Megabox Feduzzi: "Vi racconto una favola"

Il libero dai campetti allo scudetto con l’Imoco under 18, al grande ritorno: "Wijnhoven il mio idolo, la mamma ultras la prima tifosa"

di BEATRICE TERENZI
23 gennaio 2025
Il libero dai campetti allo scudetto con l’Imoco under 18, al grande ritorno: "Wijnhoven il mio idolo, la mamma ultras la prima tifosa"

Il libero dai campetti allo scudetto con l’Imoco under 18, al grande ritorno: "Wijnhoven il mio idolo, la mamma ultras la prima tifosa"

Il libero Alice Feduzzi, una pesarese che difende i colori della sua città nel massimo campionato di pallavolo. E’ il simbolo di un territorio. Nata a Urbino nel 2006, dalle giovanili della provincia è approdata a Conegliano, nella società che negli ultimi tempi ha vinto tutto, per poi arrivare quest’anno alla Megabox.

Come è iniziato tutto?

"A 4 anni nel mini volley della Robur Tiboni, poi sono passata al Volley Pesaro. Ho giocato anche nell’Apav e nella Blu Volley. Ho vissuto a Morciola e adesso abito a Osteria Nuova".

Poi la chiamata dell’Imoco…

"Prima avevo fatto un provino a Pordenone dove mi hanno preso per giocare nell’under 16 e serie D e nell’under 18 e in B2. Dal nulla quando ero lì mi ha chiamato l’Imoco, non me l’aspettavo. Io sono una autodidatta. Guardavo giocare mia sorella Sofia di sette anni più grande di me, lei militava sotto i Torricini".

In realtà lei da molto prima era sugli spalti di un campo da pallavolo, giusto?

"Sì, ho cominciato ad andare alle partite di volley da quando ero nella pancia di mia mamma Marzia. Lei è una Balusch e quindi seguiva l’allora Scavolini e adesso la Megabox sempre con il gruppo organizzato dei tifosi biancoverdi".

Sua mamma è una ultrà?

"Sì, è una super tifosa. Anche adesso. Ma tutta la mia famiglia mi segue, mio padre e le mie due sorelle, anche il mio fidanzato Daniel si è appassionato. Ma ci sono tante persone che mi sostengono. A volte mi fa strano. Al termine delle partite mi chiedono una foto, un autografo, a me fa piacere, ma non sono abituata".

Lei che è nata nel vivaio del volley pesarese cosa direbbe a una ragazzina che si avvicina a questo sport?

"Direi di non sottovalutarsi mai. Io per esempio all’inizio non mi vedevo all’Imoco, poi piano piano ho guadagnato il mio posto. Non bisogna mai fare paragoni con gli altri, l’importante è andare dritti verso l’obiettivo".

A chi si ispira?

"Quando ero piccola, avevo due anni, Elke Wijnhoven che giocava nella Scavolini. Adesso Monica De Gennaro. Mi sono anche allenata con lei durante la stagione a Conegliano. E’ una grande persona oltre che una campionessa".

Qual è il ricordo più bello dell’esperienza con l’Imoco?

"Quando abbiamo vinto lo scudetto Under 18. Era l’obiettivo e noi l’abbiamo centrato. Io sono stata chiamata per giocare con l’Under 18 e in B1. A Conegliano per me era tutto nuovo, all’inizio non mi sentivo pronta, poi quando mi sono trovata a mio agio è stato tutto in discesa".

Una carriera al contrario: prima è andata fuori poi quest’anno è tornata a casa. Che effetto fa?

"E’ stato strano e non me l’aspettavo. Prima di partire non ero nessuno, adesso la gente mi ferma al supermercato di Vallefoglia dove vado a fare la spesa. Giocare per la squadra della mia città per me è bellissimo e surreale, un sogno che si realizza".

Ha sempre ricoperto il ruolo di libero?

"Sì, è una scelta, mi è sempre piaciuto. Amo difendere, sono sempre per terra come dicono i miei genitori".

Come vive il fatto di entrare a partita in corso e nei momenti anche più delicati del match?

"All’inizio è stata dura, ero agitata, facevo dei grandi respiri, entrare dalla panchina è il ruolo più difficile, devi fare bene, hai una grande responsabilità. Adesso sono sciolta, sono più me stessa, non vedo l’ora di giocare, è la strada giusta. Sento la fiducia dell’allenatore e di tutte le compagne".

Al PalaMegabox è la giocatrice più amata. Sente il calore del pubblico?

"Mi sento a casa, ma ancora quando mi bussano nella schiena per chiedermi un autografo resto sorpresa. Firmo talmente tanti autografi che l’altro giorno dal dentista ho firmato mettendo anche il mio numero di maglia, il 4".

Pallavolo, ma anche studio e hobby. cosa fa quando non difende in campo?

"Studio Ragioneria, mi piace mettere a posto casa, leggo romanzi e libri autobiografici, dove prendo ispirazione, acquisisco mentalità, capisco come gestire l’ansia. Sto preparando l’esame per prendere la patente".

Ha sempre giocato a pallavolo?

"Ho anche fatto nuoto. Sono stata sempre molto attiva".

Come si vede in un futuro prossimo?

"Giocare in A1 da titolare, me lo merito, non è mai stato facile, ho lavorato sodo".

Beatrice Terenzi

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