Sinner sa come si batte il gigante russo. Miami o non Miami, c’è sempre Medvedev

Alle 20 la semifinale del Masters 1000 in Florida, Jannik ha vinto le ultime quattro sfide dopo aver perso le prime sei contro l’ex n.1

di PAOLO GRILLI
29 marzo 2024
Daniil Medvedev, 28 anni, e Jannik Sinner, 22

Daniil Medvedev, 28 anni, e Jannik Sinner, 22

Roma, 29 marzo 2024 – Il campione gentile e amato da tutto contro il gigante scorbutico dalla provocazione facile. Una sintesi senz’altro di parte, per la semifinale Sinner-Medvedev di stasera alle 20 a Miami, ma utile per rappresentare l’aura di grandezza anche umana che il campione di Sesto sta attirando su di sé.

Dall’ombrello tenuto per proteggere la raccattapalle, agli scambi in carrozzina contro la stella Hewitt, fino al ghiaccio preso dal suo freezer per soccorrere una spettatrice: Sinner in Florida ha smontato ogni maligno pregiudizio sui fuoriclasse più spietati in campo, mostrando un cuore grande così. Lo stesso che gli ha consentito di trasformare il russo da tabù ad avversario del tutto gestibile. Dopo sei sconfitte consecutive contro lo spilungone di Mosca, l’ultima proprio a Miami in finale un anno fa, Jannik ha fatto click e si è preso gli ulteriori quattro duelli: a Pechino e Vienna in finale, alle Finals di Torino e nell’ultimo atto dell’Australian Open. Una rimonta, quella che ha regalato a Sinner il suo primo Slam, che riassume l’inesorabile classe del nostro. Che – alla Djokovic, – ora è solito partire senza sgommare nei suoi match, salvo poi scatenare la sua classe totale.

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Quella in semifinale a Indian Wells contro Alcaraz è l’unica sconfitta del 2024 per Jannik, che ha già raccolto venti vittorie quest’anno. Non che al russo vada male – dal primo gennaio ne ha vinte diciotto e perse tre – ma l’inerzia non è dalla sua parte. A Melbourne, Medvedev per due set colse di sorpresa Jannik, accorciando gli scambi e non portandoli al numero minimo di colpi che consenta al suo tennis sghembo ma geniale di cuocere l’avversario. E c’è curiosità su come possa impostare il match odierno dall’alto della sua innegabile intelligenza in campo. La sua palla piatta, che rimbalza poco, e sempre profondissima, sarà un rompicapo che Jannik dovrà cercare di risolvere nel minore tempo possibile.

Quanto sia nobile la sfida di stasera, lo si capisce dal fatto che Sinner e Medvedev sono tra i pochi eletti ad aver raggiunto almeno la semifinale nello stesso anno all’Open d’Australia, a Indian Wells e appunto a Miami. Prima di loro, c’erano riusciti solo Federer (5 volte), Djokovic (4), Edberg (2), Sampras (2), Agassi (2), Nadal (2), Muster (1), Rios (1) e Murray (1). E poi, altra statistica che porta il sorriso, l’azzurro è in ottima compagnia se si guarda a chi ha vinto venti partite sulle prime ventuno in una stagione: chi c’è riuscito prima di lui, è poi diventato numero uno al mondo: Agassi, Hewitt, Federer, Murray, Djokovic e Nadal. C’è un 22enne che dal cuore delle Alpi che sta facendo la rivoluzione del tennis, non è più il russo.

Ieri Alexander Zverev ha strappato il pass per la semifinale dell’altra parte del tabellone. Con un break nell’ultimo game del primo set e un altro nel game conclusivo del secondo, ha sconfitto 6-4 7-5 l’ungherese Fabian Marozsan. Nella notte italiana è andato in scena l’altro quarto, Alcaraz-Dimitrov.

Errani-Paolini in volo. Oggi anche la semifinale di doppio femminile. Le due azzurre hanno sconfitto ai quarti 6-2 6-2 le russe Ekaterina Alexandrova e Irina Khromacheva, in campo come atlete neutrali. Nella seconda semifinale stagionale, dopo quella giocata al Wta 500 di Linz dove hanno conquistato il secondo titolo in carriera in doppio, Errani e Paolini affronteranno le statunitensi Sofia Kenin e Bethanie Mattek-Sands, ex numero 1 del mondo e cinque volte campionessa Slam in doppio.

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