Sinner ha tutto per il titolo. Mentalità, braccia e cuore: così si batte Medvedev

Oggi alle 9,30 a Melbourne l’azzurro va a caccia del suo primo trofeo Slam. Variazioni e cambi di ritmo: cosa serve per far vacillare il gioco del russo.

di GABRIELE TASSI -
28 gennaio 2024

La volpe e la partita a scacchi che vale tutto. Tra Sinner e il titolo slam c’è il mago delle mosse, incollato ai tabelloni di fondo campo, pronto a intercettare le potenti traiettorie dell’azzurro. Altro che match scontato, altro che favori col pronostico: superato lo scoglio Djokovic e stracciata una bella manciata di record, ora Jannik deve affondare Daniil Medvedev. Numero tre del mondo, vincitore Slam, e la spiccata attitudine a demolire le certezze dei grandi. Proprio come nel 2021 quando stoppò il sogno ’Career grand slam’ di Djokovic. Oggi (dalle 9,30 italiane, la partita non sarà in chiaro ma su Eurosport 1, al canale 210 di Sky) contro lo ’Scacchista’, uno dei tanti soprannomi di Daniil, c’è da metter in campo tutto il possibile e convertire in fatti e 15 su 15 importanti quanto migliorato in questi mesi con il nuovo team e la premiata ditta Vagnozzi-Cahill. L’obiettivo dichiarato è il trofeo in una sfida che vede il russo in vantaggio negli scontri diretti (6/3), ma che ha perso le ultime tre partite.

TESTA

Dalla sua, Jannik "ha etica del lavoro e voglia di imparare", lo decanta coach Cahill. Valori infusi direttamente dal patrimonio genetico dei genitori, papà Hanspeter e mamma Siglinde. Entrambi lavoravano insieme al Rifugio Fondovalle (Talschlusshütte) in Val Fiscalina: Hanspeter come cuoco, Siglinde come cameriera che accoglie i clienti in sala. E la loro dedizione applicata al tennis del ragazzo ha fatto i miracoli. Ma non solo: "Sinner ha un grande senso dell’umorismo", prosegue il coach, e in questi mesi ha imparato dai propri errori, rispondendo coi fatti alle difficoltà delle partite: vedi la semifinale con un Djokovic che sembrava rifarsi sotto.

Una solidità mentale che ipnotizza gli avversari. Più la partita diventa complicata e più lui si esalta. Più c’è pressione e più lui ci convive. E fuori dal campo? "Ora non ha più niente da imparare – ha detto qualche tempo fa Ivan Ljubicic – . Ha un atteggiamento perfetto in campo e fuori, nelle interviste non ha timore a parlare dei suoi limiti e di altro".

BRACCIA

Arti generatori di punti, capaci di far esplodere colpi a massima velocità. Tanto si è lavorato sul dritto dell’azzurro, colpo sì solido, ma non quanto il rovescio bimane. Ora con la parte destra del corpo si apre il campo nei punti importanti e prepara le discese a rete. Altro miglioramento: il consolidamento del servizio, un lavoro che si vede dai numeri. Non tanto sugli ace: confrontato con Medvedev ne ha messi a segno 46 contro i 78 del russo. Ma le percentuali dei punti ottenuti con la prima sono più alte per Jannik: 78% contro 75% dell’avversario.

La cura degli ultimi mesi è intervenuta anche nella parte sinistra del corpo. A un efficace rovescio bimane, il colpo più istintivo e naturale dell’altoatesino, sono state aggiunte carte importanti. Una su tutte lo slice, ideale per spezzare il ritmo fra una bordata e l’altra, e che potrebbe essere un’arma più che efficace contro il tennis attendista di Medvedev.

GAMBE

Si sono fatte forti e più potenti, come se non bastasse la memoria sportiva del grande sciatore che è stato. Dalle nevi alpine ai campi a quaranta gradi di Melbourne gli arti inferiori si sono dimostrati indispensabili per aggiungere forza e pesantezza ai colpi. Nell’ultimo anno Sinner, ricordiamolo, atleta da un metro e novanta ha aggiunto quattro chili di muscolatura, e chi il tennis lo mastica sa quanto le gambe siano importanti per il gioco. Aiutano ad aggiungere ’kick’ e velocità al servizio, a imprimere rotazione alla palla in top-spin, oltre a essere fondamentali nei recuperi e nel movimento da fondo campo.

Articolazioni: ginocchio, caviglie e gomiti. Super sollecitazioni in un gioco che si è evoluto, aggiungendo al carniere del campione pure le discese a rete. Lì, dove appena un anno fa sembrava camminasse ancora un po’ sulle uova, ora ha guadagnato sicurezza, scherzando pure Djokovic in qualche occasione in semifinale. Niente male nemmeno in doppio, lo abbiamo visto vincere e convincere in Coppa Davis, assieme all’altro azzurro, Lorenzo Sonego.

Così ha metabolizzato anche soluzioni alternative. Sempre più a suo agio nel percepire con lucidità in corsa un piano B. Opzioni differenti anche in rapporto alle superfici: una strategia che maneggia con sempre più versatilità.

Resistenza: si è lavorato a lungo sui carichi di lavoro pesante, una preparazione incentrata per affrontare le partite sulla lunga distanza. "Sinner? Impressionante – ha detto Medvedev in un’intervista dopo la sua semifinale , con lui spero di essere al 100%".

CUORE

Provenienza nordica e montagne a due passi. Capacità di gestire le emozioni: tutto, vedendo Jannik alla tv farebbe pensare a un atleta gelido come il ghiaccio. Niente di più sbagliato: nelle interviste post-match in Australia è affiorata l’umanità, condita dal senso dell’umorismo di un ragazzo di soli 22 anni, anche solo da quel "Buongiorno Italia", a salutare i tanti che si erano alzati presto per seguirlo. Lui, semplicemente un po’ più timido e riservato di tanti suoi colleghi, a volte fin troppo sopra le righe.

Vogliamo poi parlare della correttezza in campo e fuori? Ne discutono gli altri ragazzi e lo apprezzano per questo. Può essere considerato il vero erede di signor Roger Federer e di Stefan Edberg, paragoni scomodi con leggende super vincenti. Ma Jannik è già pronto da molto tempo.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su