"Attenti, allarme salute"

Giocando ogni quattro giorni è a rischio l’integrità fisica .

di GIULIO MOLA -
7 novembre 2023
"Attenti, allarme salute"

"Attenti, allarme salute"

Si gioca troppo, ci si allena male, ci sono pochi giorni per recuperare. E la salute dei calciatori è sempre più a rischio, come confermano i dati emersi dall’ultima tavola rotonda a Coverciano organizzata dall’Associazione Calciatori e dall’Associazione Allenatori e Settore Tecnico Figc. Ad oggi le milanesi sono fra le squadre più tartassate dagli infortuni in serie A (ben 19 in casa Milan, 7 per l’Inter) ma al di là di questi dati è emerso anche altro nell’incontro svoltosi nel quartier generale degli azzurri: in particolar modo si è voluto approfondire il tema della “super attività” (gare giocate, tempi di recupero ecc.) partendo dalle attuali conoscenze scientifiche che affermano che, in condizioni di “stress ordinario”, andando oltre il “limite” di una partita ogni quattro giorni, l’integrità fisica dell’atleta viene messa concretamente a rischio.

Non solo. Interessanti le risposte emerse da un sondaggio che ha coinvoltomolti calciatori: alla domanda su quanti giorni servono per recuperare l’efficienza fisica dopo una gara ufficiale, il 56% ha risposto 2 giorni mentre il 32% 3 giorni.

Se invece si parla di “voglia di giocare” dopo una partita ufficiale, il 30% ha risposto che occorrono 3 giorni, il 26% 2 e il 25% un giorno solo. Il 55% ritiene che per recuperare la “piena competitività dopo 2 partite in 7 giorni” occorrano 3 giorni (il 21% 2 e il 15% 4), e il 30% considera necessari 3 giorni per recuperare la “piena competitività dopo 3 partite in 7 giorni” (il 26% 5 e il 24% 4). Infine il 24% dei calciatori ritiene che servano 3 giorni per recuperare la “piena competitività dopo 4 partite in 12 giorni”. Va precisato che dei calciatori “intervistati“ il 19% sono portieri, il 33% difensori, il 28% centrocampisti e il 20% attaccanti. Di questi: il 33% è di età compresa tra i 18 e i 24 anni, il 35% tra i 25 e i 29 anni, il 24% tra i 30 e i 34 anni, il restante 8% oltre i 35. A livello di carriera professionistica: il 21% ha giocato da 1 a 4 stagioni, il 39% da 5 a 9, il 27% da 10 a 14, il 13% più di 15 campionati.

Per tutti, però, la parola d’ordine è “recupero e riposo dopo lo sport“. La pensa così anche Umberto Calcagno, presidente dell’Associazione Calciatori. "In alcune delle nostre squadre più importanti si sono già registrati una ventina di infortuni che hanno fatto saltare ai calciatori interessati quasi 40 partite. Mi dispiace particolarmente che quando si parla di “riposo” non si capisca quanto il recupero nel nostro sport sia importante rispetto agli atleti che creano lo spettacolo. Quest’anno, in particolare, abbiamo perso la pausa natalizia. La sosta è un periodo importante di recupero fisico e psichico, un momento protettivo per i calciatori, di costruzione, che ti consente di affrontare la seconda parte della stagione in modo migliore. Non tutelando i top player, andremo incontro a conseguenze negative per tutto il sistema"

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