Il mondo capovolto: il centravanti guadagna 3,5 milioni di euro, ma in campo zero soddisfazioni. Joshua, quant’è grigia Manchester. Una sola rete e pochissimi sorrisi
L’ex rossoblù sta faticando in uno United in piena crisi. Ma i tifosi dei Red Devils. sono tutti dalla sua parte.
Chissà se la sera del primo ottobre, vigilia della sfida di Champions League con Liverpool, a Zirkzee sia scesa una lacrimuccia invisibile quando è andato a salutare i suoi ex compagni rossoblù in hotel facendo loro l’in bocca al lupo per la gara coi Reds. Di sicuro, sul piano personale, l’esperienza al Manchester United fin qui, pur gonfiandogli il conto in banca, sul campo ha tolto il sorriso al riccioluto olandese che aveva fatto sognare Bologna. Appena un gol segnato in 10 partite (di cui 5 da titolare) sommando le 7 apparizioni in Premier League, le 2 in Europa League e il lampo in Efl Cup. Il totale fa 510 minuti con pochissime gioie, personali e di squadra, se è vero che lo United dell’olandese Ten Hag assomiglia a tutto fuorché a una squadra di calcio e oggi è semplicemente un’accozzaglia di talenti inesplosi che non sanno recitare lo spartito. Risultato: Ten Hag è un ‘dead coach walking’, più che mai a rischio esonero, e lo United in Premier si ritrova nella colonna destra della classifica con 8 punti dopo 7 giornate, curiosamente l’identico bottino del Bologna in campionato.
Ma il paragone non regge: i rossoblù hanno chiuso il mercato con un leggero attivo mentre lo United in estate si è svenato facendo registrare un ‘rosso’ di circa 200 milioni. E Joshua? Oggi è la prova vivente che i milioni non sempre fanno la felicità, detto che i 3,5 netti a stagione del suo ingaggio in teoria non dovrebbero intristire nessuno. Eppure i sorrisi di quando portava a passeggiare il suo inseparabile amico a quattro zampe di nome Kobe sulle rampe di via del Ravone per Zirkzee sembrano lontani.
Joshua ha fatto festa al debutto, segnando il gol-vittoria dello United alla prima di campionato col Fulham, il 16 agosto: ma da lì in poi si è eclissato. I tifosi fin qui se la sono presa più con l’allenatore, reo, a loro giudizio, di non aver assegnato la giusta collocazione tattica al ventitreenne olandese, che anche all’Old Trafford ha già mostrato a tutti di essere più un 10 o un ‘9 e mezzo’ che un vero 9 d’area.
E’ la critica che a Zirkzee è stata mossa anche in patria dopo lo scialbo 1-1 tra Ungheria e Olanda, che lo ha visto pallido protagonista per 76 minuti. Caro Joshua, com’era dolce Bologna...
m. v.
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