La favola Nielsen. Rudi: "Il mio Harald, bolognese dentro»

La vedova del bomber dell’ultimo scudetto in città con la famiglia "L’affetto è rimasto immutato. E quel giorno all’Olimpico io c’ero".

di MASSIMO VITALI -
21 ottobre 2023
Rudi: "Il mio Harald, bolognese dentro"

Rudi: "Il mio Harald, bolognese dentro"

"Ogni volta che torno a Bologna rivivo quegli anni indimenticabili. Qui ci sentiamo a casa. Lo dico sempre: Harald era metà danese e metà bolognese...".

A ottant’anni (splendidamente portati) Rudi sfoglia l’album dei ricordi, tornando a vestire i panni della signora Nielsen, la moglie del bomber dal sorriso gentile sceso dal Grande Nord per regalare al Bologna il settimo scudetto e scomparso nel 2015 all’età di 73 anni.

Signora Nielsen, suo marito per i bolognesi è e sarà sempre un mito indelebile.

"E ci riempie di orgoglio. Anche adesso che siamo qui e abbiamo deciso di passare una settimana in città per ritrovare vecchi amici ci rendiamo conto di quanto sia stato grande, e continui ad esserlo, l’affetto dei bolognesi per mio marito".

Dice noi, perché da Copenhagen ha spostato tutta la famiglia.

"Io, i miei due figli Henrik e Heidi, rispettivamente con moglie e marito, più i miei quattro nipoti. Abbiamo fatto una carovana, approfittando del fatto che martedì la Danimarca giocava a San Marino. Quella sera eravamo tutti allo stadio: una grande festa, anche per il gol segnato da San Marino nonostante la nostra vittoria".

Bologna per Harald che cos’è stata?

"Un pezzo importante di vita che ci portiamo ancora dentro. Pensi che Henrik è nato proprio nel ‘64, a Bologna, il 19 ottobre: giovedì abbiamo festeggiato tutti insieme il compleanno’".

Bologna per lei?

"Abitavamo in via Molinelli, non c’erano altri compagni di squadra in zona, ma avevamo legato molto con la famiglia Janich. Franco (che è scomparso nel 2019, ndr) negli ultimi anni telefonava a mio marito ogni due settimane: ‘Come stai vecchio?’. Una bellissima amicizia, che unisce ancora le nostre famiglie".

Che effetto fa essere la moglie dell’uomo che segnò un gol decisivo nello spareggio con l’Inter del ‘64’?

"Quel giorno fu bellissimo. E me lo godetti dalla tribuna dell’Olimpico insieme alla sorella di Harald, Jutta. Un’emozione incredibile, in fondo a una stagione in cui erano successe tante cose: il caso doping, la morte del presidente Dall’Ara. Che ricordi...".

Il primo Harald che le viene in mente?

"Facile: quando nel ‘61 ci siamo incontrati sul set di un film e ci siamo subito innamorati. Io avevo diciassette anni, lui diciannove. Io ero un’attrice precoce, avevo avuto delle parti sia al cinema che a teatro. Harald era già famoso, aveva debuttato giovanissimo in nazionale e con la Danimarca era arrivato secondo alle Olimpiadi di Roma del 1960. Fu amore a prima vista. Per lui lasciai cinema e teatro: so di aver fatto la scelta giusta".

Il Bologna da Copenhagen lo seguite?

"Sempre. Purtroppo non riusciremo ad essere allo stadio col Frosinone, perché rientriamo a casa il giorno prima. Quando il club l’altro giorno ci ha portato al Dall’Ara è stato bellissimo rivedere quel posto in cui sessant’anni fa abbiamo vissuto momenti così felici".

Lo sa che nel Bologna gioca il vostro connazionale Kristiansen?

"Sì. Posso solo augurargli che nella vostra città viva bene come ci abbiamo vissuto noi".

Harald salutò la città per l’ultima volta nel 2014.

"Sì, prima di una partita (Bologna-Virtus Entella, ndr), invitato dal club, andò sotto la curva a prendersi gli applausi dei tifosi. Lui in campo pianse e anch’io in tribuna provai la stessa commozione. Mio marito già allora non stava bene, la malattia si era già manifestata. Ma non gli sembrava vero che tante persone, a distanza di quasi sessant’anni, gli volessero ancora così bene".

Il sogno della tifosa rossoblù Rudi qual è?

"Che il Bologna possa tornare a vincere uno scudetto. I ricordi sono belli, ma a volte bisogna rinfrescarli".

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