Zverev e il diabete, scoppia il caso insulina al Roland Garros. “Mi hanno vietato di fare le iniezioni in campo”
Il tennista tedesco soffre di diabete di tipo 1: “Per fare la puntura devo utilizzare le pause bagno”. Ma la portavoce del torneo parigino: non è così, il regolamento lo consente
Parigi, 7 giugno 2023 – Sport e diabete, una malattia con cui diversi atleti di primo piano convivono da anni. Camminando in equilibrio su un filo sottile ai cui lati si incontrano allenamenti e ipoglicemie, competizioni agonistiche e punture di insulina.
È il caso di Alexander Zverev, il tennista tedesco che ha raggiunto i quarti del Roland Garros 2023 battendo Dimitrov tre set a zero. Tra lui e la semifinale, questo pomeriggio, c’è l’argentino Etcheverry. Nel frattempo, il numero 27 del mondo in questi giorni ha dato il via a una polemica che lo riguarda molto da vicino.
Quando in conferenza stampa dopo l’ottavo che l’ha visto competere contro Dimitrov gli è stato chiesto quanto la sua patologia lo avesse ostacolato nell’attività sportiva, Zverev ha rivelato il suo malcontento per l’organizzazione dello slam parigino. “Nei tornei ATP è semplice. Mi inietto l'insulina durante i cambi di campo quando ne ho bisogno. Ma qui a Parigi non mi è consentito”.
Il 26enne tedesco nel 2022, già nel pieno del suo successo, aveva rivelato di essere affetto da diabete di tipo 1 dall’età di 3 anni. In seguito, non era più tornato sull’argomento, fino a questo episodio.
Alla richiesta di spiegazioni più dettagliate sull'accaduto, il tennista ha chiarito: “Se lascio il campo per farlo negli spogliatoi mi vale come una pausa per andare in bagno. Abbiamo solo due pause a partita, ma in una partita da cinque set potrei aver bisogno anche di quattro o cinque siringhe. Questo è necessario per la mia salute”.
Il giocatore tedesco nella stessa conferenza ha ricordato quanto accaduto durante la sfida con Dimitrov. "Ho chiesto di uscire dal campo, anche solo per cinque secondi. Me lo hanno vietato. Tutto questo non ha senso”, ha raccontato.
Se, dunque, nei tornei del tour Atp gli è permesso di iniettarsi l’insulina direttamente sul rettangolo di gioco, ad esempio durante le pause di 90 secondi al cambio campo, all’Open di Francia non può fare lo stesso. Secondo quanto stabilito dalla Federtennis francese, infatti, il giocatore deve necessariamente allontanarsi dal campo, anche se questo spostamento varrà come pausa-bagno. "Ciò significa che qualcosa che è necessario per la mia vita non è permesso”, commenta ancora Zverev.
"Se devo farmi l’iniezione fuori dal campo, mi faccio l’iniezione fuori dal campo. Ma poi non dirmi che conta come una pausa per il bagno. È una cosa di cinque secondi. Se non mi faccio l’iniezione, visto che sono diabetico da quando ho tre anni e mezzo, la mia vita è in pericolo”.
Già in altre occasioni si erano verificati fraintendimenti a tal proposito, come durante la partita contro lo slovacco Alex Molcan. “Negli spogliatoi è entrato un supervisore che non aveva idea che fossi diabetico. È andato nel panico perché dovevo farmi l’iniezione da solo. Ha detto no no, deve venire il dottore. Per fare cosa? – ha risposto Zverev –. Un dottore normale non ha idea di cosa mi devo iniettare. Se non è un diabetologo, avrà la stessa idea di te su quanta insulina mi devo iniettare. Che cosa pensi, che mi dopo durante una partita?”.
E così il quotidiano tedesco Süddeutsche Zeitung ha deciso di chiedere spiegazioni agli organizzatori del torneo. Ricevendo una risposta che non coincide con le dichiarazioni del numero 27 del ranking Atp. Una portavoce ha infatti spiegato che il tennista è autorizzato a iniettarsi l’insulina in campo e, qualora si allontanasse per farlo, non gli verrebbe conteggiata come pausa per andare in bagno.
La battaglia di Zverev per sensibilizzare il mondo dello sport sugli atleti affetti da diabete prosegue. Come ha ricordato lo stesso tennista in un’intervista esclusiva a Eurosport-Germania, sul tema mancano regole specifiche. Zverev non ha intenzione di mollare per far valere i diritti delle persone con la sua stessa patologia. Che sostiene, anche economicamente, tramite la ‘Alexander Zverev Foundation’.
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