Sinner, la storia aspetta il nuovo numero 1. Re Djokovic è caduto. Ora c’è Medvedev
L’azzurro batte Nole e vola in finale agli Australian Open. L’ultimo italiano a vincere uno Slam fu Panatta nel ’76. L’idea della partita in chiaro
Diavolo di un tennis. Compare al quarto set, senza corna, ma personificato in una smorzata di Djokovic. Una velenosa palla break, corta, cortissima – dopo un parziale appena vinto da Nole –, sulla quale quasi nessuno avrebbe potuto fare nulla. Jannik ci arriva come un uomo di gomma, tocca sotto e incrocia, in un movimento al limite del reale. Quanto basta per fare punto e ribaltare il game come un bicchiere pieno d’acqua. Il colpo di grazia al matche che vale una finale slam e un nuovo appuntamento con la storia in calendario per domani, alle 9,30 italiane. "The happy Slam. Final sunday" (lo Slam felice, finale domenica) scrive il rosso di San Candido su Instagram. E conferma: "È la mia prima finale, scenderò in campo con il sorriso, ora sono più tranquillo e darò il massimo". E c’è da credergli, perché in campo contro il fenomeno dei fenomeni ci ha messo pure il sangue. Il punteggio dirà 6-1/6-2/6-7/6-3, primi due set dominati, con Nole praticamente assente. "Oggi (Sinner, ndr) mi ha cancellato dal campo – commenta il serbo –. Invece per quanto mi riguarda sono choccato dal mio livello di gioco. Nei primi due set non ho praticamente fatto nulla. E’ uno dei peggiori match a livello Slam che ho giocato. Non è una bella sensazione, ma complimenti a Jannik per aver fatto tutto meglio di me".
E la chiave della partita è tutta in quei due primi parziali: una sorta di interrogazione perfetta in cui l’allievo batte il maestro. Sinner si presenta con un tennis potente, punteggiato di variazioni, palle corte e cambi di ritmo. Aggressivo e propositivo, proprio come ci si aspettava da lui per far scendere il re dal trono. Un iddilio che si spezza nel terzo set, un batti e ribatti sul filo del punteggio dove gli incubi dell’azzurro diventano realtà: palla break fallita, proprio come agli Us Open contro Alcaraz e set vinto dal serbo.
In un attimo la partita rischia di svoltare con un nole redivivo. Ma Jannik ha imparato da quegli errori: lo ha detto lui stesso. Non trema e chiude il match in quattro set.
"Ha etica del lavoro, voglia di imparare, desiderio, obiettivo e un quoziente intellettivo tennistico fantastico". Darren Cahill affresca Jannik Sinner e conferma che oltre al talento " ha anche un gran senso dell’umorismo e lo dimostra sempre in campo nelle interviste post match. E’ un ragazzo delizioso che ama stare in compagnia e ama passare del tempo con il suo team".
Le qualità del campione le avevamo intraviste negli anni passati, e sono diventate una realtà con le magie delle Atp Finals e della storica Coppa Davis alzata al cielo dopo qausi cinquant’anni dall’ultima volta. Jannik questa volta si è tolto lo sfizio di spezzare il ritmo a un autentico alieno, che nello slam d’Australia non perdeva da 33 partite consecutive e oltre duemila giorni. Ora lo storia, una nuova pagina, lo aspetta. Il predestinato ha il gravoso compito di riportare a casa uno slam. L’ultimo a riuscirci? Era stato Adriano Panatta, nel 1976. I tempi reclamano un trofeo, la passione degli italiani – che sono tornati a svegliarsi all’alba per tifare il campione –, pure. Jannik ti aspettiamo, te lo meriti. E non è finitia qui, perché il match potrebbe essere trasmesso in chiaro, proprio come accadde nel 2021 con la finale di Wimbledon fra Berrettini e Djokovic.
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