"Tra Nole e Borg», il mix di Nargiso. "Jannik non ha la fissa del risultato ma punta sempre a migliorarsi»
Per l’ex giocatore (oggi commentatore tv), il 23enne è l’erede designato del campionissimo serbo. E sul ricorso Wada: "Dovesse arrivare una sanzione l’affronterà sereno: sa che siamo tutti con lui". .
Prendete Djokovic e ci aggiungete un pizzico di Borg. Poi completate con la serenità di un ragazzo "che non ha l’ossessione del risultato, ma solo quella del miglioramento".
Diego Nargiso, ‘Legend’ di Sport e Salute e commentatore tv. E’ questa la ricetta per un Sinner vincente?
"Sì, dico da tempo che Jannik è l’erede designato di Nole. Dalla sua parte in più ha una completezza tecnica migliore (rispetto a quando il serbo aveva 23 anni), meno teatralità e la grande dote di saper tenere a bada i demoni interiori".
Come ci riesce?
"Sembra di ghiaccio, proprio come era Borg, ma in realtà non lo è. Ha solo capito come fare a dare il meglio nei momenti più difficili della partita, e che oltre al risultato e alle vittorie nella vita c’è qualcosa in più. Perle di saggezza da parte di un ragazzo giovanissimo: io ho 54 anni e agli Us Open l’ho ringraziato perché con il suo comportamento mi ha insegnato tanto. Così cerco di riportare queste ’lezioni’ ai miei ragazzi".
Ieri però si è lasciato andare, e ha ammesso di aver perso un po’ il sorriso con il caso ’doping’. Quanto è stato condizionato secondo lei?
"E vero, credo un po’ il sorriso l’abbia perso. Perché mentre montava il caso e si indagava, cominciava a chiedersi come l’avrebbe presa il pubblico. Una persona con dei principi così saldi, con una così sana cultura del lavoro iniettata dai genitori può effettivamente andare in crisi se viene messa in discussione la sua integrità".
E poi?
"Poi ha visto che il 90% del mondo era con lui, che ha creduto alla sua innocenza (confermata dalla prima sentenza, ndr) e all’idea di un successo sportivo cercato senza scorciatoie".
Ora c’è da superare l’ultimo (forse) scoglio del ricorso Wada al Tribunale arbitrale dello sport.
"Posto che non è più in discussione la sua buona fede (l’agenzia antidoping contesta la "negligenza" per non aver vigilato sull’operato dei collaboratori, ndr), se anche nel più estremo dei casi dovesse arrivare una sanzione l’affronterebbe con serenità, sapendo che siamo tutti con lui , gli crediamo, e la sua carriera non verrebbe minimamente intaccata da questo".
Alleggeriamo. Se fosse al posto di Sinner, da qui a fine anno come gestirebbe la selva di appuntamenti?
"Credo che potrà fare bene a Bercy come in Davis e alle Finals. Secondo me il suo obiettivo principale sarà il torneo dei maestri per trovare finalmente una grande vittoria davanti al suo pubblico, quello italiano a Torino. In Davis è una certezza: con lui partiamo sempre 1-0, quest’anno delle sole 6 partite perse, tre volte è successo contro Alcaraz. Trovarlo sul cammino potrebbe essere dura, ma la riconquista dell’Insalatiera non è impossibile".
Gabriele Tassi
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