Sinner, un trionfo da dieci e lode. Medvedev domato ancora in finale. Jannik ora gioca da numero uno
L’altoatesino conquista a Vienna il suo quarto torneo in stagione, in carriera è il decimo come il mito Panatta. In Austria una prova di forza, a Parigi Bercy può aumentare il bottino: poi le Finals Atp e la Davis per la storia .
Il mito Panatta è raggiunto anche per tornei Atp vinti, dieci, dopo l’aggancio storico alla quarta posizione del ranking mondiale. Ma ora Jannik Sinner può fare ancora meglio, se solo saprà mantenere questa spietata intensità di gioco, se solo i suoi 22 anni saranno garanzia di magnifiche sorti e progressive nell’Olimpo del tennis.
Medvedev ancora battuto in finale. Due settimane dopo Pechino, un altro capolavoro a Vienna – 7-6(7), 4-6, 6-3 le cifre che certificano un’impresa confezionata in tre ore di battaglia – e altro torneo ’500’ che finisce in bacheca per l’altoatesino. Tre anni fa era ancora teenager, oggi Jannik vanta già un palmares da campione, di quelli che richiedono tempo per essere elencati da cima a fondo. Altra chicca: le partite vinte in stagione salgono a 56, altro record ritoccato, e non è finita qui perché alle porte c’è l’Atp 1000 di Parigi-Bercy prima delle Finals di Torino e della Davis. Show che richiama show.
Contro il gigante russo abile a smontare il tennis di qualsiasi avversario con la sua capacità di stare dentro ogni scambio, Jannik fa il colpaccio rispedendo al mittente il bollente cubo di Rubik. Alla fine è stato Daniil a non capirci più nulla, sfinito dalle soluzioni geniali del nostro Rosso, arrivato a un livello di completezza che tutti gli devono invidiare.
Nel primo set, il russo va avanti di un break sul 3-1 ma viene immediatamente controbreakkato dal nostro. E’ una battaglia durissima che si trascina al tie-break, in cui Daniil sembra involarsi, ma poi Jannik rimonta dall’1-4 al 6-5. L’altoatesino si esalta e chiude poi per 9-7 con una risposta supersonica.
Nel secondo set, Sinner mostra un po’ di stanchezza e cede il servizio sul 2-2. Medvedev ne approfitta e piazza un altro break portandosi sul 5-2. Troppo tardi per rimontare, ma comunque l’azzurro riesce a rimettersi in carreggiata strappando una volta il servizio all’avversario, che chiude 6-4
Il terzo e decisivo parziale, già dai primi game, è un duello di rara intensità. In vantaggio 1-0, Sinner non sfrutta tre palle break. Sull’1-1, riesce a salvarne una. E sul 2-1 a proprio favore, in un epico quarto game da quasi venti minuti, ne ha addirittura nove, riuscendo a sfruttare l’ultima. Ma poi il gigante russo si riprende subito e strappa il servizio a Jannik e si porta sul 3-2 e servizio. Jannik però vola ancora e brekka ancora Medvedev, davvero sulle ginocchia al di là dei gesti provocatori a imitare le difficoltà fisiche dell’azzurro: è il 4-2 che dà la svolta al set. L’altoatesino mette il pilota automatico e va a vincere 6-3, vincendo l’ultima grandiosa resistenza dell’uomo di Mosca che non sfrutta due palle break sul 5-3 per il nostro.
Medvedev era il tabù per la nostra stella, ora è cambiato tutto. Se i primi sei precedenti avevano sempre premiato il russo dal sorriso difficile e dalla polemica facile, gli ultimi due hanno ribaltato le gerarchie del duello. Jannik, figlio dello chef Hanspeter e di mamma Siglinde ieri esultanti in tribuna, ha ’cucinato’ il trionfo con la spavalderia dei fuoriclasse, sfidando l’avversario sul suo terreno preferito, quello dello scambio e del ritmo. Questo trionfo è come una Sacher, irresistibile nella sua magnifica semplicità. Prevediamo, molto banalmente, che non sarà l’ultimo.
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