Il commento. Uno sgarro alla Signora, nemica storica

Il Bologna di Thiago Motta punta al terzo posto superando la Juventus, storica rivale. La squadra rossoblù sogna di colmare un vuoto cosmico nel cuore dei tifosi, desiderosi di superare la Signora degli scudetti. Motta porta un calcio entusiasmante che potrebbe segnare una svolta nel campionato, mentre Allegri resta ancorato a un modulo superato. Il Bologna spera di condividere un grande futuro con il suo allenatore, magari finendo davanti alla Juve.

di GIUSEPPE -
5 aprile 2024

Tassi

Uno sgarro alla nemica storica, un sorpasso alla squadra più odiata dai tempi dell’Inter di Mago Herrera. C’è la Juventus nel mirino del Bologna di Thiago Motta, che risale la classifica come un’onda inarrestabile. Nelle ultime nove partite ha risucchiato 17 punti alla banda Allegri e ora c’è spazio e tempo per sognare un sorpasso clamoroso, che vorrebbe dire terzo posto. Certo la Champions è un traguardo speciale, unico, ma nel cuore del tifo rossoblù mettere il naso davanti alla Juve sarebbe colmare un vuoto cosmico, realizzare un sogno proibito. È dalla stagione ’65-’66 (allenatore Carniglia, subentrato a Scopigno) che il Bologna non finisce il campionato davanti a Madama. Allora fu secondo con 46 punti dietro l’Inter e la Signora degli scudetti finì quinta a quota 42.

Da quell’era calcistica ad oggi la Juve è stata identificata dai tifosi bolognesi come l’incarnazione dell’impero economico degli Agnelli, come una squadra cannibale ben rappresentata dal cinismo di Boniperti, come una creatura protetta dagli arbitri perché emanazione di un potere superiore.

Solo nell’era di Luciano Conti si realizzò una sorta di alleanza per gli ottimi rapporti fra il presidente rossoblu e la dirigenza juventina. Ma poi il demone della sudditanza psicologica dei fischietti ha allungato le sue mani fino ad oggi. Nell’era di Calciopoli il Bologna retrocesse anche per le conseguenze del megascandalo arbitrale agganciato alla figura di Luciano Moggi.

E basta correre con la mente alla partita di andata (fallo da rigore ignorato di Iling Junior su Ndoye) per capire che certi fantasmi sono difficili da cancellare.

Ma è soprattutto sul piano calcistico, più che su quello delle dietrologie, che il calcio entusiasmante di Motta può segnare una svolta nei valori del campionato. Mentre Allegri resta abbarbicato al suo totem difensivo e a un modulo che sembra superato dal tempo, Thiago impone il modello liquido, il suo gioco di costante movimento collettivo. È proiettato verso un grande futuro che Bologna sogna di condividere ancora con lui. Magari finendo il campionato davanti alla Juve.

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