Gli assist di coach Moretti: "Banchi e Cagnardi al top. Virtus e Aquila sul sicuro"

Il doppio ex: "Luca ha avuto un impatto enorme sul gruppo dei veterani. Ho sempre stimato Devis, come uomo e come tecnico. Farà bene". .

di ALESSANDRO GALLO -
7 luglio 2024
Gli assist di coach Moretti: "Banchi e Cagnardi al top. Virtus e Aquila sul sicuro"

Gli assist di coach Moretti: "Banchi e Cagnardi al top. Virtus e Aquila sul sicuro"

Ha giocato in Virtus e Fortitudo e vive sulle colline di Castel San Pietro. Altri indizi? Allenatore di pallacanestro, il figlio maggiore che ha appena firmato per la Reyer Venezia e il piccolo che gioca in Florida. Negli anni Novanta sfrecciava per Bologna in sella a un Vespino rosso – che sia stato fonte di ispirazione per i Lunapop? – e ora, appese le scarpette al chiodo, si dedica all’allenamento. Capito che stiamo parlando di Paolino Moretti?

Paolo, cominciamo dall’ammissione di fallo di Nique Wilkins?

"Preferisco astenermi. Sono parte in causa".

Lei, che aveva vinto tre scudetti con la Virtus, nella stagione 1997/98 giocava in Fortitudo.

"Appunto. Trovo questa uscita fuori luogo".

Passiamo ai suoi figli.

"Davide è a Roseto, si sta rilassando. Ha firmato un contratto con la Reyer Venezia. Sono contento per lui".

Davide è un classe 1998 e Niccolò?

"Ha sei anni in meno. Si trova a Boca Raton. Dopo l’esperienza con Illinois University è a Florida Atlantic University".

Veniamo al campionato italiano.

"Volentieri".

Partiamo dalla Virtus.

"Mi sembra ancora un cantiere aperto, con alcuni punti fermi".

Quali?

"Lo zoccolo duro degli italiani. Poi c’è Banchi che avrà il vantaggio di un anno in più in bianconero. Circolano nomi importanti per la squadra. Vedremo".

La sua analisi inizia da Banchi.

"Mi è piaciuto tanto. Ha avuto un impatto enorme sulla squadra. Dal punto di vista psicologico ha rigenerato l’ambiente. Si veniva dalla gestione Sergio Scariolo, sempre di alto livello. Luca è entrato in punta di piedi. Ma ha lavoro in modo eccellente".

Milano-Virtus: il duopolio vivrà un’altra stagione?

"Stiamo parlando di due potenze tecniche ed economiche".

Virtus competitiva?

"Assolutamente sì. In Italia, almeno".

E in Europa?

"Credo che ripetere il cammino dello scorso anno, inatteso e piacevole, sarebbe già un bel punto di partenza. Poi, ripeto, bisognerà vedere chi arriverà. Fermo restando che in Europa ci sono super potenze".

E in Italia?

"Vedo bene Tortona, la stessa Venezia. Brescia si sta strutturando. Sassari ha un bel progetto e un allenatore che partirà dall’inizio. Poi ci sarà Trento. E ancora l’incognita Trapani, la conferma di Napoli. Sarà un bel campionato".

E la Fortitudo?

"E’ partita un po’ in ritardo rispetto alle altre perché ha risolto il rebus allenatore solo questa settimana. Però…".

Dica.

"Ho sempre apprezzato Devis Cagnardi, come persona e come allenatore. Lo stimo molto e sono sicuro che porterà qualcosa di suo in Fortitudo. Anche qui c’è una bella base di partenza".

A cosa si riferisce?

"Fantinelli, Bolpin e Aradori. Tre italiani così non ce li hanno in tanti".

Variabili?

"Ovvio, la coppia di stranieri. Che in A2 sposta sempre molto. Poi, altro quesito".

Quale?

"La Fortitudo confermerà una coppia di stranieri sotto canestro o preferirà gestire le forze. Aggiungo un’altra incognita".

Ovvero?

"Il recupero di Aradori. Pietro sposta, ma la Fortitudo lo avrà subito, dopo un mese o più avanti? Non conosco i tempi di recupero. Logico che anche questo avrà il suo impatto".

Fortitudo da promozione?

"Difficile da dirsi. Ci sono squadre che ci provano da anni, penso a Cantù, Udine, Verona e Forlì. Senza dimenticare che chi come Brindisi e Pesaro, è appena retrocesso, cercherà di risalire subito".

Ci riproviamo: Aquila da serie A?

"Perché no? Nella stagione che è appena conclusa non era nel gruppo delle favorite. E invece ha saputo ritagliarsi uno spazio importante, giocando per la A fino alla fine".

Paolo, lo sa cosa c’è in questi giorni a Bologna?

"Sì, il Playground. Ci sono già stato un paio di volte. Mi sembrava di essere a Wimbledon… Per l’incognita meteo".

Lei, tra l’altro, che si è ritirato giovanissimo, scelse per la gara d’addio…

"Una partita ai Giardini Margherita. Fantastico".

Era il giugno 2001. Cosa la affascina ancora dei Gardens?

"L’atmosfera unica. Spero che non si offenda nessuno, ma dire che il Playground è una sorta di sagra del basket e dei canestri. Si parla di pallacanestro in ogni angolo. Poi, adesso, c’è anche una sezione dedicata alla ristorazione. Luogo magico".

Ultima domanda.

"Andiamo".

Il futuro di Paolo Moretti?

"Sono un allenatore di basket. E resto in attesa di una chiamata di una certa importanza. Vedremo".

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