tempo, Naldi non usò guanti (punto 41) per i trattamenti su Sinner che soffriva di una dermatite (42) mentre resta controverso il tema dell’avvertimento (punto 107) dato da Ferrara a Naldi, con quest’ultimo che non ricorda la circostanza. Un imprevisto negativo contro un anno e mezzo al top. Un pasticcio collettivo, che – loro malgrado – ha coinvolto due professionisti di indiscusso livello e reputazione. Ma che non cancellerà mai, anche grazie al supporto di Naldi e Ferrara, l’impresa che ha portato Sinner al numero 1.
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