Sinner, la storia aspetta il nuovo numero 1. Re Djokovic è caduto. Ora c’è Medvedev

L’azzurro batte Nole e vola in finale agli Australian Open. L’ultimo italiano a vincere uno Slam fu Panatta nel ’76. L’idea della partita in chiaro

di GABRIELE TASSI -
27 gennaio 2024

Diavolo di un tennis. Compare al quarto set, senza corna, ma personificato in una smorzata di Djokovic. Una velenosa palla break, corta, cortissima – dopo un parziale appena vinto da Nole –, sulla quale quasi nessuno avrebbe potuto fare nulla. Jannik ci arriva come un uomo di gomma, tocca sotto e incrocia, in un movimento al limite del reale. Quanto basta per fare punto e ribaltare il game come un bicchiere pieno d’acqua. Il colpo di grazia al matche che vale una finale slam e un nuovo appuntamento con la storia in calendario per domani, alle 9,30 italiane. "The happy Slam. Final sunday" (lo Slam felice, finale domenica) scrive il rosso di San Candido su Instagram. E conferma: "È la mia prima finale, scenderò in campo con il sorriso, ora sono più tranquillo e darò il massimo". E c’è da credergli, perché in campo contro il fenomeno dei fenomeni ci ha messo pure il sangue. Il punteggio dirà 6-1/6-2/6-7/6-3, primi due set dominati, con Nole praticamente assente. "Oggi (Sinner, ndr) mi ha cancellato dal campo – commenta il serbo –. Invece per quanto mi riguarda sono choccato dal mio livello di gioco. Nei primi due set non ho praticamente fatto nulla. E’ uno dei peggiori match a livello Slam che ho giocato. Non è una bella sensazione, ma complimenti a Jannik per aver fatto tutto meglio di me".

E la chiave della partita è tutta in quei due primi parziali: una sorta di interrogazione perfetta in cui l’allievo batte il maestro. Sinner si presenta con un tennis potente, punteggiato di variazioni, palle corte e cambi di ritmo. Aggressivo e propositivo, proprio come ci si aspettava da lui per far scendere il re dal trono. Un iddilio che si spezza nel terzo set, un batti e ribatti sul filo del punteggio dove gli incubi dell’azzurro diventano realtà: palla break fallita, proprio come agli Us Open contro Alcaraz e set vinto dal serbo.

In un attimo la partita rischia di svoltare con un nole redivivo. Ma Jannik ha imparato da quegli errori: lo ha detto lui stesso. Non trema e chiude il match in quattro set.

"Ha etica del lavoro, voglia di imparare, desiderio, obiettivo e un quoziente intellettivo tennistico fantastico". Darren Cahill affresca Jannik Sinner e conferma che oltre al talento " ha anche un gran senso dell’umorismo e lo dimostra sempre in campo nelle interviste post match. E’ un ragazzo delizioso che ama stare in compagnia e ama passare del tempo con il suo team".

Le qualità del campione le avevamo intraviste negli anni passati, e sono diventate una realtà con le magie delle Atp Finals e della storica Coppa Davis alzata al cielo dopo qausi cinquant’anni dall’ultima volta. Jannik questa volta si è tolto lo sfizio di spezzare il ritmo a un autentico alieno, che nello slam d’Australia non perdeva da 33 partite consecutive e oltre duemila giorni. Ora lo storia, una nuova pagina, lo aspetta. Il predestinato ha il gravoso compito di riportare a casa uno slam. L’ultimo a riuscirci? Era stato Adriano Panatta, nel 1976. I tempi reclamano un trofeo, la passione degli italiani – che sono tornati a svegliarsi all’alba per tifare il campione –, pure. Jannik ti aspettiamo, te lo meriti. E non è finitia qui, perché il match potrebbe essere trasmesso in chiaro, proprio come accadde nel 2021 con la finale di Wimbledon fra Berrettini e Djokovic.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su