Motta a lezione dall’Udinese. Bologna, tre schiaffoni in Friuli. Il fine anno non è da Champions

Molli, distratti e pure nervosi: cinque ammoniti. Freuler e compagni non danno mai l’idea di essere in partita. I padroni di casa aprono con Pereyra. Lucca e Payero completano il tris senza che ci sia una minima reazione. .

di MASSIMO VITALI -
31 dicembre 2023
Bologna, tre schiaffoni in Friuli. Il fine anno non è da Champions

Bologna, tre schiaffoni in Friuli. Il fine anno non è da Champions

Mettiamola così: il sogno Champions, da quinti in classifica, resta intatto e non cancella il cammino di gloria rossoblù in un 2023 ricco di punti (66 in 41 partite, gli stessi dell’Atalanta) e rinnovate ambizioni. Ma le tre secchiate d’acqua gelida di Udine sono il modo peggiore per chiudere l’anno. Del resto ci sta che per una volta ‘El Profe’ Motta si prenda un pomeriggio sabbatico lasciando la cattedra, e l’applauso accademico, al collega Cioffi.

Lezione impeccabile e amarissima quella impartita ai rossoblù dal tecnico dell’Udinese, che ieri l’ha vinta su tutti i fronti: sul piano tattico, facendo densità in mezzo al campo e mandando il Bologna a sbattere contro un muro, e sul piano temperamentale, perché fin dal pronti via l’Udinese ha affrontato la partita con quella fame di punti, quell’intensità agonistica e quella ferocia che fin qui erano stati i marchi di fabbrica dell’EuroBologna di Thiago.

Finisce con Zirkzee e compagni che applaudono ammirati i quattromila bolognesi in curva per un lungo interminabile minuto, mentre dal popolo rossoblù piovono solo cori di incitamento.

Messaggio chiaro: incidente di percorso pesante, ma non grave, perché succede anche ai migliori di toppare una partita. Certo peggio di così ieri non si poteva fare. L’Udinese che in questo campionato non aveva ancora vinto davanti ai propri tifosi ha dovuto dare fare pochissima fatica per gustarsi la prima gioia al cospetto del peggior Bologna della stagione, una squadra che ha tenuto palla il triplo degli avversari (76 per cento contro 24), ma senza mai rendersi pericolosa. Il lampo di Pereyra nel primo tempo ha spento sul nascere le pallide velleità rossoblù. Le due fiammate in quattro minuti di inizio ripresa a firma di Lucca e Payero, sono state una sentenza: Bologna bocciato su tutta la linea. In difesa, dove Posch e Kristiansen, soprattutto quest’ultimo, si sono fatti sopraffare da Kamara ed Ebosele, colorando di nero anche il pomeriggio di Beukema, fino a ieri pilota di una retroguardia impeccabile.

Scena muta anche a centrocampo, con Freuler, Moro e Ferguson che sono sembrati lontanissimi parenti dei centrocampisti dinamici ammirati fin qui. Il risultato è che Zirkzee, che ha straperso la sfida a distanza con Lucca, per larghi tratti ha girato a vuoto, mai veramente assistito da un Saelemakers in versione fantasma e da un Urbanski, alla prima da titolare, ancora acerbo per questi livelli.

Quello che Motta poteva, anzi doveva, fare era correre ai ripari già all’intervallo: e invece scena muta pure lui e stalla chiusa (le quattro sostituzioni) a buoi ampiamente scappati. Lezione salutare, si spera. Ma per ora tocca salutare il quarto posto.

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