Sinner non incontrerà Mattarella. Torna a Sesto Pusteria per riposare
Oggi Jannik non sarà al Quirinale dove il Presidente della Repubblica premierà le squadre azzurre

Jannik Sinner a Melbourne con il trofeo dell’Australian Open
La battuta migliore, come spesso gli capita, l’ha fatta Paolo Bertolucci: "Io da Mattarella sarei andato, ma non sono stanco come Sinner. E comunque al Quirinale non mi hanno mai chiamato, quando vincemmo la Davis tornammo di notte e di nascosto, senza esser ricevuti da nessuno", ha detto l’ex azzurro ai microfoni di ’Un giorno da Pecora’, su Rai Radio1.
Erano ovviamente altri tempi, il 1976, la Coppa delle magliette rosse nel Cile del regime di Pinochet, c’erano i socialisti e non i social...insomma, il paragone non si può fare. Ma è chiaro che il gran rifiuto tiene banco da ieri, da quando è stato annunciato che Jannik oggi non si sarebbe presentato al Quirinale dove le squadre che hanno vinto la Davis e la Billie Jean King Cup saranno ricevute dal Presidente della Repubblica. Sinner non è nuovo a declinare inviti per i quali molti venderebbero...la madre: quando rifiutò di andare a Sanremo, metà della platea lo applaudì per la sua forza nel resistere al richiamo di sirene che avrebbero sedotto chiunque altro, o quasi. Ma quello era un evento mondano, non istituzionale: è questa, al netto delle sciocchezze da moralisti in servizio permanente effettivo (ovviamente quando si tratta del portafoglio degli altri...) la vera differenza agli occhi di chi ieri storceva il naso.
Però sarebbe il caso di mettersi d’accordo, una volta per tutte. Che a Sinner non interessino molto le uscite pubbliche ’obbligatorie’ è ormai una cosa nota anche a Kyrgios. Che anche per questa sua normalità mai sguaiata Jannik piaccia a grandi e piccini, pure. Come il fatto che a volte sembri quasi un alieno nel suo anti-divismo, quando in realtà molto spesso il suo messaggio è stato accompagnato da valori che dovrebbero essere normali per tutti (l’affetto per la famiglia, la voglia di una vita privata non assediata). Non è possibile cha a sbagliarsi siano gli altri, quelli che sulle passerelle bisogna esserci perché se non appari non esisti?
"Lui sicuramente detesta queste cerimonie, è stato in clausura per parecchio tempo e quindi vorrà riposarsi qualche giorno per poi ripartire a mille, già da venerdì. Certo dire di no al presidente della Repubblica... sono delle scelte personali, diciamo così", era il ragionamento completo di Bertolucci.
Sinner in questi giorni tornerà a casa della famiglia, a Sesto Pusteria, nella valle che ha sempre saputo proteggerne la privacy e infatti non ci sono feste annunciate, in suo onore. Che il mancato passaggio al Quirinale (che ne ha semplicemente preso atto) non sia un atto di snobismo lo dimostra un’altra cosa: un anno fa Sinner da Mattarella ci andò, per festeggiare la Davis, e all’uscita elogiò l’umanità del Presidente. "Conosce la storia del tennis meglio di me".
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