Cabrini dice Champions. "Un Bologna straordinario. La grande Europa è vicina»
Antonio oggi fa il mental coach: "Motta insegna modernità, vedete Calafiori. La sua squadra gioca bene e tutti sono cresciuti, Zirkzee in modo incredibile".
"La Champions? Se sei arrivato fino a qui sarebbe un errore non crederci. Scavalcare la Juve? Da qui alla fine tutto può succedere, ma seguo Motta e mi concentrerei su una partita per volta, senza fare troppo affidamento sullo scontro diretto. Thiago va o resta? Credo che per restare vorrà precise garanzie...".
Le verità del Bell’Antonio, al secolo Antonio Cabrini. Bello anche adesso che a 66 anni è ancora rivestito dell’immortalità del mito, come si conviene a chi, nell’82 in Spagna, si consacrò eroe Mundial prima di chiudere la carriera proprio sotto le Due Torri, con una conquista dell’Europa che l’anno dopo portò in dote l’onta di una retrocessione. I paradossi del calcio.
Cabrini, se il Bologna andasse in Champions?
"Farebbe qualcosa di grande, ma in linea con la storia del club. Sarebbe come un ritorno alle origini, un ricollocarsi ai livelli che competono alla piazza".
Motta, Sartori, Saputo: scelga il più meritevole se a maggio verrà centrata l’impresa. "Quando escono stagioni come questa non c’è uno più meritevole degli altri. I meriti vanno divisi tra tutti".
Questo Motta sembra un predestinato della panchina.
"Il suo Bologna gioca bene a calcio e ottiene risultati che hanno dello straordinario. Oggi vedi il Bologna quarto in classifica e pensi alle tante vittorie di questo campionato, ma io mi concentrerei anche sulla crescita dei calciatori. In questo gruppo sono cresciuti tutti, anche quelli che fino a un anno fa non sapevi quello che ti potevano dare. Penso a Zirkzee, che oggi giustamente è sulla bocca di tutti".
E non pensa a Calafiori, che in teoria nasce terzino sinistro come lei ma che sta interpretando, magnificamente, mille ruoli?
"Il calcio è cambiato e un allenatore bravo a un difensore chiede tante cose. Prima però gliele deve insegnare e anche in questo Motta è stato grande".
Ne sa qualcosa Allegri, a cui Thiago ha consegnato un Cambiaso in versione 4.0.
"Ho ancora negli occhi il pallone che ha servito l’altra sera a Chiesa in Juve-Lazio di Coppa Italia. Quella è una giocata da regista, non da terzino vecchio stampo".
Un Motta così è giusto che si cimenti sulla panchina di una big o farebbe meglio a restare a Casteldebole per fare del Bologna una big?
"Difficile dare consigli: è una scelta in cui entrano in gioco tanti fattori".
Compreso il destino di Allegri, il cui futuro in bianconero resta incerto?
"Allegri ha ereditato una Juve che doveva rimarginare le ferite e ha fissato un obiettivo preciso: qualificarsi per la Champions. Fin qui per quel traguardo è in corsa e non ho mai sentito dichiarazioni di sfiducia nei suoi confronti da parte dei dirigenti. Poi, è chiaro, le decisioni strategiche si prendono senza farlo sapere fuori: ma credo che solo alla fine conosceremo il destino di Allegri. Con una postilla".
Quale?
"Che ha ancora un anno di contratto e mandarlo via costerebbe una decina di milioni. Oggi il calcio è cambiato e devi guardare ai conti".
Anche il futuro di Motta si conoscerà solo a giugno.
"Se ti chiamano Milan, Juve o una squadra importante all’estero è normale che un allenatore ci pensi. Se invece Motta sceglierà di restare a Bologna immagino che chiederà garanzie, non solo economiche ma tecniche: a nessuno piacerebbe fare un giro in Champions collezionando brutte figure".
Ha pronunciato la parola Champions.
"Col percorso che il Bologna sta facendo come fai a non crederci?".
Sotto le Due Torri sognano di mettere la freccia sulla Juve. "Ci sono tante partite prima dello scontro diretto: è lì che devi mettere altro fieno in cascina". Cabrini, qual è la sua seconda vita?
"Faccio il mental coach tenendo conferenze nelle aziende. Racconto la mia esperienza, di calcio e di vita, faccio domande, parlo e ascolto. E tanti continuano a chiedermi un selfie: anche chi nell’82 non era ancora nato".
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