Castellini sostiene Thiago. "Un Bologna intrigante, rivoluzione necessaria”

L’ex capitano: "Ma i punti dovevano essere sei, con la Juventus avevi già vinto. La squadra è superiore a Torino e Sassuolo, se la giocherà con la Fiorentina"

di MARCELLO GIORDANO -
6 settembre 2023
Joshua Zirkzee, 21 anni: partito Arnautovic, il peso dell’attacco sarà sulle sue spalle. Nel riquadro, Marcello Castellini (Schicchi)

Joshua Zirkzee, 21 anni: partito Arnautovic, il peso dell’attacco sarà sulle sue spalle. Nel riquadro, Marcello Castellini (Schicchi)

Bologna, 6 settembre 2023 – "Gran bel mercato. E soprattutto vittoria pesante con il Cagliari, perché non era scontato battere una squadra pronta a lottare per la salvezza quando di fatto devi ancora iniziare ad amalgamare una squadra che conta nove volti nuovi. Ci sono i segnali per una gran bella stagione".

A parlare è Marcello Castellini, ex difensore e capitano del Bologna, che vede in queste prime tre giornate un Bologna che sta gettando le basi per riconfermarsi e provare a puntare in alto.

Castellini, il nuovo Bologna le piace?

"Lo trovo molto intrigante e coraggioso. Ha abbassato l’età media e il monte ingaggi, ha messo dentro giocatori di talento, gamba, colpi, corsa e fisicità. L’operato di Sartori e Di Vaio mi sta piacendo molto. A mio parere il club ha fatto un lavorone, agendo con freddezza e pazienza. Il finale di mercato credo abbia soddisfatto tutti e tolto gli ultimi dubbi, qualora ce ne fossero stati, sulle capacità dirigenziali. Di fatto è stata una rivoluzione, questo Bologna ha aperto un nuovo ciclo che può puntare a riconfermare il risultato della scorsa stagione e provare a guardare avanti, anche se non è scontato".

E cosa pensa di questa rivoluzione?

"Credo fosse necessaria. Quando hai giocatori seri che hanno fatto il loro per 2-3-4 anni, magari vicini alla scadenza del contratto o a scadenza, non più pienamente contenti, è anche giusto lasciarli andare. Penso a Dominguez, Schouten, Arnautovic soprattutto. Credo fosse necessario convincere Thiago a rimanere e della bontà del progetto e penso sia stato fatto, perché alla fine sono arrivati tutti giocatori adatti al modo di pensare calcio dell’allenatore".

Dove vede il Bologna a fine stagione?

"E’ presto da dire. Ma sulla carta, per potenzialità, credo che i rossoblù siano superiori a Torino, Sassuolo, Udinese e Monza. Insomma, vedo il Bologna con la Fiorentina sotto le sette grandi Milan, Inter, Juventus, Napoli, Atalanta, Roma e Lazio. Di bello c’è che il Bologna non sbaglia quasi mai partita, quindi è un osso duro e se qualcuna sbaglia stagione ne può approfittare. Poi ovviamente bisognerà vedere come svilupperà queste potenzialità e quanti punti riuscirà a collezionare in questo inizio di stagione, perché quando cambi molto l’inizio di stagione è la parte più delicata. In questo senso, per morale, convinzione e fiducia, la vittoria con il Cagliari è stata fondamentale".

Quattro punti dopo Milan, Juventus e Cagliari sono un buon bottino?

"Ne dovevi avere 6 perché a Torino con la Juventus avevi vinto. Ma quando vinci una partita che pareva stregata come quella con il Cagliari e giochi come hai giocato a Torino è tanta roba: significa che hai fame".

Chi ha apprezzato di più?

"Zirkzee ed è un gran bel segno, perché raccogliere l’eredità di Arnautovic non era e non è facile e ti deve far girare il sistema offensivo. Fisicamente è molto forte e mi aspettavo di vederlo pagare di più i carichi estivi di lavoro e responsabilità. E poi ha fatto gol, che è fondamentale".

Il punto interrogativo?

"A Casteldebole dovranno essere bravi tutti a gestire il reinserimento di Van Hooijdonk, che forse è stata l’unica situazione gestita non al meglio. Se all’ultimo giorno di mercato fosse arrivato come volto nuovo e vice capocannoniere del campionato olandese saremmo stati tutti al settimo cielo e avremmo gridato al grande colpo. Invece così rappresenta un punto interrogativo. Ma ce ne sarà bisogno".

Si può rilanciare un giocatore ritenuto fuori dal progetto per un’estate intera?

"Si può fare tutto. Ricordo che a Parma Gilardino giocava poco o nulla e doveva andare via. Poi dopo il crack Parmalat Adriano andò all’Inter e iniziò a giocare ed è diventato Gilardino. Non dico che Van Hooijdonk sia Gilardino, ma ci può essere modo di recuperarlo e far sì che diventi utile".

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