Le parole dell’erede del presidentissimo, scomparso il 3 giugno del 1964: "Regalo Champions? Proviamoci. Il quarto posto fa bene alla città, si respira un bel clima». Dinastia Dall’Ara, Stefano ci crede: "L’Europa è possibile»
di Alessandro Gallo Stefano Dall’Ara, 60 anni, presidente di Scs Consulting e Gattinoni Tr...
Stefano Dall’Ara, 60 anni, presidente di Scs Consulting e Gattinoni Travel Store, è uno degli ultimi eredi del presidente Renato, con Stefano i fratelli, Patrizia e Roberto e la cugina Riccarda. Ex giocatore di basket, bandiera e ad per lunghi anni del Gira, è stato vice presidente della Lega Nazionale Pallacanestro. Da una decina d’anni, è affezionatissimo al Bologna.
Stefano, partiamo dalla parentela con Renato, il presidentissimo.
"Renato era fratello di mio nonno. Ha tirato su mio padre Augusto. Per questo, anche se è scomparso quando avevo un solo anno, l’ho sempre sentito come un nonno".
Visto il cognome, qualcuno le chiede se lo stadio è suo?
"Ogni tanto succede. Altre volte mi chiedono se Renato è stato un celebre giocatore del passato. Per fortuna la memoria storica sopravvive".
Lei, dal basket al pallone, ma da quando?
"Era il 2014. Il Bologna era in B, il notaio Carlo Vico, che è un amico, mi ha convinto. Non ho più smesso".
Che idea ha del Bologna?
"Conosco Fenucci, è un ottimo dirigente. E con Saputo è riuscita a costruire un bel clima attorno alla squadra. Tutti ricordano gli scudetti dell’epoca di Renato. Credo che questa sia una delle migliori proprietà di sempre della storia del Bologna".
Quarto posto: vertigini?
"Ma ben vengano queste sensazioni. E’ bello per la città".
Giudizio sulla società?
"Positivo. Una proprietà stabile, che garantisce continuità. Non posso dimenticare nemmeno il lavoro di Bigon prima e, ora, di Sartori e Di Vaio".
Quarto posto grazie a Thiago?
"L’allenatore mi piace. Ma i meriti sono da dividere con i giocatori e con la società. Piuttosto ripenso all’estate".
E cosa le viene in mente?
"Che abbiamo perso Arnautovic. Che sono andati via Schouten e Dominguez. E l’anno prima Svanberg".
E quindi?
"Chi li ricorda più?".
Quarto posto, Champions: bisogna tornare sul mercato?
"Non sono un tecnico e non ho la risposta giusta. Nemmeno da tifoso. Da uomo di sport dico che non è facile mettere mano a qualcosa che funziona. Il rischio è rompere gli equilibri. Poi non dimentichiamoci che dovrà rientrare Orsolini. La società fin qui ha scelto bene: lasciamola lavorare".
A giugno saranno i 60 anni dalla scomparsa di Dall’Ara e dalla vittoria dell’ultimo scudetto. Regalo Champions?
"Magari. Confermarsi tra le prime quattro non sarà semplice. Ma ottenere il pass per una competizione europea, si può. Proviamoci".
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