Sinner portabandiera? "È lo sportivo giusto. Pochi social e tanto lavoro: un vero esempio"

Paolo Canè e l’idea di Jannik ambasciatore azzurro a Parigi: "Ama fatica e sacrificio. Almeno io ho vinto una medaglia ai Giochi prima di lui"

di GABRIELE TASSI -
5 aprile 2024
Sinner portabandiera? "È lo sportivo giusto. Pochi social e tanto lavoro: un vero esempio"

Sinner portabandiera? "È lo sportivo giusto. Pochi social e tanto lavoro: un vero esempio"

"Io davvero ho un record che Sinner non potrà mai battere" (ride, ndr).

E qual è Canè?

"Una medaglia olimpica (bronzo) ai Giochi, quando avevo 19 anni".

Deja vu sotto rete, da Los Angeles 1984, dove il tennis a cinque cerchi era solo uno sport dimostrativo, ai giorni nostri: Parigi 2024 dove per Jannik si apre l’occasione di fare da portabandiera, probabilmente nella cerimonia di chiusura, come ha precisato ieri il presidente del Coni Giovanni Malagò ("l’apertura è solitamente affidata a una medaglia d’oro"). Si decide il 22 aprile.

E secondo l’azzurro di Davis Paolo Canè, ex tennista e oggi commentatore tv, il 22enne di San Candido proprio se lo merita.

Perché?

"Da qualche mese a questa parte se pensi a uno sportivo italiano chi ti viene in mente? Jannik. E’ bravo, educato, quasi il figlio che tutti vorrebbero avere. Dice cose semplici che se fosse 400 del mondo quasi tutti lo prenderebbero in giro. E poi ha uno stile di vita bello, che ho iniziato a seguire pure io a 59 anni e mi sento meglio..."

Ci sveli il segreto.

"Mi sono un po’ liberato dai social e mi dedico più al lavoro. Jannik per i ragazzi è un esempio splendido, di come si ottengono grandi risultati con tanti sacrifici, lunghi anche anni. E’ un po’ quanto sta succedendo anche a Jasmine Paolini".

Seguirà Jannik a Parigi?

"Di più , lo commenterò quarant’anni dopo la ’mia’ Olimpiade".

Qual è stato secondo lei l’ingrediente chiave per salire al numero 2 Atp?

"Due: fiducia e solidità. Ora ha più sicurezza nei propri mezzi, e di conseguenza gli riesce tutto meglio, spinto dai risultati conquistati grazie a un duro allenamento. A rete? Gioca come prima. Da fondo? Pure, ma lo fa con più costanza di tutti e senza sbagliare, le voleè arriva a colpirle su palle più facili".

Pochi punti da difendere sul rosso, e la matematica ci dice che il numero 1 Atp non è così lontano. Quale sarà il prossimo passo per lei?

"Dare il meglio sulla superficie che gli è meno congeniale. Col cambio di superficie bisogna fare attenzione ai terraioli ’doc’ che emergono in questa fase della stagione oltre ad altri ragazzi forti nella top 10. Mi viene in mente Alcaraz, come anche Ruune o Zverev".

L’ultima volta ci eravamo sentiti per commentare la storica vittoria in Davis, Jannik è migliorato ancora per lei?

"E’ migliorato in tutto, compreso il modo di pensare e affrontare questa vita. Nella vittoria esulta poco, ma è il suo carattere: vuole sempre migliorare, gli piacciono la fatica e il sacrificio".

Quanto è ispirante per gli altri azzurri?

"E’ un esempio per tutti, Nardi compreso che ha anche vinto il torneo di Napoli. Mi piace vedere sempre più bandiere tricolore sulle tribune di tutto il mondo. Gli altri ragazzi, da Berrettini a Fognini – che l’altra sera ha centrato una vittoria lottatissima –, hanno un modello che vale oro".

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