Sinner terzo, il regno è appena iniziato: "Jannik ha tutto per diventare numero uno"

Il presidente federale Binaghi: "Abbiamo una bella generazione di talenti. Il no a Sanremo? Lui è il primo a non volere distrazioni"

di DORIANO RABOTTI -
20 febbraio 2024

Roma, 20 febbraio 2024 – Presidente Binaghi, Sinner è una benedizione piovuta dal cielo o la punta di un iceberg?

"Tutte e due le cose. C’è molto di suo, ma c’è anche la programmazione dietro, altrimenti non avremmo questa quantità di ottimi giocatori, Berrettini, Musetti, Cobolli, Sonego, Arnaldi, Nardi, le ragazze arrivate in finale a squadre, e non voglio dimenticare nessuno. Poi è chiaro che alcune cose non sono programmabili".

Sinner unisce al talento una solidità mentale pazzesca.

"Il tennis è uno sport di combattimento, anche se non c’è il contatto. Richiede una grande completezza, giochi contro l’avversario e contro te stesso. Servono la tecnica, la tattica, la capacità di resistere, certo anche l’abilità. Lui le ha tutte".

Angelo Binaghi, presidente della federtennis, qui presso la nuova sede della Fitp con Jannik Sinner al suo ritorno dopo il successo nell’Australian Open
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Come si spiegano tanti italiani forti nello stesso momento?

"Soprattutto adesso sono giovani, perché i Panatta e le Schiavone che vincevano nel passato lo facevano nella maturità sportiva. Qui siamo di fronte a un gruppo di poco più che ventenni".

Il segreto qual è?

"Per vent’anni nessuno ci ha considerato, ora vengono da tutto il mondo a chiederci come abbiamo fatto. Io ad alcuni racconto anche bugie, perché non ci copino troppo in fretta. Credo che la cosa fondamentale siano i progetti, le idee, e anche il fatto di aver puntato sull’efficienza della federazione".

Rispetto agli altri sport patite meno il gap degli impianti?

"Nel nostro caso la differenza con gli altri paesi non sta nei campi, ma nei soldi. I quattro paesi che ospitano gli Slam hanno grandissime risorse, è come se potessero viaggiare su una Ferrari e noi in auto di serie".

Oddio, non tutti sembrano capaci di accenderla...

"Vero, ma Stati Uniti e Francia per esempio sanno capitalizzare meglio questo vantaggio".

Lei ha ’offerto il petto’ per proteggere Sinner dopo l’Australia. Molti suoi colleghi l’avrebbero portato a Sanremo e cantato un duetto con lui...

"È proprio questo il problema. Abbiamo già avuto esperienze in passato con altri, Jannik è il primo a non volere distrazioni, perché vuole crescere ancora. I due giorni con lui a Roma sono stati i più faticosi della mia vita. Abbiamo dovuto dire dei no persino al Vaticano. La verità è che in questo momento Jannik in Italia non potrebbe vivere, tanto è l’affetto nei suoi confronti".

Lui sembra molto più maturo della sua età.

"Per due motivi fondamentali: l’incredibile educazione che ha ricevuto e la sua intelligenza. È il giocatore più intelligente che abbia mai conosciuto, a questi livelli".

Sui social hanno scritto che i successi di Sinner sono la fine del padel.

"La fine del padel non faremo in tempo a vederla, perché non ci saremo più quando accadrà. Cresce del 40% ogni anno, è parallelo al tennis e perfettamente compatibile".

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