Dalla porta al capitano. Un Bologna scorrevole

Non ci sono gerarchie a Casteldebole: Motta ha stravolto l’ambiente. Skorupski-Ravaglia sempre in ballottaggio, dubbi anche in vista di Cagliari.

di MASSIMO VITALI -
12 gennaio 2024
Dalla porta al capitano. Un Bologna scorrevole

Dalla porta al capitano. Un Bologna scorrevole

Quando tra vent’anni ci si chiederà chi era il capitano del Bologna di Motta nessuno avrà la risposta pronta: semplicemente perché in questo Bologna un capitano unico non c’è. Ce ne sono tanti, perché per Thiago la fascia non è un privilegio intangibile ma un premio al sacrificio della settimana. Gerarchie variabili che più variabili non si potrebbero immaginare: le stesse che da un mese a questa parte governano la scelta del portiere, con la partita sempre apertissima, e impronosticabile, tra Skorupski e Ravaglia. E’ la democrazia estrema di Motta, un protocollo che dal settembre 2022 ha rivoltato il mondo rossoblù come un calzino, imprimendogli un marchio di fabbrica originalissimo, senz’ombra di dubbio innovativo e in ogni caso foriero di grandi risultati. Anche adesso che l’eliminazione dalla Coppa Italia per mano della Fiorentina è una ferita ancora aperta e Cagliari, in campionato, l’occasione giusta per ripartire. A proposito: martedì notte al Franchi il capitano era Ferguson. Quattro giorni prima, in campionato col Genoa, al Dall’Ara la fascia era planata sul braccio di Zirkzee. Nella notte magica di Coppa con l’Inter, invece, i galloni premiarono Aebischer. Fascia itinerante, che da inizio stagione ha premiato ben sette rossoblù. Il primo in ordine cronologico è stato un rossoblù che poi ha fatto le valigie, destinazione Premier League, vale a dire Dominguez, capitano alla prima di campionato col Milan (ma lo era stato anche al debutto in Coppa Italia col Cesena). Come lui in campionato hanno indossato per una volta la fascia Orsolini, Posch e, come detto, Zirkzee. Ma quelli che vantano più presenze con la fascia al braccio sono tre: De Silvestri, Aebischer e Ferguson, ciascuno con 5 gettoni. Capitani per Motta evidentemente non si nasce, ma lo si può diventare da una partita all’altra: un po’ come titolari tra i pali.

E qui si apre un’altra pagina inedita di mottismo. Chi è oggi il portiere titolare nel Bologna di Thiago? E’ una domanda che offrirebbe al diretto interessato una risposta scontata su un vassoio d’argento: nella mia squadra un titolare non c’è, ci sono due bravi portieri e gioca quello che vedo meglio in settimana. E’ la sana concorrenza che piace tanto all’italobrasiliano e che fin qui ha prodotto risultati tecnici sorprendenti. Ma può essere applicata anche al delicatissimo ruolo del portiere? Il dibattito è aperto. Sta di fatto che il 17 dicembre a sorpresa con la Roma a difendere i pali rossoblù in campionato Motta ha schierato Ravaglia. Tre giorni dopo, al Meazza con l’Inter nella notte di Coppa Italia, c’era di nuovo il giovane portiere cresciuto nel vivaio di Casteldebole. Skorupksi, che prima della Roma aveva giocato sempre, è stato ripescato per le due sfide di campionato con Atalanta e Udinese. Dopodiché una settimana fa in campionato col Genoa riecco Ravaglia, con Skorupski che è stato ‘risarcito’ al Franchi, nella notte iellatissima di Coppa con la Fiorentina. Domanda doppia: a Cagliari tra i pali chi giocherà e chi indosserà la fascia di capitano? "Vediamo", risponderebbe Thiago. Democrazia (con suspence) mottiana.

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