Maifredi champagne: "Motta, Sartori e Saputo. Un tris da lotta scudetto"

L’ex tecnico: "Se Thiago resta può spingere Joey ad allestire un Bologna da titolo. Alla Juve non troverebbe il paradiso. Attenzione alle incognite Barcellona e Psg".

di MASSIMO VITALI -
20 marzo 2024
Maifredi  champagne: "Motta, Sartori e Saputo. Un tris da lotta scudetto"

Maifredi champagne: "Motta, Sartori e Saputo. Un tris da lotta scudetto"

Il calcio-champagne di Gigi Maifredi e il calcio posizionale di Thiago Motta. Una città che, oggi come allora, vola sulle ali dell’entusiasmo. E un allenatore rossoblù che, come già accade nel ‘90 a Maifredi, può far gola alla Juventus e in ogni caso non ha ancora deciso il suo futuro.

Maifredi, pensa che le sirene della Juve possano di nuovo suonare a Casteldebole?

"Sinceramente no. Penso invece che se le strade del Bologna e di Motta a giugno dovessero separarsi la sua collocazione più logica sarebbe alla guida di un Barcellona o di un Psg, grandi club di cui Thiago ha già respirato l’aria".

Anche a Bologna però adesso si respira una meravigliosa aria da Champions.

"Finalmente: mi ero un po’ stancato di assistere a campionati fotocopia che avevano come solo obiettivo una tranquilla salvezza. Una piazza come Bologna meritava qualcosa di molto più grande".

E finalmente è arrivato.

"Intanto due anni fa è arrivato il mio amico Giovanni Sartori, che non sbaglia un colpo. Saputo c’è da dieci anni e rappresenta una garanzia di solidità. E poi c’è Motta, che ha fatto decollare la squadra. Società, allenatore e direttore sportivo: quando queste tre componenti funzionano allora si può pensare in grande".

In grande quanto?

"Il primo obiettivo a questo punto è andare in Champions. Se guardo alla classifica e a quello che il Bologna ha dimostrato fin qui con le dirette concorrenti qualificarsi per la Champions è un obiettivo più raggiungibile".

E poi?

"E poi vorrei fare un discorsino a Thiago...".

Prego.

"Quando io lasciai Bologna per andare alla Juve qui avevo un presidente, Gino Corioni, che in rapporto alle sue possibilità aveva fatto il massimo. Oggi il Bologna ha Saputo, che è un gigante, e con un proprietario così nulla è precluso".

Concluda pure il discorsino.

"Se un allenatore sposa Saputo e lo attrae con risultati importanti, crescita dei giocatori e idee di gioco, allora può anche convincerlo ad allargare i cordoni della borsa per allestire un Bologna in grado di lottare per lo scudetto".

Che altro direbbe a Thiago?

"Che Torino, se mai quella fosse la sua scelta, non è Bologna: che non pensi, andando là, di trovare un paradiso".

Troverebbe un ambiente che non lega più con Allegri e che ha voglia di nuove idee in panchina.

"Allegri ogni volta racconta che la società gli ha chiesto di arrivare tra le prime quattro. Ma io sono stato su quella panchina e so che se sei alla Juve non c’è competizione a cui tu possa partecipare senza che ti venga chiesto di lottare per arrivare primo. L’ultimo Allegri mostra l’insicurezza di chi sa che non è gradito. E non è più l’Allegri dei cinque scudetti bianconeri".

Motta invece che allenatore è?

"E’ un allenatore perfettamente in linea con i dettami del calcio moderno: grande corsa e grande organizzazione. In più si vede anche da fuori che il suo Bologna è un gruppo unito. E nel mazzo ha un asso che nessuna delle concorrenti ha...".

Zirkzee?

"Sì, lui. Ha un fisico statuario, ma si muove come un ballerino facendo cose da fuoriclasse: mi chiedo come mai queste qualità enormi fin qui le abbia tenute così nascoste. Ma il calcio è così: trovi l’ambiente giusto ed esplodi. In questo Bologna è speciale".

Perché?

"Perché sa farti crescere come poche altre piazze. Se un allenatore vuole diventare grande deve sedersi sulla panchina del Bologna. E’ una città che ama il bel calcio e il buon vivere. E se riesci a portarla dalla tua parte, come successe a me, ti adotta per sempre".

Eppure ricorderà i mugugni che accolsero il suo Ospitaletto quando Corioni vi portò per la prima volta al Dall’Ara a fare un’amichevole col Bologna di ‘Gibi’ Fabbri.

"Li ricordo benissimo e a distanza di tanti anni dico che i bolognesi avevano ragione. Avevano visto Bernardini, Pesaola, tanti altri grandi della panchina e gli propinavano quel Maifredi che nessuno conosceva. Fu un azzardo: ma a volte nella vita gli azzardi pagano".

Sta pagando anche De Rossi alla Roma.

"Non avevo dubbi. Gli allenatori più bravi sono sempre gli ex centrocampisti e De Rossi è stato molto più di un semplice centrocampista. Certo per far meglio di Mourinho non ci voleva molto. Mourinho è rimasto un grande promotore di se stesso, ma dell’allenatore gli è rimasto poco".

Chiudiamo con un parallelo quasi improponibile: lei in mezzo alla difesa aveva il Mitico Villa, Motta ha Calafiori.

"Al di là delle doti tecniche sopraffine, Calafiori mi sembra che abbia la stessa determinazione di Villa. Oggi nel panorama dei nostri difensori brilla di una luce speciale. Se Spalletti a questo giro non l’ha chiamato è perché serviva di più all’Under 21. Ma Calafiori sarà il titolare fisso dell’Italia negli anni a venire. Anche in questo caso, grazie alle sue doti e grazie a Bologna".

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