Per Remo garantisce Gasp. Freuler, capitano e leader per guidare la macchina nelle ultime cinque curve

Thiago non rinuncerebbe mai a lui e dopo aver perso il nazionale scozzese gli ha affidato ulteriori responsabilità viste l’esperienza e la personalità. Anche a Bergamo era stato uno degli artefici del miracolo Atalanta.

di MASSIMO VITALI -
28 aprile 2024
Freuler, capitano e leader per guidare la macchina nelle ultime cinque curve

Freuler, capitano e leader per guidare la macchina nelle ultime cinque curve

Un capitano è per sempre: non però nel Bologna di Motta. Quando si parla di alternanza al potere è difficile trovare testimonianza più concreta del modo in cui Motta in stagione ha spostato da un braccio all’altro dei suoi ragazzi la fascia di capitano.

Orfano di Ferguson, che negli ultimi mesi con la sua egemonia aveva aveva posto fine all’alternanza, Thiago a Roma ha battezzato Freuler e non c’è ragione di pensare che oggi con l’Udinese il capitano sia altri che Remo.

Capitano Remo, del resto, è il personaggio perfetto per guidare il sottomarino rossoblù ventimila leghe sotto i mari d’Europa. Ma in questa storia, più che Jules Verne, c’entrano Thiago Motta e Giovanni Sartori. Quando in estate l’ex architetto del miracolo Atalanta ha fiutato che Freuler considerava esaurita la sua avventura al Nottingham Forest non ci ha pensato un istante a parlarne con Motta, in quel momento a caccia di un navigatore esperto in grado di solcare tutti i mari.

Freuler dopo un rodaggio un po’ più lungo del previsto partita dopo partita ha preso in mano le redini della squadra, diventando il perno arretrato delle due fasi, difensiva e offensiva: il famoso ‘1’ davanti ai quattro di difesa a cui Motta, e non solo (Giancarlo Marocchi ama ripetere che "Freuler deve giocare sempre, poi scelgo gli altri dieci"), non rinuncerebbe mai.

Questione di caratteristiche tecniche, nonché di abitudine alla battaglia e all’alta quota. Basta scorrere il curriculum del Freuler di Bergamo. Arrivato alla Dea nella seconda parte della stagione 2015-16, dal campionato successivo, e per sei stagioni consecutive, Freuler ha rappresentato uno dei punti fermi della creatura di Gasperini, con cui in campionato ha collezionato tre terzi posti, un quarto, un settimo e un ottavo. Ecco perché Remo in un Bologna quarto con affaccio sulla Champions è a suo agio come un tuareg nel Sahara: conosce tutte le dune, fiuta in anticipo i pericoli, non si spaventa di fronte alle avversità e ha sempre in testa la direzione del percorso.

Vale anche per Freuler, che adesso traccerà la rota negli ultimi 450 minuti decisivi della stagione. Con lui in settimana ha preso forma l’undici che Thiago oggi battezzerà ufficialmente e in cui rimangono i soliti nodi irrisolti. Dopo la prova di compattezza offerta all’Olimpico si va verso la riconferma del trio Beukema-Lucumi-Calafiori in difesa, con Posch a completare la linea.

A centrocampo, con Freuler e Aebischer certi del posto è solita corsa allargata per la terza maglia. El Azzouzi parte con un lieve vantaggio, non foss’altro per il fatto che con la Roma è stato uno dei migliori in campo.

Ma Fabbian spinge per il ritorno da titolare, Urbanski è il terzo incomodo (mezzala è il suo ruolo naturale) e Moro l’ultima opzione.

In attacco, invece, Zirkzee e Saelemakers sembrano due certezze, mentre Orsolini (primo gol in rossoblù proprio all’Udinese, in un 2-1 al Dall’Ara datato 30 settembre 2018) conta di vincere il ballottaggio con Ndoye. Perché va bene la corsa, ma per scardinare il bunker friulano servono soprattutto i gol.

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