Bologna in Champions League: i protagonisti della stagione da sogno

Dalla promessa di Saputo al genio di Sartori, dai ricci di Zirkzee al carisma di Ferguson: la regia di Motta ci ha portati in paradiso

di DAVIDE MINGHETTI
12 maggio 2024

Bologna, 12 maggio 2024 – Il Bologna è in Champions League. Un traguardo storico e inatteso, che sembrava a malapena un sogno remoto per i tifosi rossoblù, eppure diventato realtà.

Pian piano, la piazza ha iniziato ad assaporare la possibilità di arrivare alla massima competizione europea, complice una squadra da applausi per gioco e rendimento e i contemporanei passi falsi di big come Napoli, Lazio e Fiorentina. Ecco, quindi, che il Bologna di Thiago Motta si è infilato in questo pertugio di classifica e, da dicembre, di fatto non l'ha più mollato.

Ferguson, Saputo, Sartori Zirkzee e, al centro, Thiago Motta
Ferguson, Saputo, Sartori Zirkzee e, al centro, Thiago Motta

Il Bologna trionfa a Napoli / La grande festa a Casteldebole

Un capolavoro da parte di tutti, società, allenatore, giocatori e tifosi, ma che inevitabilmente vede cinque protagonisti assoluti in questa annata storica. Cinque eroi, che sono riusciti a portare in trionfo una città intera, caricandosi sulle spalle sogni, speranze e sofferenze dei tifosi.

Thiago Motta

Sogni di una notte (di mezza estate). Forse nemmeno: perché era il 2 agosto quando ad Utrecht Thiago Motta chiedeva a gran voce rinforzi dopo un'amichevole contro l'Az Alkmaar. La stessa Az Alkmaar che avrebbe rimpolpato l'organico rossoblù con tre giocatori: Beukema, Karlsson e Odgaard (a gennaio). Fa sorridere il fatto che a inizio stagione, con quel Bologna ancora cantiere aperto, Thiago aveva definito i rossoblù addirittura non competitivi per il campionato. Vedendo l'epilogo finale, proprio quella sfuriata di Motta potrebbe aver inciso sulle sorti della stagione: da lì in poi il Bologna avrebbe concluso più acquisti, completando la squadra e aggiungendo pedine diventate fondamentali per la corsa Champions. E il tecnico sarebbe diventato l’artefice del capolavoro rossoblù.

E poi il gioco: già lo scorso anno si era intravisto un Bologna intraprendente in grado di esprimere mentalità e possesso palla su tutti i campi. Schemi tattici, cambi di posizione, palleggio insistito sono i dettami che i giocatori rossoblù hanno assimilato fin dal primo giorno. Il merito di Thiago Motta è anche quello di aver valorizzato tutti i calciatori della rosa, facendoli sentire immediatamente importanti: Zirkzee e Calafiori su tutti (cercati da mezza Europa) ma anche Ndoye, Saelemaekers, Beukema, Ravaglia, Fabbian, El Azzouzi, senza considerare Ferguson, Posch e Orsolini, già esplosi lo scorso anno. Alla vigilia di Torino-Bologna, il tecnico aveva ammesso che la società a inizio stagione gli aveva chiesto di arrivare il prima possibile a 40 punti, e di non concordare con questo obiettivo. Motta voleva pensare partita per partita, non ponendosi limiti. Beh, chapeau Thiago. Nella speranza di proseguire insieme anche la prossima stagione in Champions League, sei comunque entrato nella storia (e nel cuore) di Bologna.

Giovanni Sartori

Se Thiago Motta è stato il trascinatore in campo dei rossoblù, Giovanni Sartori è il burattinaio 'dietro le quinte' del capolavoro Bologna. Da quando è approdato a Casteldebole nell'estate del 2022, si può dire che il club abbia di fatto dichiarato l'ambizione di fare il tanto atteso salto di qualità. Prendere l'autore del miracolo Atalanta, portata a livelli stabili in Europa tra Champions ed Europa League, significava per Saputo e Fenucci l'idea di esplorare una strada del tutto nuova a Casteldebole, ma affascinante. Il direttore dell'area tecnica si presentò in rossoblù emozionandosi in conferenza stampa, ricordando il papà, tifoso proprio del Bologna, che lo portava a vedere Pascutti.

E proprio Bologna ha chiuso un cerchio, quello personale, riportando la squadra alla gloria di quei tempi. Una storia d’amore come se ne vedono di rado in questo sport. Da Bergamo ha portato anche il suo modo di fare calcio, fatto di grandi plusvalenze e giocatori presi a poche cifre, diventati poi campioni. Il dirigente non ha deluso le aspettative: allo stadio in molti hanno sfoggiato proprio la maglia con il suo nome sopra piuttosto che di un calciatore, giusto per dare l'idea della sua bravura, riconosciuta anche dai tifosi. Da Posch a capitan Ferguson, da Zirkzee a Calafiori e Fabbian, passando per Freuler, Beukema, Lucumì, Ndoye, Saeleaemakers, Kristiansen ed El Azzouzi. Sartori è riuscito anche nell'impresa di abbassare il monte ingaggi (attualmente il Bologna è quintultimo a questa voce in Serie A), aumentando il livello.

Joey Saputo

Il protagonista assoluto del ritorno in Champions del Bologna. Dall’inferno al paradiso: il presidente rossoblù è riuscito nell’impresa di riportare il club ai gloriosi fasti. “L’Europa in dieci anni”, disse quando rilevò la società da Guaraldi in Serie B e sull’orlo del fallimento. Beh, la matematica non è un’opinione: era infatti il 2014 quando cominciò l’era Saputo sotto le Due Torri. Un legame inossidabile con la città, che è cresciuto col tempo talmente tanto da proporre la cittadinanza onoraria per Joey. L’idea del conferimento è partita dal sindaco Lepore, con il chairman canadese che si è detto onorato e ormai parte integrante della comunità bolognese. Il presidente è riuscito a ridare respiro ai conti del club e, dopo alcune stagioni di assestamento, il salto di qualità è finalmente arrivato. Fu proprio Saputo a invertire la rotta, decidendo di prendere l’uomo mercato capace di portare l’Atalanta in Champions e investendo sempre più milioni per l’acquisto di giocatori importanti.

27 gennaio 2019: il Bologna di Pippo Inzaghi ha appena perso 0-4 in casa contro il Frosinone e vede avanzare prepotentemente gli spettri di una Serie B ormai inevitabile. Joey Saputo decide di scendere dal suo posto allo stadio per andare a parlare con la sua gente, sotto la tribuna, che chiedeva a gran voce una svolta al progetto. Nessuno poteva immaginare la Champions in cinque anni, eppure il sogno si è realizzato. E quel sogno parte anche dalla decisione del presidente canadese di volersi confrontare con i tifosi quel giorno, mettendoci la faccia. Una favola, quella di Saputo a Bologna, che avrà ancora pagine su pagine da aggiungere alla storia, ma che intanto ha scritto un capitolo indelebile. Saputo è nella Storia del Bologna (e di Bologna).

Joshua Zirkzee

Passiamo al campo: tra gli uomini copertina di questo Bologna formato Champions c’è inevitabilmente Joshua Zirkzee. Uomo mercato cercato da metà delle big europee: Milan, Arsenal, Juventus, Inter, in tantissimi vogliono l’attaccante olandese che, a suon di giocate di classe assoluta, gol e assist, ha trascinato il Bologna sulla vetta più alta dell’Europa calcistica.

D’estate si scatenerà probabilmente un’asta sul fuoriclasse riccioluto, ma intanto la piazza rossoblù se lo gode e se lo coccola. E chissà se l’intenzione di Joshua non sia proprio quella di sentire l’inno della Champions al Dall’Ara l’anno prossimo, per un obiettivo sudato sul campo: un bottino importante, che ha consacrato Zirkzee a baby campione, capace di caricarsi la squadra sulle spalle dopo la partenza di un big come Arnautovic.

Non solo: un ruolo da trascinatore centrale nella manovra e nel palleggio del Bologna. Thiago Motta a inizio stagione ha dato tutti i meriti a Joshua, vedendolo arrivare fin dal primo giorno con una faccia diversa, ma è evidente che anche il tecnico ha i suoi meriti nell’aver reso l’olandese un attaccante completo. Tra i lampi della sua stagione, ricordiamo il tunnel ad Acerbi in Coppa Italia nella notte da sogno in Coppa Italia contro l’Inter, il gol capolavoro contro la Lazio all’Olimpico e l’assist da favola per Saelemaekers a Roma. Solo tre istantanee di una stagione di un fuoriclasse dal talento cristallino come se ne sono visti pochi sotto le Due Torri.

Lewis Ferguson

Il simbolo di questa stagione, e non solo perché è il capitano di questa squadra. Lewis Ferguson si è consacrato il perno del Bologna, dopo essere esploso la scorsa stagione proprio con Thiago Motta in panchina. Arrivato in sordina dalla Scozia, Lewis è subito entrato nei cuori dei tifosi, prima con i gol, poi con l’atteggiamento da leader incontrastato. La fascia di capitano al braccio di questa stagione ne è stato l’esempio. Un campionato da applausi, che lo ha visto collante perfetto tra centrocampo e attacco. Di fatto, il 'tuttocampista' di Thiago, l’uomo ovunque che in campo sembra usare un polmone in più. Poi la sfortuna lo ha privato di festeggiare la Champions in campo: l’infortunio al crociato poco prima della gara di Roma ha sconvolto una città, umanamente, ancora prima che tecnicamente. Questo per far capire quanto Bologna si sia affezionata a ‘Fergie’ e l’abbia immediatamente adottato. “Speriamo che rimanga con noi ancora tanti anni”, le parole di Fenucci a margine del Premio Bulgarelli, vinto proprio da Ferguson come miglior mezzala del campionato.

“Un onore ricevere un riconoscimento intitolato a una leggenda del Bologna”, il commento in stampelle invece di Lewis, che sembra aver assimilato appieno lo spirito e la tradizione rossoblù. Peccato solo non vederlo in campo al Diego Armando Maradona, festeggiando insieme ai suoi compagni di squadra. La forza del gruppo, che si è stretto attorno a lui dopo il suo infortunio, ha dato però motore al Bologna per raggiungere la Champions, anche come regalo per il compagno. Questo traguardo è anche (e soprattutto) di Ferguson.

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