Matilde Sabatini lavora in Danimarca. "Da Copenhagen al Dall’Ara. I viaggi del cuore costano, ma non potevo mancare»

Matilde Sabatini, giovane bolognese residente a Copenhagen, vive il sogno della Champions con il Bologna FC. Tra viaggi e passione, si prepara per sostenere la squadra del cuore in Europa.

di MASSIMO VITALI -
17 settembre 2024
"Da Copenhagen al Dall’Ara. I viaggi del cuore costano, ma non potevo mancare"

Matilde Sabatini, con il cugino Davide. Dal 2020 si è trasferita in Danimarca

"La Champions? Un sogno che s’avvera. Certo quattro viaggi in aereo Copenhagen-Bologna di andata e ritorno, più l’abbonamento nei distinti, sono un sogno costoso. Ma succede una volta nella vita".

Non è detto che la previsione di ‘Mati’ si avveri. A 26 anni la pendolare rossoblù fa ancora in tempo a rivedere un Bologna nella Coppa più prestigiosa. Nel dubbio Matilde Sabatini, da Castenaso, si è messa avanti col lavoro. Dopo la laurea in management e marketing all’Università di Bologna nel 2020 Matilde si è trasferita a Copenhagen dove ha conseguito un master in ‘International Business’ e ha trovato, due anni fa, un lavoro da consulente aziendale.

Però, lo ammetta, dalla Danimarca spesso pensa al Dall’Ara.

"Ovvio. Mio padre Roberto mi ricorda sempre che sono nata con il pallone in mano. Forse il merito è di mio nonno Mariano, tifosissimo: oggi non c’è più, ma quanto sarebbe felice di vedere il suo Bologna in Champions!".

Invece provvederà la nipote.

"Ho fatto l’abbonamento per le quattro partite di Champions nei distinti insieme a mio cugino Davide. Poi mi sono organizzata con i voli. Non sempre ho trovato il diretto: per esempio domani (oggi per chi legge, ndr) da Copenhagen faccio scalo a Monaco".

Mamma Antonella che dice?

"A volte mi rimprovera di fare quei viaggi più per il Bologna che per tornare a casa. Però anche lei, nonostante non sia un’esperta di calcio, in questi giorni mi dice che è emozionata. Ma la capisco".

In che senso?

"Il Bologna è molto più di una squadra di calcio: è un simbolo. E quando la squadra giocherà queste partite in Europa è come se tutta la città scendesse in campo. In famiglia la viviamo così".

Preoccupata per questo avvio di stagione complicato?

"Anche un anno fa partimmo piano e poi alla fine ci siamo tolti enormi soddisfazioni. Certo, sono andati via dei pilastri di quella squadra ma io resto fiduciosa e mercoledì al Dall’Ara confido di ascoltare, oltre alla musichetta della Champions, anche le note di Lucio Dalla alla fine: vorrebbe dire che abbiamo pareggiato o vinto".

Ha un idolo a Casteldebole?

"Orsolini: per me la colonna portante del gruppo".

E un sogno?

"Vedere per almeno una volta Ravaglia titolare in Champions. E’ bolognese come me, è cresciuto a Casteldebole ed è quasi mio coetaneo: se lo meriterebbe proprio".

Altri viaggi Champions in calendario?

"Facile: il 2 ottobre a Liverpool. Sto organizzandomi per trovare il biglietto con Giulio, un altro bolognese che vive a Copenhagen. Come dice mio cugino Davide, siamo carichi!".

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