Virtus, l’Alba di un nuovo giorno. Finamente ritrova triple e sorrisi

Basket Eurolega Belinelli e compagni lasciano l’ultimo posto a una Berlino in grande difficoltà

di ALESSANDRO GALLO
29 marzo 2025
Toko Shengelia ancora una volta uno dei migliori con la maglia bianconera (Ciamillo)

Toko Shengelia ancora una volta uno dei migliori con la maglia bianconera (Ciamillo)

ALBA BERLINO

64

VIRTUS BOLOGNA

108

ALBA BERLINO: Spagnolo 2, Hermannsson 8, Bean 6, Baker III 8, Schneider 4, McCormack 4, Procida 4, Thomas 11, Rapieque 9, McDowell-White 2, Delow 6, Mattisseck. All. Calles.

SEGAFREDO BOLOGNA: Pajola 11, Cordinier 9, Clyburn 14, Polonara 16, Shengelia 15, Akele 6, Zizic 13, Hackett 6, Morgan 5, Belinelli 10, Holiday 3. All. Ivanovic.

Arbitri: Nedovic, Ryzhyk, Balak.

Note: parziali 15-27; 33-62; 44-87. Tiri da due: Alba 17/40; Virtus31/35. Tiri da tre: 5/33; 11/23. Tiri liberi: 15/21; 13/14. Rimbalzi: 33; 37.

BERLINO (Germania)

Servono tre indizi – Agatha Christie insegna – per fare una prova. La Virtus a Berlino ne mette in saccoccia due: torna a vincere in Eurolega dopo settanta giorni (ultimo blitz ancora in Germania, il 17 gennaio, a Monaco, poi nove sconfitte di fila) e lascia definitivamente l’ultimo posto di questo torneo all’Alba. Per la prova – la Virtus si sarà lasciata alle spalle tutto? – occorre un ultimo tassello. Che potrebbe essere certificato lunedì sera qualora la Virtus tornasse alla vittoria anche in serie A, dopo i ko di Napoli e Trieste.

C’è un dato che balza all’occhio per spiegare la metamorfosi in due giorni, fermo restando che il livello dell’Alba non può essere paragonato a quello della Stella Rossa. A Belgrado 52 punti, pure con difficoltà, in quaranta minuti. A Berlino, dove la Virtus gioca sul velluto, ne arriva già 62 in un solo tempo, il primo. Alba in piena confusione, non bisogna dimenticarlo. Ma per chi è attento al linguaggio del corpo, c’è davvero una Virtus che non ha nulla a che spartire con le ultime, pallide al limite dell’inconsistenza.

E non è nemmeno la nuova acconciatura di Clyburn – modello ’afro’ giocatori Nba degli anni Settanta – a dare un segnale preciso. E’ proprio l’occhio dei giocatori a essere diverso. Alla disponibilità a dialogare con Ivanovic, a metabolizzare le sue cazziate, senza sguardi persi nel vuoto. La Virtus vola nel primo quarto, scappa nel secondo e continua a correre nel terzo. E quando nel quarto, pure Holiday, azzecca la tripla (al primo tentativo) si capisce che è davvero una serata particolare.

La Virtus tocca anche un clamoroso +51 sul 46-97 (bissato poi sul 57-108). Non c’è proprio storia a Berlino. Se al contrario, la storia della Virtus di questa stagione, finora molto avara di soddisfazione e ricca al contrario di polemiche e malumori, sarà riscritta, in meglio, come sperano i tifosi, lo scopriremo molto presto.

Una gara di spessore in Eurolega: ma l’obiettivo resta il campionato. E la Virtus deve provarci fino alla fine. A cominciare dal match di lunedì sera, alla Segafredo Arena, contro Reggio Emilia. Soddisfatto Ivanovic, così come i suoi giocatori. "A Belgrado – dice Pajola – abbiamo toccato il fondo. Abbiamo reagito da squadra".

E Ivanovic? "Buona difesa, ottimo attacco. Una faccia diversa". Finalmente.

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