Sinner in finale con Alcaraz: "È un segnale"

Pechino, Jannik batte il cinese Bu e oggi dalle 11 ritrova lo spagnolo: "Importante giocarsi un titolo in un momento così delicato"

di DORIANO RABOTTI
2 ottobre 2024
Jannik Sinner, 23 anni, ha centrato ieri a Pechino la settima finale in questa stagione (ne ha vinte sei finora), la ventunesima della sua carriera

Jannik Sinner, 23 anni, ha centrato ieri a Pechino la settima finale in questa stagione (ne ha vinte sei finora), la ventunesima della sua carriera

Se non ci fosse quell’ombra sul cuore di tutti, la finale di stamattina nel master 500 di Pechino tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz (non prima delle 11 italiane, diretta Sky) sarebbe l’ennesimo antipasto di un futuro che, Wada permettendo, sarà nel loro nome.

Ma quell’ombra c’è (vedi articolo a fianco) e allora è stato normale vedere Sinner, ieri dopo aver battuto la rivelazione cinese Bu, con il volto ancora tirato, perché fino a quando non arriverà il verdetto del Tas sul ricorso per il caso Clostebol non ci potrà essere vera gioia, anche volendosi impegnare al massimo.

Lui anche nel dopo partita ha mostrato il solito sangue freddo, quella lucidità che l’ha portato ad essere il numero uno e che a volte è mancata al suo avversario, anche se in questo momento forse Alcaraz è favorito perché è più in forma. Prima ha domato la resistenza del cinese di origini mongole Yunchaokete Bu, 96 del ranking (ma è già virtualmente 69) con un 6-3 7-6 (3) che testimonia qualche difficoltà soprattutto nel secondo set. C’è voluto il tie-break numero 17 vinto dall‘altoatesino sugli ultimi 18 giocati. Quella di oggi sarà la finale numero 21 in carriera, la settima del 2024 (ne ha vinte sei, quest’anno). Alcaraz, numero 3, ha sconfitto il russo Daniil Medvedev 7-5 6-3.

"È stato un match molto duro, io non lo conoscevo molto e all’inizio non sapevo cosa aspettarmi – ha detto Jannik parlando di Bu –. Nel primo set ho giocato un buon tennis: ho perso un po’ di intensità nel secondo dove, nonostante tutto, ho avuto delle occasioni ma non sono riuscito a fare il break. Mentalmente però sono riuscito a rimanere nella partita e ho giocato invece un tie-break piuttosto buono. Sono contento di essere tornato in finale anche quest’anno, ma contro Alcaraz sarà diverso perché ci conosciamo davvero bene. Giocare per il titolo è sempre un bel momento. Mi auguro che sia un gran match per entrambi e spero di vincerlo io. La stagione è ottima – ha aggiunto Sinner –. C’è un’altra finale ed è un giorno importante. Sono molto contento, so che si tratta di un momento molto delicato. E per me ogni partita è un importante segnale. La finale è un test importante per vedere come sto e come sono messo".

C’è anche il doppio, e per l’Italia sono spesso soddisfazioni. Le campionesse olimpiche di Parigi Sara Errani e Jasmine Paolini sono appena arrivate ai quarti a Pechino, battendo 7-6(4), 6-2 l’indonesiana Aldila Sutjadi e la canadese Leylah Fernandez. Ora giocheranno contro la brasiliana Haddad Maia e la tedesca Siegemund.

Nel tabellone maschile Simone Bolelli e Andrea Vavassori sono già in finale: hanno battuto l’olandese Koolhof e il croato Mektic 7-6 6-2, oggi giocheranno la finale contro Heliovaara/Patten, che hanno battuto Murray/Peers.

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