La fabbrica dei talenti. In viaggio con De Marchi "Un’Olanda che seduce, vi racconto il perché»
L’intermediario: "Beukema un ottimo difensore. E Schouten vale una big"
di Massimo Vitali
"Fidatevi dell’Olanda: l’Eredivisie è un campionato che ti permette ancora di cogliere delle ottime occasioni. A prezzi contenuti? Beh, ormai in tutta Europa fanno scouting e setacciano quel campionato, quindi anche lì i prezzi stanno salendo".
Marco De Marchi la sua Olanda la trovò nel 1997, quando chiusa la sua avventura al Bologna decise di vestire per tre stagioni la maglia del Vitesse. Poi è rimasto sentimentalmente e professionalmente legato alla terra dei mulini a vento tanto che fu lui, due estati fa, a fare da intermediario nell’operazione che ha portato in rossoblù l’allora svincolato Sydney Van Hooijdonk, a maggio vice capocannoniere dell’Eredivisie e oggi messo all’angolo da Motta (materia delicata, su cui il ‘Dema’ preferisce glissare).
De Marchi, perché l’Olanda è così attenzionata dal Bologna e non solo?
"Il calcio olandese a livello di tecnica e fisicità non ha avuto mai nulla da invidiare a quello di altri campionati. Da tempo si è registrata una crescita anche sul piano tattico: penso a quanti difensori hanno sfornato negli ultimi dieci anni".
Pensa anche a Beukema?
"Lo conosco bene, è un ottimo difensore, molto solido, pronto per fare il salto. Ha giocato in un club come l’Az che ha fatto le coppe: è un ragazzo che ha tutto per fare molto bene anche a Bologna. Poi la serie A non è una passeggiata per nessuno, specie al primo anno".
Un rodaggio servì anche a Schouten, per Casteldebole il vero tesoro d’Olanda.
"Oggi è uno dei migliori playmaker in circolazione. Sta un po’ nell’ombra, sembra quasi introverso, ma quando deve scegliere la giocata è glaciale. Lo dico sottovoce: è sicuramente pronto per una grande".
Se la sentono i tifosi del Bologna...
"Ma io sono stato un capitano del Bologna e ne sono ancora il primo tifoso. Sono ragionamenti che un tifoso non vorrebbe ascoltare mai, ma la verità è che quando arriva l’offerta giusta quasi tutti i club oggi non hanno scelta: devono vendere. E’ questo l’unico modo per stare in piedi dal punto di vista finanziario. La differenza sta nella capacità di trovare sostituti adeguati a cifre ragionevoli".
Motta è impaziente e vorrebbe che i buchi di organico fossero al più presto riempiti.
"E’ un mercato un po’ drogato dalle offerte dell’Arabia e della Premier. Tutti aspettano che si muova qualcosa: ma non tutti hanno un uomo mercato capace come Sartori".
Conosce El Azzouzi?
"Altro giovane di prospettiva. Combattivo, fisico, può giocare nella posizione di Schouten: anche se ha altre caratteristiche".
Alla voce olandesi di Casteldebole non possiamo non parlare di Zirkzee.
"E’ un grande talento, ma non è un nove: nel senso che gli piace di più giocare fuori dall’area che davanti alla porta".
Lei trent’anni fa lasciava la Juventus per scendere in C col Bologna, debuttando in un triste pomeriggio di Como.
"Perdemmo 1-0, in panchina c’era Zaccheroni. Gazzoni voleva attrezzare una squadra per la risalita e quando a novembre pensarono a me non ebbi particolari dubbi. Qualcuno mi prese per pazzo, considerato che qualche mese prima con la Juve avevo alzato al cielo una Coppa Uefa, giocandola da protagonista. Ma al Bologna non potevo dire no e non me ne sono mai pentito".
Ci faccia tre nomi di calciatori olandesi di cui sentiremo parlare.
"Thijs Dallinga, attaccante classe 2000 del Tolosa. E’ arrivato in Francia la scorsa estate e alla sua prima stagione in Ligue 1 ha segnato 12 reti in campionato e 6 in Coppa di Francia. Valore moltiplicato".
Vada col secondo.
"Mats Wieffer, centrocampista classe ‘99 del Feyenoord e della nazionale. Il Feyenoord lo ha preso per un cicca, oggi costa una fortuna".
Manca il terzo.
"Sydney Van Hooijdonk".
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