Sinner vince gli Australian Open: epica rimonta, ecco cosa è successo nel match contro Medvedev
Jannik piomba nell'incubo per due set, poi risorge e conquista il suo primo slam in rimonta al quinto set dopo quattro ore di gioco: 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3. E' storia!
Melbourne, 28 gennaio 2024 - La storia si è compiuta nel modo più epico e memorabile. Jannik Sinner ha vinto il suo primo slam della carriera rimontando due set a Daniil Medvedev e chiudendo la finale degli Australian Open dopo quasi quattro ore di gioco. Decisiva la resilienza di Jannik, che è dovuto risorgere come la fenice dopo due set dominati dal russo, ma con costanza, coraggio e talento ha saputo risalire per vincere 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3 e riportando uno slam in Italia da Adriano Panatta (Roland Garros 1976). Le 13.32 ora italiana segnano la storia del nostro tennis.
La partita: incubo per due set
Banale, banalissimo, ma la partita di Sinner si gioca sui miglioramenti al servizio, soprattutto contro un giocatore che risponde da molto lontano per iniziare a tessere la sua trama di scambi infiniti. Il russo, memore delle recenti sconfitte, opta per una tattica meno prudente e decide di stare qualche passo più vicino alla riga di fondo campo per togliere il comando delle operazione a Jannik. Il primo set fila via così, con Medvedev a sfornare ace e a togliere le accelerazioni a Jannik. Subito break al terzo game con due buoni passanti. Il russo non abbassa la guardia e tiene in maniera solida i suoi servizi, inibendo le bordate di Sinner e variando la sua tattica rispetto al passato. Jannik si aggrappa al set e rimane in scia, seppur sotto di un break, sul 4-3, ma c’è la sensazione che a comandare sia il russo che lo obbliga ad adattarsi al suo gioco e non viceversa. Anche un po’ di tensione in Sinner che vede calare le percentuali di prime palle e così Medvedev riesce ad aggredire fin dalla risposta. Sinner, in affanno, deve prima annullare due set point sul 5-3, ma al terzo, con un rovescio in corridoio, cede il primo parziale dopo poco più di mezz’ora di gioco.
Sinner è letteralmente acqua alla gola, Medvedev lo aggredisce ad ogni seconda palla di servizio e già al secondo game c’è una nuova palla break per il russo, abilissimo nell’asfissiare le fonti di gioco di Jannik. L’azzurro si salva ripetutamente per il rotto della cuffia, sfruttando una evidente mancanza di mano di Daniil sotto rete. Sinner deve annullare in totale tre palle break per pareggiare 1-1. I game di battuta di Sinner sono sempre lottati, mentre quelli di Medvedev filano via lisci e il tutto si traduce in un rapidissimo 4-1 del secondo set. Il russo è un robot, non sbaglia un colpo e gioca più veloce di Sinner, incapace di trovare le sue proverbiali accelerazioni. Altre due palle break per Medvedev che concretizza con un brutto errore di Jannik sul serve and volley: 5-1. Sinner ha un sussulto e risale sul 5-3, trovando anche una occasione per rientrare in partita con una palla break al cospetto di un doppio fallo di Medvedev che apre una porta, ma Jannik spara un diritto incrociato a mezza rete e allora il russo si ridesta e chiude anche il secondo parziale dopo un’ora e mezza di gioco.
La rimonta
Lotta come può anche nel terzo Jannik che quanto meno riesce a tenere il suo servizio nei primi tre game di battuta, dando la dimostrazione di essere un po’ di più dentro la partita. Restano però le imprecisioni di troppo di un tennis meno esplosivo di quello visto nelle prime sei partite del torneo. Solo a sprazzi si vedono i colpi alla Sinner, ma sembra mancare ancora continuità per riaprire la partita. Jannik tiene comunque il campo, ma il russo è implacabile al servizio e non concede occasioni e il set viaggia sui binari della parità sul 4 pari. Il nono game è lottato per Sinner che vede rimontarsi da 40-15 a 40-40, ma alla fine riesce a portare a casa il servizio. E’ un game decisivo, perché sul 5-4 Sinner ritrova i suoi colpi e, anche se spreca un facile passante di diritto, riesce ad allungare la contesa punzecchiando un fallace diritto di Medvedev che finisce out. Si va al quarto. Il russo utilizza la tattica del bagno prima del quarto set, cinque minuti e oltre fermi, ma Sinner sembra non scomporsi, vince il primo game e si procura palla break nel secondo, ma Medvedev annulla e impatta. Sul 2-1 in suo favore c’è un’altra palla break; annullata con una bella giocata del russo. Gli scambi diventano lunghi, il fiatone si fa sentire e la battaglia diventa senza esclusione di colpi. Sul 3 pari è Medvedev a tornare palla break dopo un set e mezzo, ma Sinner cancella tutto con l’ace. Si gioca su un equilibrio molto sottile, ed è Sinner a sfruttare la folata di vento favorevole per gettare Medvedev al quinto set: due bordate di diritto e 6-4 dopo oltre tre ore di gioco. L’apertura del quinto set è memorabile. Sinner vince uno scambio di 39 colpi e poi chiude il primo game con un ace di seconda palla, ma Medvedev non si scompone e si aggrappa al servizio per pareggiare i conti. I colpi di Sinner ritrovano efficacia, potenza e precisione e Medvedev non è più così sicuro di fare punto sullo scambio lungo, infatti è il servizio a tenerlo in piedi nel momento del bisogno. Daniil però cede nel sesto game sul punteggio di 3-2 Sinner, lasciando tre palle break con un passante di Jannik e un serve and volley discutibile, così l’azzurro ne approfitta e aggredisce sulla seconda palla per salire 4-2 e servizio. Il settimo game vede uno scambio di 27 colpi che Sinner chiude magistralmente con uno splendido diritto incrociato, poi il servizio per il 5-2. Medvedev tiene la sua battuta e si arriva al 5-3, ma il momento della storia si compie alle 13.32 ora italiana, quando Jannik chiude la sua rimonta dopo quasi quattro ore per 3-6 3-6 6-4 6-4 6-3. L'azzurro riporta uno slam maschile in Italia dopo Panatta: è l’apoteosi di cui tutta Italia può godere. C’è un campione e si chiama Jannik Sinner.
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