Bologna, Italiano: “Toro squadra ostica, noi abbiamo il giusto entusiasmo”
Alla vigilia della sfida dell’Olimpico contro i granata, il tecnico dei rossoblù ha analizzato il momento della squadra, Orsolini tra i convocati
Bologna, 20 dicembre 2024 – Proseguire nel solco tracciato negli ultimi match, sfruttando al meglio l’entusiasmo che si è creato. Vincenzo Italiano guarda alla sfida di sabato sera contro il Torino con la volontà di dare continuità di risultati, capitalizzando al meglio la vittoria nel derby dell’Appennino per chiudere al meglio questo 2024: “Il Toro ha un’identità, gioca un calcio che se non lo affronti con attenzione ti può mettere in difficoltà. Dalle punte agli inserimenti degli esterni. Conosco l’allenatore, non vedo l’ora di salutarlo e abbracciarlo. Siamo stati compagni, è la prima sfida da avversari in panchina. Arriva da una vittoria importante, è una squadra molto temibile. Porteremo il nostro entusiasmo per controbatterli, questo periodo ci deve far vivere le ultime due partite con un’autostima a mille”.
Il risultato di Firenze ha proiettato i rossoblù in coda alle zone nobili e per questo è inevitabile non parlare di obiettivi, a partire dalla possibile qualificazione alle Coppe: “Devo dire che questo è un argomento che abbiamo affrontato sin dall’inizio. Tutti i giorni che cerchiamo di crearci obiettivi e motivazioni, stimoli per cercare di raggiungere qualcosa di gratificante. Il target è quello di arrivare a centrare qualcosa di importante. Questo sarebbe continuare sul cammino che abbiamo intrapreso, come squadra. Entrare in Europa è un obiettivo della società e di tutti. Quale Europa lo vedremo, cercheremo di fare il massimo, anche gli straordinari. L’obiettivo è certamente quello di cercare di arrivare in qualche competizione europea”.
Da questo punto di vista poi, l’esperienza di questa stagione sta dando tanto alla squadra secondo Italiano che ha voluto sottolineare come gli impegni internazionali siano un buon banco di prova per continuare a crescere: “La Champions ci sta entusiasmando tanto, anche me personalmente. Penso ci stia lasciando tanto, potevamo fare qualche punto in più, fare meglio. L’obiettivo è comunque regalare una posizione in classifica che possa creare soddisfazione per il presidente e la società”.
Poi il focus sulla partita dell’Olimpico, con il recupero di alcune pedine importanti e l’assenza di Dan Ndoye ma anche la duttilità di alcuni giocatori come Odgaard: “Orsolini ha fatto oggi il secondo allenamento con la squadra. Sarà a disposizione, vedremo come si metterà la partita. E’ totalmente recuperato. Non ci sarà Ndoye, penso ci sarà con il Verona. Ha rischiato tanto in occasione dell’infortunio. Ora ha un po’ di dolore ma può tornare presto a pieno regime. Abbiamo recuperato Lykogiannis al 100% e anche De Silvestri che comunque non è al meglio. Mi ha stupito la prestazione di Jens contro la Fiorentina. Non si è dimenticato come si lavora in quella zona del campo e ci ha permesso di ottenere tre punti importanti. Lavoriamo con ragazzi che hanno grande entusiasmo, vedo come si allenano e si danno battaglia, mi sta piacendo il clima che stiamo creando. Mi auguro che possa rimanere. In trasferta abbiamo ottenuto molti risultati utili tranne Lazio, la classifica si crea così”.
Italiano poi ha parlato anche del centrocampo e di come il terzetto composto da Freuler, Ferguson e Pobega stia iniziando a offrire una qualità di gioco sempre superiore che sta dando benefici alla squadra: “In questo momento, parlando anche delle ultime partite hanno disputato gare di grande livello. Anche Moro sta crescendo, Urbanski sa lavorare in tante zone del campo, Fabbian in Champions ha fatto grandi partite, La competizione sana fa andare più veloce un po’ tutti. In questo momento Remo, Tommy e Lewis hanno fatto tutto quello che bisogna fare in una partita di calcio. Quando è entrato Ferguson gli ho detto che mi è piaciuto, mi ha detto che si sente molto meglio, più forte e più stabile. Uno che rientra dopo un’operazione del genere fa questo tipo di percorso, recuperarlo era troppo importante per noi, per tutto quello che sa fare”.
Il tecnico dei rossoblù ha affrontato anche il tema relativo all’esplosione di Benjamin Dominguez e al contempo alla situazione di Jesper Karlsson dal quale ci si aspettava una crescita maggiore dopo il gol contro la Roma: “Quando Dominguez non giocava gli dicevo di non mollare. Quando si hanno tanti compagni bravi è così. L’ho sempre motivato per non pensare a nulla se non a crescere. La stessa cosa quest’anno riguarda Karlsson. L’anno scorso era stato tanto fuori, deve cercare di avere continuità e questo non è solo l’essere titolare sempre, anche gli ingressi a gara in corso, la Coppa Italia, deve avere questo spirito, specialmente in una zona del campo in cui il dispendio di energie è enorme e c’è tanta concorrenza”.
Italiano ha poi fatto un bilancio di quella che è la prima parte di stagione a Bologna e di come la squadra stia assumendo una fisionomia che rispecchia sempre di più i dettami del proprio allenatore: “Oggi ho fatto un discorso alla squadra. Il calcio è uno sport in cui bisogna sempre avere fame e attenzione alta, tutte le cose positive vanno alimentate, quando smetti di allenarti con intensità e ti siedi sugli allori poi puoi prendere bastonate. Non dobbiamo fermarci e continuare ad allenarci, da questo punto di vista. Questa era una panchina difficile, abbiamo avuto insieme alla società la voglia di fare questo percorso sapendo che ci potevano essere delle difficoltà ma sono contento di ciò che stiamo facendo. La soddisfazione più grande è stata arrivare in un gruppo che ha fatto un grande risultato ma che ha avuto sin da subito grande disponibilità, grande voglia di seguire le direttive dello staff e del nuovo allenatore nonostante si possa pensare che invece in questi casi alcuni si mettano di traverso e non accettino qualcosa di nuovo. Dopo un periodo iniziale fisiologico stiamo iniziando a lavorare bene anche in partita, stiamo iniziando a portare in campo il lavoro settimanale. Chiunque viene schierato è in grado ddi trasmettere l’identità, il ritmo e l’intensità. Tutto rimane tale, anche se qualcuno gioca uno’ di meno, Questo deve essere quello che fino alla fine potrebbe darci qualche soddisfazione”.
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