Calafiori, idee chiarissime: “La Nazionale di Spalletti e la Champions con Thiago i miei grandi obiettivi”

Dal ritiro dell’Under 21 il difensore del Bologna alza l’asticella: "Mi sento più forte. Da Motta ho imparato cose uniche, poi avere un club che punta sui giovani aiuta. Il quarto posto? I miei ex compagni della Roma un po’ me la stanno tirando...". .

di MASSIMO VITALI
21 marzo 2024
Riccardo Calafiori, 21 anni: 24 presenze e 2 assist fin qui con il Bologna (Alive)

Riccardo Calafiori, 21 anni: 24 presenze e 2 assist fin qui con il Bologna (Alive)

Bologna, 21 marzo 2024 – Lo vuole Spalletti (che per l’occasione lo ha lasciato al collega Nunziata): ma Spalletti, per il bene della nazionale maggiore, alla fine lo avrà. Più complicato che possano averlo tutti quelli che in serie A, e non solo, lo vorrebbero per rinforzare la loro difesa, a cominciare da Milan e Juventus. Ma qui comanda il Bologna, a pieno titolo proprietario del suo cartellino.

Quando si varcano i sacri cancelli della nazionale la consegna è che sul futuro il silenzio è d’oro. Per questo ieri Riccardo Calafiori, dal ritiro dell’Under 21 azzurra, non ha toccato l’argomento mercato ma ha raccontato che cosa significhi portare in nazionale un po’ del laboratorio di Thiago e con esso i sogni rossoblù di Champions.

Premessa che già dice tutto: "Quello che ho visto e imparato quest’anno da Motta non lo avevo mai visto prima", dice il classe 2002 romano. Crescita è la parola chiave: nel suo caso una vera e propria esplosione. Il segreto? "L’aver vissuto all’estero un anno fa a Basilea mi ha aiutato e anche questa stagione lontano da casa mi ha fatto crescere mentalmente".

E’ cresciuto così tanto Calafiori da meritare l’azzurro di Spalletti. "La nazionale maggiore è un obiettivo e un sogno – dice – . Lavorerò per realizzarlo". Nell’attesa palla a Thiago, che lo ha plasmato un po’ come fece un anno fa con Cambiaso. Della serie: c’era un difensore, all’occorrenza terzino, e oggi c’è un difensore che fa il centrocampista aggiunto.

"Il cittì Nunziata quando sono arrivato ha fatto una battuta – racconta Calafiori –. ‘Mi raccomando, qui non siamo al Bologna eh...’. Lì ci sono meccanismi che funzionano dall’inizio della stagione, compreso il fatto che vado spesso dentro il campo e che mi alzo spesso. In nazionale dovrò cercare di essere più attento e capire che ci sono altri tipi di situazione".

In nazionale Calafiori porta lo spirito di un Bologna che ai giovani crede per principio e che proprio sulla forza dei giovani ha costruito il sogno Champions. "Avere un club che fa giocare i giovani è tutto – dice il rossoblù –. In più quando una squadra va così bene, a livello collettivo e individuale, il valore di ogni giocatore si alza".

C’è dell’altro tra i segreti di Casteldebole: "L’unione che abbiamo dentro e fuori dal campo. Tra i giovani e i più esperti c’è un bel mix, organizziamo cene, stiamo spesso insieme, c’è un bellissimo gruppo". Un gruppo che corre a vele spiegate verso un posto in Champions. "Ragioniamo come Motta, partita per partita – ragiona Calafiori –. Ma non è un caso che siamo in questa posizione di classifica a marzo. Quindi cerchiamo di continuare così fino alla fine: perché non realizzare questo sogno?".

E pazienza se uno dei principali antagonisti è proprio la ‘sua’ Roma: "Qualcuno dei miei ex compagni li sento: me la stanno a tirà (in romanesco, ndr)!. Però sono fiducioso su quello che possiamo fare. Poi se anche il quinto posto vale la Champions e ci andiamo sia noi che la Roma sono contento lo stesso". Forse pure di più.

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