Sinner, lo show è senza sorriso. A Parigi in finale vola Alcaraz. Jannik torna a casa da numero 1: "Anca ok, ora testa alle Olimpiadi»
L’azzurro si arrende dopo cinque set, ma i suoi miglioramenti sul rosso sono indiscutibili. Continua la rivalità "Grande partita, sono deluso per come è finita, ma guardandomi indietro sono ovviamente molto felice".
Si sfidano nel presente e mettono radici nel futuro. Jannik si arrende alla sua nemesi perfetta Carlos Alcaraz a pochi game dalla finale del Roland Garros. In quei cinque set (2-6, 6-3, 3-6, 6-4, 6-3) spalmati su oltre quattro ore, c’è il sapore delle grandi rivalità della storia: Borg-McNroe, Agassi-Sampras, e perché no, pure l’irraggiungibile epopea di Federer-Nadal. Come dire, siamo a posto per un po’ di anni, quando anche a Nole, l’ultimo dei ’fantastici quattro’ il fisico pare stia presentando il conto. Alcaraz e il 22enne di Sesto Pusteria sono amici pure nella sfida, si rispettano e si temono. Più volte hanno entrambi fatto intendere come l’uno sia uno stimolo per l’altro a crescere. Hanno visi puliti, e il nostro Jannik appare quasi ’strano’ nella sua normalità.
Sinner esce comunque dal torneo a testa altissima e con il trono del tennis in tasca. Dal Philippe Chatrier va via seccato, e per la prima volta si vede qualche gesto di stizza, normale per chi è abitato a vincere praticamente sempre. Il bilancio però è indiscutibilmente buono, lo dice lui stesso: "Credo che sia stata una grande partita. Sicuramente nei set che ha vinto (Alcazar, ndr) ha giocato meglio nei punti importanti. Credo che quella sia stata la chiave. Ovviamente sono deluso per come è finita, ma è parte della mia crescita. Guardandomi indietro, prima di questo momento, sono ovviamente molto felice".
Appunto, chi si ricorda a che punto era un anno fa? Jannik veniva eliminato in cinque set dal tedesco Altmaier, appena al secondo turno. Per lui era solo l’inizio di una rivoluzione, che a 365 giorni di distanza lo vede guidare il gruppo davanti a tutti. E l’anca? A quella ormai chi ci pensa più... L’infortunio lo ha tenuto lontano dai campi per settimane, lo ha costretto a una lunga riabilitazione ma ora pare tutto risolto. Solo qualche brivido alle prime volte sulla terra parigina, ogni smorfia ha fatto tremare un po’ tutti. Ma l’azzurro ha subito spiegato di aver perso un po’ di muscolatura stando fermo, ed ecco spiegati i dolorini avvertiti un po’ in tutto il corpo. La sensazione è comunque quella del campione che ha messo a posto qusi tutti i mattoncini: servizio, gioco a rete e pure gli affetti, vista la confermata storia con la collega Kalinskaya. Ora testa ai giochi: "Vediamo le Olimpiadi che per me sono molto importanti. Vediamo come va".
Nettissimi i miglioramenti sul rosso, come si è visto anche contro Alcaraz. Partenza bruciante con due break sullo spagnolo praticamente a muscoli freddi. Carlitos si sforza e resiste, ma la sensazione è che la palla esca decisamente meglio delle corde dell’azzurro, capace anche di variare e tagliare lo scambio con la smorzata, usata ampiamente da entrambi in partita. Il primo set chiude 6-2, ma l’impressione è che Alcaraz abbia un po’ le carte in disordine. In tribuna c’è Ben Stiller, l’attore grande appassionato di tennis, e pure la stella brasiliana Guga Kuerten, sotto i loro occhi lo spagnolo comincia a carburare a meraviglia, gli errori di Jannik si moltiplicano e i conti si fanno pari. Bravo Sinner a far suo il terzo parziale, fortemente influenzato dai crampi alla mano, ma poi subisce il ritorno dello spagnolo che riporta la partita n parità
Dopo quattro ore è tutto un rincorresi, Sinner fa il possibile, ma perso il servizio praticamente subito, il calo della condizione atletica è un pesante fardello che si porta dietro fino alla fine del set. La sconfitta arriva a un passo dall’ennesima impresa, ma come ha detto Jannik: "Tutto fa parte della mia crescita".
Gabriele Tassi
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