Da Napoli si vede la Champions. Un Bologna bello da impazzire. Mago Motta incanta il Maradona

Il tecnico rossoblù cambia la formazione a sorpresa e indovina tutte le mosse: segnano Ndoye e Posch. Ravaglia para un rigore a Politano. Se la Roma non vincerà a Bergamo, la coppa dei ’grandi’ sarà al sicuro.

di GIANMARCO MARCHINI -
12 maggio 2024
Un Bologna bello da impazzire. Mago Motta incanta il Maradona

Un Bologna bello da impazzire. Mago Motta incanta il Maradona

E’ stata la mano di Ravaglia. Ma anche quella di Thiago Motta. Sorrentino, citando il suo stesso film, direbbe che "la realtà è scadente". Già la realtà del suo Napoli che perde un altro treno per scappare dall’inferno (il rischio serissimo di restare senza coppe), mentre il Bologna si imbarca per il Paradiso. La partita del Maradona conferma il destino che entrambe le squadre si sono meritate in una stagione all’opposto: gli azzurri sommersi dai fischi del loro pubblico esausto e i rossoblù sotto il settore ospiti che canta "Ce ne andiamo in Champions League". Per organizzare il volo mancano giusto le formalità. Se la Roma stasera non dovesse vincere a Bergamo, Thiago avrebbe l’aritmetica del sogno.

Meritatissimo, sacrosanto. Come il 2-0 di Napoli, maturato in dodici minuti e legittimato per il resto di una gara dove il Bologna si impone con il piglio della grande squadra che è oggi. Lo è diventata attraverso un percorso partito proprio da qui, nell’ottobre 2022, quando i rossoblù giocarono la prima vera partita alla Motta, pur cadendo 3-2 con quella che poi si sarebbe rivelata la squadra scudetto da 90 punti di Spalletti.

Ora quel Napoli è ottavo e guarda col binocolo un Bologna lontano 16 punti. Mondi capovolti, con la forza delle idee e della bellezza. Da una parte un presidente tiranno e ostinato, dall’altra una società armonica, una grande democrazia del pallone. La differenza netta si riflette in panchina, tra un allenatore, Calzona, che non sa dove mettere le mani, e un altro, Thiago Motta, che qualsiasi cosa tocca (nella formazione) la trasforma in oro.

Laddove gli altri vedono scelte discutibili, lui scorge il futuro. Fuori Skorupski, Beukema, lo scatenato Saelemaekers e ancora panchina per Orsolini: dentro Ravaglia, Calafiori, Urbanski e Odgaard. Ma questo è matto? La risposta la dà il campo: Odgaard confeziona il cross per Ndoye che al 9’ buca Meret. Tre minuti dopo, Urbanski calcia il corner su cui Calafiori prolunga per l’incornata vincente di Posch. Il resto lo fanno i guantoni di Ravaglia, promosso a sorpresa per Skorupski (ultima panchina il primo aprile): come a San Siro con Lautaro in Coppa, il ‘cinno’ para il rigore di Politano (fallo di Freuler su Osimhen) che al 21’ avrebbe potuto riaprire la gara, poi fa un altro miracolo al 24’ della ripresa su Osimhen. Tutto il resto è accademia rossoblù e isteria azzurra. Zirkzee sfiora il tris (Meret si salva di piede) e poi esce per un dolore al flessore della gamba sinistra che potrebbe fargli saltare quella che si apparecchia come la grande festa, lunedì 20 contro la Juventus.

A proposito dei bianconeri: se Allegri oggi non dovesse battere la Salernitana, Thiago avrebbe pure l’orgoglio del terzo posto. Pazzesco solo a pensarlo all’alba di questo campionato. Avrebbe voluto tanto metterci Thiago, De Laurentiis, ma il tecnico rossoblù, forse annusando l’aria strana, decise di restare a Casteldebole. Chissà cosa deciderà a fine stagione. L’unica certezza è che, in attesa di svelare il futuro, Motta ha fatto la storia.

Continua a leggere tutte le notizie di sport su