Bandiere, fumogeni e cori. Al Galli la festa dei ’mille’

Tanti tifosi si sono dati appuntamento al centro tecnico di Casteldebole. Applausi a scena aperta per il patron Saputo, poi Italiano e De Silvestri.

di GIANLUCA SEPE
31 marzo 2025
Joey Saputo, 60 anni, risponde all’applauso dei tifosi al Galli (Schicchi)

Joey Saputo, 60 anni, risponde all’applauso dei tifosi al Galli (Schicchi)

Domenica rossoblù a Casteldebole dove il tifo si è dato appuntamento per riscattare l’assenza forzata del Penzo di Venezia. Con i tre punti in tasca ad accendere ancor di più l’entusiasmo, è scattata l’adunata davanti ai cancelli del ’Galli’. Una chiamata alle armi, fatte in questo caso di bandiere, cori e fumogeni, rigorosamente rossoblù accolta con favore da tutti, dal tifo organizzato alle famiglie con bambini, che hanno invaso il feudo del Bologna con la gioia di chi non vuole smettere di sognare.

Un corteo ha accompagnato l’arrivo vicino al campo di allenamento di migliaia di persone che si sono stipate nonostante il fango, pronte ad acclamare i propri beniamini. Prima però c’è stato spazio per Joey Saputo ("Uno di noi"), acclamato dalla folla e pronto ad abbracciare il popolo rossoblù. Un altro attestato di affetto. Poi i cori si sono concentrati su Vincenzo Italiano, il sanguigno condottiero di questa stagione e su Giovanni Sartori, in attesa che la squadra mettesse piede sul campo. Il gruppo si è fermato a lungo, applaudendo chi non ha rinunciato a spronarli.

Spicca in particolare lo striscione "Uno per tutti, tutti per uno". E ancora Orsolini acclamato a gran voce e sorridente più che mai dopo aver bussato ancora una volta alla telecamera con il gol decisivo del Penzo, ma anche Calabria, già parte integrante della famiglia rossoblù, passando per Castro, con tanto di vessillo argentino a sventolare tra la folla.

Il sorriso è quello che fa più piacere, considerando l’importanza dell’attaccante sudamericano e il piccolo fastidio accusato in nazionale che aveva messo in apprensione un po’ tutti. Un’espressione condivisa anche da De Silvestri e Lykogiannis.

Uno ad uno si sono presi la standing ovation e poi tutto il gruppo non ha esitato ad avvicinarsi ancor di più a quel dodicesimo uomo che da Venezia era stato escluso e che ieri ha voluto fare del suo meglio per ribadire che fino alla fine ci sarà sempre.

Dalla folla c’è chi ha ricordato gli anni di sofferenza, le lotte per non retrocedere che negli ultimi 10 anni hanno accompagnato Bologna e i bolognesi, ma ora che la musica è cambiata ciò che non è variato è l’affetto del popolo rossoblù e il suo legame con la squadra. Rafforzato da questi momenti e dalle occhiate dei vari Ndoye, Holm e Skorupski, solo per citare alcuni di quelli che non hanno mai tolto lo sguardo dal muro di appassionati accorso a Casteldebole.

Un muro fatto anche di tanti bambini, come detto, con le maglie del Bologna indosso. Come quello che porta la casacca di Ferguson e sulle spalle del papà in prima fila rimane incollato alla rete per vedere da vicino i propri beniamini. Un sogno anche questo, che nessuno vorrebbe osare interrompere. La mattina rossoblù però è fatta anche di lavoro e così la marea pian piano abbandona Casteldebole per lasciare il mister e i ragazzi il tempo di preparare la difficile trasferta di Empoli, dove si giocherà l’andata della semifinale di Coppa Italia.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su