Il pagellone del Bologna. Calafiori-Fabbian, saranno campioni. Le prodezze di Orso e Saelemaekers. Freuler e Beukema, impatto super

Skorupski e Ravaglia, un ballottaggio che blinda la porta. Ferguson, stagione da star senza lieto fine

di GIANMARCO MARCHINI -
13 maggio 2024

Bologna, 13 maggio 2024 – Non serve aspettare gli ultimi due esami per un Bologna già ampiamente da lode. Ecco i voti a tutti i rossoblù.

Il pagellone del Bologna: tutti i protagonisti
Il pagellone del Bologna: tutti i protagonisti

Difesa

SKORUPSKI 8. Quando il 17 dicembre, contro la Roma, Thiago gli preferisce Ravaglia, Lukasz ha due possibilità: reagire male o reagire bene. Lui reagisce da numero uno. Accetta la competizione, ne spreme il meglio. Il risultato? Ventisette partite, tredici clean sheet. E un portfolio di parate pazzesche: dall’intervento su Baldanzi fino a quello su Ilic a Torino, passando per il volo su Isaksen a Roma. A Napoli resta di nuovo a guardare. Ma su questa Champions ci sono belli grandi i suoi guantoni. Categoria: impronte digitali.

RAVAGLIA 8. Il rigore su Politano è la fotografia da incorniciare e regalare a Natale. Il ’cinno’ che non t’aspetti. Dalla Roma a Napoli: cinque impensabili da titolare, quattro volte la porta inviolata. Da comparsa a protagonista. Categoria: predestinato.

BEUKEMA 8. Il sorriso che rassicura. E, infatti, con Sam al centro della difesa, il mondo appare un posto meno brutto. Si è calato alla meraviglia nella realtà Bologna. Categoria: resta fin che vuoi.

CALAFIORI 9. Fisico da personaggio della Marvel e testa di un professore (del ruolo): rappresenta l’evoluzione della specie. Un difensore centrale così in Italia non si vedeva da tanto, o forse non si era mai visto. Categoria: supereroi.

LUCUMI 8. Leadership e carisma da vendere. Jhon non parla tanto, ma quanti fatti che fa. Avvio di stagione difficile, poi il decollo. Categoria: giganti.

POSCH 7. Ci aveva abituato troppo bene, il nostro Stefan. Sei gol da terzino e quell’aria imperturbabile. A Napoli ha ritrovato la rete, sigillo su una stagione meno bollicine, ma tanta sostanza. Categoria: alta affidabilità.

KRISTIANSEN 6,5. Volete la verità? Ci aspettavamo di più da questo biondino. Invece, gli è uscita un’annata un po’ da limite dei 30. Positivo, eh, ma per un riscatto a 15 milioni serviva di più. Categoria: le faremo sapere.

DE SILVESTRI 7,5. Il ’sindaco’ di Casteldebole. Il più amato dai tifosi, dai compagni, da tutti. Quatordici presenze, ma di sostanza, due reti pesantissime: quella stupenda in tuffo al Frosinone e quella del pari col Genoa. Categoria: uno di noi.

LYKOGIANNIS 7. Non sarà un lampo, il nostro Charalampos, ma non ti tradisce mai. Solidità ed estetica: come la splendida punizione di Lecce e la perla contro la Salernitana. Categoria: mari e monti.

CORAZZA 6,5. L’avvio dei sogni in Coppa Italia con il Cesena poteva fargli montare la testa. L’altro ’cinno’ di casa, invece, tiene la testa bassa, pedala e cresce. Categoria: giovani vecchi.

Centrocampo

AEBISCHER 8. L’arte di fare tantissimo, ma di farlo al buio. Mich è un imprescindibile. Una vera diga svizzera. Categoria: grandi opere.

EL AZZOUZI 7,5. Accolto con scetticismo: allora proprio Sartori non l’avete capito? Il giovane marocchino mostra subito una personalità pazzesca e segna due gol pazzeschi a Lazio e Roma. Categoria: olimpico.

FERGUSON 9. Capitano, tuttocampista, un giocatore sui generis. Lotta di classe e lotta con classe. Sei gol e tantissima sostanza. Cade in battaglia come i più grandi condottieri. Categoria: fuori categoria.

FREUELER 8,5. Puntualità svizzera, il Rolex del centrocampo. La sua lancetta segna sempre l’ora giusta. Dominguez va al suo posto al Nottingham in Premier, e Remo viene qua a fare il premier: autorevolezza e carisma per governare il gioco. Non scrive leggi, ma le detta in campo. Categoria: istituzioni.

FABBIAN 8. Cinque gol, ma prima ancora una personalità già da campione. L’Inter vanta una recompra: trovate il modo di farla sparire. Categoria: incatenatelo a Casteldebole.

MORO 6,5. Intelligente, ma non si applica come ci si aspettava alla sua seconda stagione. Categoria: merita un’altra chance.

URBANSKI 7. Se Thiago lo ama, ci sarà un motivo. Il ragazzino cresce alla distanza, come dimostra la prova di grande spessore al Maradona. Categoria: fidiamoci.

SAELEMAEKERS 8,5. Arriva con quell’aria da "Io ho vinto uno scudetto e voi?". Quando si mette al livello degli altri, si dimostra di un altro livello. Un aprile da sogno, con lo scavetto del 3-1 alla Roma già consegnato alla storia. Categoria: indiavolato.

Attacco

ORSOLINI 8,5. Dieci perle in campionato, tutte da gustare a cucchiaini, anche se l’ultima è una mousse un po’ datata (primo aprile, alla Salernitana). C’è tanto, tantissimo Orso, però, dentro questa impresa. Un contributo enorme diluito lunga una stagione dove Thiago spesso lo sprona a colpi di panchine. Spezza l’inerzia generale di ottobre con la tripletta all’Empoli, tiene su la baracca tra gennaio e febbraio. Brilla lui quando Zirkzee è appannato. Sorrisi e appartenenza: enorme, in senso generale, il suo impatto nell’ambiente. Categoria: persone del cuore.

NDOYE 8. Forrest Dan. Corre, corre e corre senza sosta. Eh però non segna mai! Vero, fino alle 18:09 dell’11 maggio. Un gol solo, ma nella storia: l’uno a zero a Napoli, nella partita che vale il timbro Champions. Categoria: giocatori che all’asta del prossimo fantacalcio saranno gettonatissimi.

KARLSSON 6. Il 6 è un compromesso doveroso tra le aspettative altissime e un rendimento che, tra infortuni e panchine, manca di elementi per una valutazione definitiva. Peccato, però. Perché la partenza prometteva bene, con quel palo clamoroso colpito con il Cagliari che sa tanto di sliding door di una stagione inspiegabile. Categoria: assolto per insufficienza di prove.

ZIRKZEE 9,5. Mezzo voto in meno perché la perfezione nel calcio non esiste, anche se con certe giocate Joshua ci va parecchio vicino. Nel deserto emotivo lasciato da Arnautovic in pieno agosto, l’olandese edifica la sua oasi: fioriscono le magie, il Bologna diventa un’esplosione di colori. Nove virgola cinque come il numero di maglia che più lo definirebbe: perché sa fondare due ruoli in uno, ispira come un dieci, attira (palloni e avversari) come un centravanti. Pezzo unico. Categoria: opera d’arte.

ODGAARD 7. Il danesone che non t’aspetti. Nemmeno il tempo di disfare la valigia, che segna due gol, con il Lecce e alla Fiorentina. L’inizio da CR7 biondo chiaramente lascia spazio a una concretezza tutta nordica: prezioso da esterno, con tanto sacrificio e la firma nella partita della Champions con l’assist delizioso per il primo gol. Categoria: avercene.

CASTRO 6,5. In Argentina lo considerano il nuovo Lautaro. La trattativa per portarlo a Bologna è stata lunga e faticosa quasi come un viaggio da Buenos Aires all’Italia: in nave, però. Il ragazzo si presenta con un mare di motivazioni e un mate da sorseggiare al Dall’Ara. Si fa apprezzare per la garra che ci mette nelle sue apparizioni in campo. Domina la scena nei festeggiamenti. Categoria: ‘leva calcistica’ degregoriana, il ragazzo si farà.

Il tecnico e i suoi

THIAGO 10. Bellezza e solidità si sposano nel suo calcio. Avanguardia pura. Vede cose che noi umani... La Champions forse nemmeno lui l’aveva vista. O forse sì. Categoria: visionario.

LO STAFF DI THIAGO 9. Illuminanti nell’ombra. Alexandre Hugeux, il fedele vice. Alessandro Colsante, Flavio Francisco Garcia e Alfred Dossou-yovo: gli occhi di Motta dall’alto, presenze rassicuranti nelle tribune di tutta Italia. E i collaboratori Simone Colinet e Iago Lozano, i preparatori atletici Nicolò Prandelli e Paolo Aiello, il team manager Tommaso Fini. Categoria: migliori attori non protagonisti.

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