Sinner predica subito bene nel deserto . A Indian Wells si rivede anche il vero Fognini
Jannik stende Kokkinakis all’esordio nel Masters 1000 californiano: 6-3, 6-0. Rimonta vincente di Fabio contro Zapata Miralles
Jannik continua a predicare, benissimo, anche nel deserto. Quello di Indian Wells, dove Sinner esordisce come meglio sa fare, vincendo, e prolungando così a 16 le partite conquistate consecutivamente dal finale dello scorso anno.
Il campione del primo Open di stagione all’esordio direttamente al secondo turno regola in due set (6-3, 6-0) il filiforme australiano Thanasi Kokkinakis, sprofondato verso la 100esima posizione del ranking, ma meritevole, per talento, di un posto ben più nobile.
Non che ci fossero molti dubbi sulla differenza in campo tra i due, ma ogni debutto nasconde sempre delle insidie, specialmente se si gioca, come nel caso del Masters 1000 californiano, su una superficie fintamente veloce.
Jannik, in missione per fare suo anche questo ’quinto Slam’ americano, oltre che per prendersi il secondo posto Atp ora di Alcaraz (nella notte italiana il confronto con il nostro Arnaldi), ci mette un po’ a carburare. L’aussie è un osso duro, negli scambi prolungati. L’azzurro concede anche una palla break sul 2-3 e con la prima di servizio non incide più di tanto. Poi però aggiusta la posizione in risposta e prende il largo. Il break a favore arriva sul 4-3, e il primo set è già come in saccoccia. Nel secondo, la stella di Sesto strappa il servizio per due volte di fila e fa il vuoto. Per lui anche un eloquente parziale di 11 punti a zeto, con l’australiano che perde la bussola per stare dentro il match. Il 6-0 della seconda partita dice tutto.
Buona la prima. E ora, al terzo turno, Jannik affronterà il 33enne tedesco Jan-Lennard Struff, numero 25 al mondo che nella notte italiana ha battuto e il croato Borna Coric (35) in tre set con i parziali di 6-7 (3), 6-2, 7-6 (9). I due non si sono mai affrontati in passato. Prima del match col numero tre del mondo, il torneo aveva mandato in onda un classico. Fabio Fognini, che ha esordito vincendo in rimonta contro sullo spagnolo Bernabé Zapata Miralles (risultato 4-6, 6-2, 6-3), che era stato avanti 2-0 nel secondo set e 3-1 nel terzo. Sotto 1-2 0-40 al momento della sospensione per pioggia, al rientro Fognini ha subito il break. Ma poi ha giocato cinque game da incorniciare, con 24 colpi vincenti contro i soli 7 di Zapata Miralles, numero 144 del mondo ma alla posizione 37 un anno fa.
’Fogna’, quando riesce a districarsi tra i guai fisici, se ritrova il braccio di sempre è un pericolo per tutti. Oggi Fabio dovrà vedersela con l’argentino Sebastian Baez, numero 19 al mondo dal fisico compatto ed esplosivo: un avversario quasi proibitivo, se non stessimo parlando di un talento azzurro che quasi tutto può, se in condizione. E qui sua moglie Flavia Pennetta trionfò dieci anni fa...E poi, il cemento così lento e abrasivo del deserto californiano, di fatto, allena per la stagione sulla terra rossa, quasi alle porte. E’ un caso, la conformazione di questi campi, volutamente lenti nonostante il tipo di superficie. Il fatto è che il clima particolare di Indian Wells, con l’aria secca ed escursioni termiche da record, farebbe letteralmente volare le palline. Quasi si fosse su campi in altura. Con gli anni, il cemento è stato così reso sempre più lento, aumentando il coefficiente di attrito specifico. Risultato: gioco per nulla veloce, e palline già ’stressate’ e sfibrate dopo appena uno scambio.
Non sempre vince a Indian Wells il più talentuoso – negli ultimi anni hanno trionfato anche Fritz e Norrie – ma senz’altro quello più in forma, che sa correre e picchiare senza sosta come sulla terra.
Continua a leggere tutte le notizie di sport su