Il volley celebra il suo passato: una memoria condivisa

Il mondo del volley dimostra ancora una volta la sua capacità di rispettare il passato e onorare i suoi maestri. La cerimonia a Bologna ha celebrato i premiati e ha ricordato coloro che non ci sono più, mantenendo viva la memoria.

di DORIANO RABOTTI -
6 febbraio 2024

La memoria condivisa. Senza voler allargare il discorso alla società civile, anche se si potrebbe benissimo fare, è giusto riconoscere al mondo del volley una qualità che non sempre si trova in altre discipline sportive. Ed è la capacità di rispettare il proprio passato, di considerare i maestri come una ricchezza e non come una tassa noiosa. Lo ha dimostrato una volta di più la cerimonia di ieri a Bologna, in Sala Borsa, un luogo suggestivo che una volta ospitava le partite di volley e i derby di basket e ieri ha permesso l’abbraccio a chi c’è e a chi c’era, tra sorrisi e commozione.

Sul palco, nella cerimonia condotta con la solita elegante competenza da Federica Lodi, si sono alternati i premiati e i loro...delegati, perché alcuni riconoscimenti erano alla memoria. È il caso di Michele Pasinato (c’era la moglie Silvia), opposto dei Fenomeni di Velasco, dello storico presidente di Torino Franco Leone e di Carlo Gobbi, maestro di tutti i giornalisti di volley, che come avrebbe detto lui, sono ’andati avanti’.

C’erano invece veri monumenti del volley azzurro, come Liliana ’Lilly’ Bernardi, centrale della Teodora Ravenna degli 11 scudetti, che non era alta abbastanza per quel ruolo, ma lei non lo sapeva e ci giocava benissimo lo stesso. C’era il ct degli azzurri Ferdinando De Giorgi, premiato per i suoi successi di atleta. C’era Oddo Federzoni, giocatore scudettato e poi ottimo allenatore, che a quasi 90 anni ha dato una lezione di lucidità e di memoria. C’era Dionisio Lequaglie, pioniere vincente del beach volley italiano. C’era Aristo Isola, dirigente titolato con i club di Modena e Parma e poi con la nazionale. Non c’era per motivi di salute l’arbitro Sergio Gelli, non c’erano neanche due che nella Hall of Fame erano già entrati, Gianfranco Briani storico segretario della Fipav e Giuseppe Brusi che fu alla base delle vittorie di Ravenna sia nel femminile che nel maschile. Sono scomparsi da poche settimane, ma in mondo come quello del volley che sa come tenere viva la memoria, saranno sempre con noi.

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