Bologna, un pareggio all’inglese. Perla di Castro, ingenuità di Lucu. Ma lo spirito è giusto per Anfield

Un’altra magia di Santiago rovinata dall’espulsione del colombiano: l’Atalanta trova l’1-1 con Samardzic al 90’. Intensità e coraggio: Italiano ha tante risposte positive dai suoi verso il big match di mercoledì in Champions.

di GIANMARCO MARCHINI -
29 settembre 2024
Perla di Castro, ingenuità di Lucu. Ma lo spirito è giusto per Anfield

Un’altra magia di Santiago rovinata dall’espulsione del colombiano: l’Atalanta trova l’1-1 con Samardzic al 90’. Intensità e coraggio: Italiano ha tante risposte positive dai suoi verso il big match di mercoledì in Champions.

Un prato all’inglese, il Dall’Ara. Un pareggio da Premier League, quello tra Bologna e Atalanta. Intensità, botte e colpi di classe: novanta minuti più da Champions, che da serie A. L’uno a uno, alla fine, sta stretto a tutti: a Italiano che avrebbe voluto giocarsela ad armi pari, e a Gasperini che può maledire i pali. A conti fatti, il risultato non fa ingiustizie, anche se, nella bilancia del risultato, tra le due perle di Castro e Samardzic, pesa tanto, tantissimo, il rosso che Lucumi si guadagna al quinto minuto della ripresa per fallo da ultimo uomo su De Ketelaere.

L’arbitro Rapuano aveva assegnato giallo e rigore, corretti dal Var in una punizione dal limite e nell’espulsione del difensore colombiano. E’ il punto di svolta di una gara che, appena rientrati dagli spogliatoi, Castro aveva portato dalla parte dei rossoblù con una magia: o meglio, con un’altra delle sue magie, dopo il gol da attimo fuggente di Como e la bomba da tre punti di Monza. Stavolta, riceve spalle alla porta, aggira Djimsiti con il controllo e, da venti metri, di piatto destro batte Carnesecchi sul palo lungo.

Santi amplia il suo repertorio e i suoi orizzonti: dove potrà arrivare di preciso non si sa ancora, ma sicuramente lontano. E con lui anche il Bologna, se sapranno entrambi conservare questo spirito. L’argentino è il volto operaio di una squadra che gronda carattere e sacrificio. Fin troppo, perché Castro è poi costretto a uscire per un problema al polpaccio che tiene tutti con il fiato sospeso in ottica Anfield. Terzo gol di fila: impossibile pensare a un Bologna senza Santi e al suo calcio pieno di una intensità che apre il cuore. Santi colpisce con la forza dei sogni, si batte con la fame di un cane randagio, con uno spirito fuori dai tempi, perché alla sua età i calciatori ciondolano e luccicano come attori sui red carpet. Lui, invece, ha la faccia scavata dalla fatica e il capello tagliato con lo scalpello di chi bada più alla sostanza.

Tanta sostanza, la sua. Ma tanta sostanza anche per il Bologna di Italiano che, pur in inferiorità numerica per quaranta minuti abbondanti, tiene testa all’Atalanta disperatamente pericolosa di Gasperini. L’uscita di Lucumi rende Beukema un gigante nell’emergenza: Casale ed Erlic si dimostrano colonne affidabili per sostenere tutta l’impalcatura che purtroppo, però, cede proprio al novantesimo con un sinistro sublime di Samardzic, lo stesso che un minuto prima era stato fermato dal palo, così come Bellanova dalla traversa. Gasp nel finale potrebbe pure vincerla con Cuadrado, ma è Italiano a vincere il duello dei rimpianti, perché senza il rosso di Lucumi il Bologna aveva il piano partita inclinato tutto dalla sua parte. La trincea rossoblù però ha retto, e questo è un ottimo segnale in ottica Liverpool. Se poi cominceranno pure ad arrivare segnali da Orso (ieri sacrificato sull’altare dell’inferiorità numerica) e gol da Ndoye, allora davvero si può cominciare a sognare un’altra stagione memorabile. Intanto mercoledì c’è il sogno di Anfield.

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