Sinner, lezione da maestro a Fritz: Jannik è il campione delle Atp Finals
L’azzurro trionfa al Masters senza perdere nemmeno un set in tutto il torneo: solo Lendl ci era riuscito nel 1986
Torino, 17 novembre 2024 – Prendete un anno perfetto e pensatelo più in grande. Aggiungete un ragazzo acqua e sapone, figlio del sacrificio sportivo e avrete il 2024 di Jannik Sinner che da oggi è anche il campione delle Atp Finals. Vittoria da Favola (6-4, 6-4) contro in Fritz in formissima, e la storia è segnata ancora una volta. Perché nessun italiano ci era mai riuscito, perché con 70 vittorie in stagione eguaglia il record di Nadal del 2016, perché l’ultimo a vincere il torneo senza perdere nemmeno un set era stato Ivan Lendl, nel 1986.
La partita è Potenza, concentrazione e un avvio veramente a ritmi altissimi. Jannik e Taylor si studiano, cercando di non lasciare il minimo spazio l’uno all’altro. Si gioca dopo una settimana da 210mila spettatori e un grande ottimismo perché lo show dei maestri del tennis possa rimanere in città per un altro paio di anni, almeno al 2027. Sicuro è che sarà in Italia fino al termine del decennio, si intravede all’orizzonte una possibile staffetta con Milano.
E si fa la storia pure sul seggiolone dell’arbitro. E’ stata l’ultima partita del giudice Carlos Bernardes, Brasiliano ma da anni residente in Italia nel Bergamasco. Una carriera iniziata a metà anni Ottanta quasi per caso la sua, perché voleva raccogliere un po’ di soldi per la famiglia dopo la morte del padre. Dunque, su un quotidiano trovo un annuncio che chiedeva urgentemente qualche persona disposta a prestare servizio arbitrale per la Fed Cup a San Paolo. E da lì iniziò una carriera che l’ha visto diventare (nel 2006 al Roland Garros) il primo sudamericano ad arbitrare in un torneo del Grande Slam.
Uno stadio e una città sono vestiti d’arancione come la volpe di San Candido, mentre i ritmi partita del numero 1 al mondo e del suo avversario crescono. Il campo si disegna con un servizio al top (6 nei primi 6 game) e dritti a uscire, spezzati – da ambo le parti -, con qualche sortita a rete. Fritz cambia strategia rispetto all’incontro di round robin: più che affidarsi alla potenza alza traiettorie e cerca angoli per non dare punti di riferimento all’azzurro. Tiene il brodo da fondo, in particolare sulla diagonale di rovescio, come solo qualche mese fa non avrebbe mai fatto.
Il primo vero braccio di ferro arriva al settimo game. Jannik cresce alla risposta e si procura due palle break, ma l’americano è bravo ad annullarle grazie al servizio. Ne cancella pure una terza, dopo lo scambio più bello della partita, infiocchettato da super recuperi e colpi no-look. Ma la quarta è quella buona: dopo una serie infinita di bordate è la smorzata, un’arma impropria costruita e inserita quasi a forza nel repertorio di Sinner, che gli permette di mettere la testa avanti. Firmare il 5-3 è un attimo poi grazie a un turno di servizio senza sbavature.
Fritz però si fa pericoloso proprio sul più bello. Un paio di sbavature dell’azzurro e arriva la palla break, che però Sinner salva grazie al servizio e poi chiude col decimo ace 6-4.
Nel secondo parziale il ritmo non cala: il numero 1 continua a macinare ace, mentre Taylor da fondo resta un rullo compressore. Bravo l’americano a restare in partita però, nonostante il fiato del 23enne di Sesto Pusteria costantemente sul collo.
Almeno fino al quinto game: faticando a sfondare nello scambio Fritz tenta nuovamente una smorzata che però non va a bersaglio: palla break per Jannik, che sbaglia, ma va poi a segno nel punto successivo grazie ancora a una super prestazione in risposta. Mentre si sprecano i cori di ‘olè’ in sottofondo, l’azzurro si avvicina al bersaglio finale, e Fritz non molla di un colpo: anche sull’orlo del baratro tiene il servizio a zero. E’ solo il canto del cigno, perché l’azzurro chiude i conti definitivamente sul 6-4. Pochi rimpianti per Taylor, sconsolato dopo gli Us Open, così pure a Torino perde una seconda finale importantissima contro il campione italiano.
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