Sinner, testa da numero 1. Ha scalato la classifica e ora insidia Djokovic: il segreto è la volontà

Dopo la sconfitta contro Nole a Wimbledon è iniziato un percorso di crescita fisica e mentale che ha permesso di arrivare a vincere la Coppa Davis e l’Australian Open pensando al lavoro e rifiutando anche il Festival di Sanremo .

di DORIANO RABOTTI -
17 marzo 2024
Ha scalato la classifica e ora insidia Djokovic: il segreto è la volontà

Ha scalato la classifica e ora insidia Djokovic: il segreto è la volontà

Il segreto delle vittorie di Jannik Sinner sta nella sconfitta più bruciante, quella che ha cambiato tutto. Quando a Wimbledon l’anno scorso subì la rimonta di Djokovic che era sotto di due set, al suo coach Cahill l’apparentemente mite Jannik chiese: dove posso migliorare?

Ecco, è questa la domanda scolpita nella testa del nostro campione che ha fatto da motore ad una crescita imperiosa ed impetuosa nei mesi successivi, una crescita esplosa in positivo a partire dalle Finals passando per la Coppa Davis dei record e poi l’Australian Open e Rotterdam.

Il Sinner che nella notte ha affrontato nella semifinale di Indian Wells il suo probabile rivale del prossimo decennio, Carlos Alcaraz (partita interrotta subito per la pioggia sul 2-1 del primo set), con l’obiettivo di salire subito al numero 2 al mondo, è ovviamente un giocatore di talento. Ma è soprattutto con la volontà e la lucidità che ha costruito un boom di risultati e di successo mediatico che ha già fatto esaurire, a due mesi dall’evento, i biglietti della finale degli Internazionali d’Italia in programma il prossimo 19 maggio. Ieri rimanevano solo 200 abbonamenti per il Centrale, già venduti gli altri 10.100 biglietti.

Merito di Sinner, ovviamente, ma anche dell’incendio di fiducia che ha appiccato con i suoi successi. Perché da quando ha mostrato che si può fare, che si può vincere una Davis o uno Slam, che si può puntare ad arrivare al numero 2 nel ranking Atp e poi un giorno magari al numero 1, anche gli altri azzurri hanno tolto il freno a mano che bloccava le ambizioni. Vincendo tornei di minor valore, ma comunque vincendo.

La sensazione che sia in atto un ricambio generazionale è sempre più marcata: il ritiro di Federer e le difficoltà fisiche di Nadal hanno avviato il processo, ma le picconate che Sinner ha dato al trono di Djokovic (talmente scosso dall’eliminazione subita per mano dell’altro italiano Nardi da annunciare il forfait a Miami) sono qualcosa di più di un sogno di grandezza. La semifinale di Melbourne ha fatto pensare ad un cambio di testimone tra il re dei major Nole, 24 vittorie di cui 10 in Australia, e il nuovo pretendente al trono. Prima di affrontarlo in semifinale, lo stesso Alcaraz che pure ha tutti i mezzi per fronteggiarlo ha detto che oggi Jannik è il numero 1 al mondo.

Ci arriverà, grazie al lavoro con tutto il suo staff, compreso quello che gli ha permesso di mettere su 4 kg di muscoli senza incidere sull’equilibrio complessivo. Ha vinto sapendo dire dei no, perché lui e il suo gruppo sapevano che servivano: no alla semifinale di Davis, no al Festival di Sanremo.

Sì a diventare un fenomeno che oggi tutto il mondo ci invidia.

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