Virtus, l’Alba di un nuovo giorno. Finamente ritrova triple e sorrisi
Basket Eurolega Belinelli e compagni lasciano l’ultimo posto a una Berlino in grande difficoltà

Toko Shengelia ancora una volta uno dei migliori con la maglia bianconera (Ciamillo)
ALBA BERLINO
64
VIRTUS BOLOGNA
108
ALBA BERLINO: Spagnolo 2, Hermannsson 8, Bean 6, Baker III 8, Schneider 4, McCormack 4, Procida 4, Thomas 11, Rapieque 9, McDowell-White 2, Delow 6, Mattisseck. All. Calles.
SEGAFREDO BOLOGNA: Pajola 11, Cordinier 9, Clyburn 14, Polonara 16, Shengelia 15, Akele 6, Zizic 13, Hackett 6, Morgan 5, Belinelli 10, Holiday 3. All. Ivanovic.
Arbitri: Nedovic, Ryzhyk, Balak.
Note: parziali 15-27; 33-62; 44-87. Tiri da due: Alba 17/40; Virtus31/35. Tiri da tre: 5/33; 11/23. Tiri liberi: 15/21; 13/14. Rimbalzi: 33; 37.
BERLINO (Germania)
Servono tre indizi – Agatha Christie insegna – per fare una prova. La Virtus a Berlino ne mette in saccoccia due: torna a vincere in Eurolega dopo settanta giorni (ultimo blitz ancora in Germania, il 17 gennaio, a Monaco, poi nove sconfitte di fila) e lascia definitivamente l’ultimo posto di questo torneo all’Alba. Per la prova – la Virtus si sarà lasciata alle spalle tutto? – occorre un ultimo tassello. Che potrebbe essere certificato lunedì sera qualora la Virtus tornasse alla vittoria anche in serie A, dopo i ko di Napoli e Trieste.
C’è un dato che balza all’occhio per spiegare la metamorfosi in due giorni, fermo restando che il livello dell’Alba non può essere paragonato a quello della Stella Rossa. A Belgrado 52 punti, pure con difficoltà, in quaranta minuti. A Berlino, dove la Virtus gioca sul velluto, ne arriva già 62 in un solo tempo, il primo. Alba in piena confusione, non bisogna dimenticarlo. Ma per chi è attento al linguaggio del corpo, c’è davvero una Virtus che non ha nulla a che spartire con le ultime, pallide al limite dell’inconsistenza.
E non è nemmeno la nuova acconciatura di Clyburn – modello ’afro’ giocatori Nba degli anni Settanta – a dare un segnale preciso. E’ proprio l’occhio dei giocatori a essere diverso. Alla disponibilità a dialogare con Ivanovic, a metabolizzare le sue cazziate, senza sguardi persi nel vuoto. La Virtus vola nel primo quarto, scappa nel secondo e continua a correre nel terzo. E quando nel quarto, pure Holiday, azzecca la tripla (al primo tentativo) si capisce che è davvero una serata particolare.
La Virtus tocca anche un clamoroso +51 sul 46-97 (bissato poi sul 57-108). Non c’è proprio storia a Berlino. Se al contrario, la storia della Virtus di questa stagione, finora molto avara di soddisfazione e ricca al contrario di polemiche e malumori, sarà riscritta, in meglio, come sperano i tifosi, lo scopriremo molto presto.
Una gara di spessore in Eurolega: ma l’obiettivo resta il campionato. E la Virtus deve provarci fino alla fine. A cominciare dal match di lunedì sera, alla Segafredo Arena, contro Reggio Emilia. Soddisfatto Ivanovic, così come i suoi giocatori. "A Belgrado – dice Pajola – abbiamo toccato il fondo. Abbiamo reagito da squadra".
E Ivanovic? "Buona difesa, ottimo attacco. Una faccia diversa". Finalmente.
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