Gennaio, sempre un mercato da gioie e dolori. I colpi come Nico e i flop alla Ibson e Zuniga

A volte si ripara, spesso si fanno danni. Saputo, però, non si è mai tirato indietro: a partire dal 2015 quando finanziò tanti rinforzi per la A

di MASSIMO VITALI
20 gennaio 2024
Gennaio, sempre un mercato da gioie e dolori. I colpi come Nico e i flop alla Ibson e Zuniga

Gennaio, sempre un mercato da gioie e dolori. I colpi come Nico e i flop alla Ibson e Zuniga

Dalla finestra di gennaio qualcosa entra e qualcosa esce: mica facile però cambiare aria alle stanze a stagione in corso. Si chiama mercato di riparazione e a Casteldebole a volte ha riparato, a volte non ha spostato gli equilibri di una virgola e a volte ha fatto più danni della grandine. Gioie e dolori, assi nella manica e clamorosi flop, gente che ha cambiato in meglio i destini della squadra e gente che ha smesso di giocare. La galleria è ricca e insegna che non c’è una regola: semmai c’è il fiuto di un diesse. Sempre che un diesse ci sia. Di fatto era già esautorato Roberto Zanzi quando nel 2013-14, stagione dell’ultima retrocessione in B dei rossoblù, Albano Guaraldi s’illuse di rinforzare la squadra con i carneadi Ibson e Friberg, salvo poi vendere, un paio di settimane dopo, Diamanti al Guanghzou: disastro epocale.

Il primo mercato di gennaio di Saputo invece portò cospicui doni a Diego Lopez: l’infornata di Da Costa, Gastaldello, Krsticic, Mbaye, Sansone (Gianluca) e Mancosu nel 2014-15 spinse quel Bologna, pur tra mille peripezie, a riagguantare la serie A perduta. Del resto quando tocca correre al capezzale di un Bologna malato Joey c’è sempre stato. Nel gennaio 2019, per dare un senso al passaggio di testimone in panchina tra Pippo Inzaghi e Sinisa Mihajlovic, a Casteldebole in un colpo solo sbarcarono Soriano, Sansone (Nicola), Lyanco e Edera: e fu una cavalcata trionfale (dei quattro solo Edera, oggi alla Spal, fece da spettatore). Zuniga e Constant, invece, alzi la mano invece chi se li ricorda. Al primo anno di A di Saputo, arrivati a gennaio, entrambi fecero scena muta. Una mano in corsa a Donadoni in quel 2015-16 la diede invece Floccari, che portò in dote 2 gol. L’anno dopo peggio che andar di notte: nè Petkovic né l’improponibile Valencia lasciarono traccia. E pazienza se il centravanti croato, da Bigon in quel gennaio 2017 strappato al Trapani, avrebbe poi fatto un percorso di tutto rispetto, diventando un punto fermo della Dinamo Zagabria: vallo a sapere.

Ma chi l’ha detto che a gennaio arrivano solo fantasmi? Nel 2018 piombò a Casteldebole Orsolini e con lui Dzemaili, di ritorno da Montreal. Due anni dopo, nel 2020, fu la volta dei costosissimi Barrow e Dominguez, entrati pure loro dalla finestra invernale insieme a Vignato (che però fu lasciato al Chievo fino a giugno). Più di recente, nel 2021 gennaio ha portato Soumaoro, Antov e Faragò (sempre fermato dagli infortuni al Como), nel 2022 Aebischer e Kasius mentre un anno fa il tira e molla col Sassuolo ottenne l’effetto di portare per qualche mese Kyriakopoulos. Per finire Vladyslav Supryaga, che nel 2020-21 fu oggetto del desiderio per mesi, non solo di gennaio. Ma costava troppo (10 milioni) e non arrivò mai. L’attaccante ucraino della Dinamo Kiev dopo quattro mesi da fantasma alla Sampdoria ha pagato dazio a un grave infortunio che gli ha consentito di tornare in campo, sempre con la Dinamo, solo a fine 2023. Della serie: l’abbiamo scampata bella.

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