Emozioni nel ricordo di Concetto Lo Bello. Ulivieri: "Meglio del Var"

In un evento dedicato all'indimenticabile fischietto di Siracusa Concetto Lo Bello, personaggi del mondo del calcio e delle istituzioni hanno ricordato la sua figura e le sue gesta, tra cui lo spareggio scudetto del 1964 tra Bologna e Inter. Un omaggio alla sua personalità e alla sua capacità di vincere sempre.

13 ottobre 2023
Emozioni nel ricordo di Concetto Lo Bello. Ulivieri: "Meglio del Var"

Emozioni nel ricordo di Concetto Lo Bello. Ulivieri: "Meglio del Var"

A far capire quanto sia ancora attuale la figura di Concetto Lo Bello, ci ha pensato quel maestro di calcio (e di dialettica) di Renzo Ulivieri: "Lo Bello il Var lo faceva da solo, sapeva arbitrare, aveva personalità". Il numero uno dell’Assoallenatori è stato tra i tanti che ieri hanno risposto con piacere all’invito dell’avvocato Mattia Grassani, regista dell’evento dedicato all’indimenticato e indimenticabile fischietto di Siracusa. ’Concetto Lo Bello, storie e momenti di vita’, è il titolo del volume che il figlio, nonché anche lui ex arbitro, Rosario ha presentato dialogando con il giornalista e presidente della Lega Pro, Matteo Marani, nell’aula magna della Regione Emilia Romagna, per l’occasione pienissima.

"Forse sono stato invitato qua in qualità di allenatore più espulso d’Europa", ha detto con intramontabile ironia, Renzaccio. In realtà, a muovere così tanti personaggi prestati per qualche ora dal mondo del calcio e delle istituzioni è stata proprio la volontà di ricordare e celebrare la figura di Lo Bello. Il figlio Rosario si è detto "molto colpito dai ricordi ascoltati su mio papà", ringraziando i tanti ex colleghi e compagni di viaggio. "Perché noi arbitri dentro siamo soli e quindi tra colleghi ci vogliamo molto bene". E l’affetto ha sfiorato più volte la commozione, nel ripercorrere la vita e le gesta di un arbitro che ha segnato la storia del calcio. Inevitabile la citazione dello spareggio scudetto del 1964 tra Bologna e Inter, diretto proprio da Lo Bello. "Concetto impose i suoi due guardalinee: o mi date loro o non accetto – ha raccontato Pietro Nicolosi, suo fedele assistente per sei anni –. Lui era così: vinceva sempre".

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